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Prada firma il polo di Levanella 44mila mq di hi-tech e design

di Silvia Pieraccini

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All'avanguardia. Sopra, il nuovo polo logistico di Prada a Levanella, nel comune di Montevarchi, nel Valdarno aretino. Sotto il vicino centro di produzione Prada di Valvigna

All'avanguardia. Sopra, il nuovo polo logistico di Prada a Levanella, nel comune di Montevarchi, nel Valdarno aretino. Sotto il vicino centro di produzione Prada di Valvigna

In Valdarno il gioiello tecnologico firmato dalla griffe del lusso e progettato da Guido Canali: il magazzino automatizzato raccoglie prodotti del marchio per l’ultimo controllo prima della spedizione

8 maggio 2023
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3' di lettura

L’ascensore sale e deposita il pacco di cartone su un nastro trasportatore che corre a dieci metri d’altezza e che lo trasferisce all’area imballaggi, evitando così di occupare spazio prezioso sul pavimento del magazzino, e riducendo l’utilizzo dei “muletti” spesso fonte di incidenti e di allungamento dei tempi. Gli abiti appesi ai carrelli fluttuano diretti alle scatole destinate a contenerli. Veicoli a guida autonoma e robot antropomorfi aiutano il lavoro dei 226 dipendenti.

È il nuovo polo logistico di Prada a Levanella, nel comune di Montevarchi, nel Valdarno aretino da sempre cuore produttivo del marchio di moda d’alta gamma (4,2 miliardi di euro di fatturato 2022 con quasi 14mila dipendenti) fondato da Miuccia Prada e dal marito Patrizio Bertelli, originario proprio di Arezzo. Ed è l’ultimo investimento produttivo del gruppo, senza contare le acquisizioni del Lanificio Biagioli (comprato in joint venture con Zegna nel luglio 2021) e della conceria Superior di Santa Croce sull’Arno (comprato il 43,6% nel settembre 2022), che rappresentano un’integrazione di filiera.

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Quello di Levanella non è solo un magazzino automatizzato all’avanguardia, progettato dall’architetto di “casa Prada”, Guido Canali (che ha firmato anche il vicino stabilimento di pelletteria di Valvigna), ma il luogo in cui arrivano tutti i prodotti finiti firmati Prada, Miu Miu, Car Shoe e Church’s (i marchi del gruppo), fatti nei 21 stabilimenti industriali in Italia, nei tre all’estero e nei laboratori dei terzisti (cui è affidata la sola produzione perché il 100% dello stile e il 100% dei campioni è fatto internamente). Questi prodotti, prima di essere spediti nei negozi di tutto il mondo o nelle case dei consumatori che acquistano online, passano da qui per essere sottoposti al controllo qualità.

L’hub logistico di Levanella, formato da otto edifici per un totale di 44mila metri quadrati, ha raggiunto la piena funzionalità nel dicembre scorso, e ora mostra tutta la sua tecnologia capace di spedire quattro milioni e mezzo di pezzi nel 2022 tra borse, scarpe, abiti e gioielli.

L’efficienza qui si è sposata col design e con l’attenzione all’ambiente e al benessere dei lavoratori: vetrate che illuminano gli ambienti di lavoro, tetti-giardino, dune artificiali, alberature di confine, pannelli fotovoltaici, illuminazione a led e un impianto di climatizzazione che sfrutta i principi della geotermia. L’ultimo tassello del polo logistico a essere costruito è la mensa per i dipendenti, col tetto in vetro sovrastato da un pergolato di rose di 1.200 metri quadrati che protegge dal sole. L’hub di Levanella è il cuore di un piano di riorganizzazione della logistica del prodotto finito del Gruppo Prada che ha puntato alla gestione diretta e dunque al controllo sulla filiera distributiva.

L’energia prodotta dall’impianto fotovoltaico (quasi 3.000 kilowattora all’anno) sarà utilizzata in parte dal polo logistico e, per il resto, dal vicino stabilimento che sarà collegato attraverso un cavo interrato. Visto che non è ancora possibile costituire una comunità energetica (il decreto attuativo del Governo è al vaglio della Ue) per permettere il trasferimento di energia rinnovabile da un luogo a un altro, Prada ha fatto di necessità virtù: «La nostra soluzione è facilitata dalla prossimità – ha spiegato il direttore industriale del gruppo, Massimo Vian, in occasione della visita per la stampa organizzata dalla maison al polo logistico – noi qui consumiamo il 58% dell'energia prodotta dai pannelli solari, e finora abbiamo dovuto cedere quella in eccesso a basso prezzo alla rete nazionale, anziché utilizzarla in altre strutture. Ora, grazie a questo collegamento interrato, potremo trasferirla allo stabilimento che sviluppa l’abbigliamento e al reparto taglio pelletteria e calzature che si trova dall’altra parte della strada».

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