di Sara Magro
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Nella mappa del turismo italiano ci sono posti che non esistono, almeno finché, a un certo punto, arriva un hotel, anche piccolo, che cambia tutto. È quanto è successo con Nordelaia, un resort circondato da cinque ettari di vigne in Alto Monferrato, di proprietà e design londinese, a pochi minuti da Ovada con i suoi castelli, Acqui Terme con le fontane termali in piazza e altri paesi antichi, minuscoli e misconosciuti.
Il Bar Bistrò
Per capire dove si trova esattamente, bisogna cercare su Google «Cremolino», un borgo medievale di un migliaio di abitanti in provincia di Alessandria, a poco più di un’ora da Milano, Genova e Torino, dunque meta perfetta per cambiare scenario, ritmo e aria di città, e rilassarsi tra colline altrettanto belle (solo meno famose) delle vicine Langhe, ma comunque parte di quel paesaggio definito dall’Unesco come Patrimonio dell’Umanità.
La terrazza estiva
Non c’è nulla di scontato. Nome e destinazione portano fuori dai soliti percorsi. Nordelaia è nato nell’estate del 2021 come ritiro accogliente dove fare quello che più rilassa e diverte, sapendo che a tutti piacciono il silenzio, le passeggiate nella natura, un bagno in piscina (ce ne sono due, una riscaldata in inverno), mangiare e bere bene. Le camere sono dodici, in una cascina del 1200 ristrutturata con gusto contemporaneo: baldacchini lineari, testate importanti e colori intensi nelle camere; travi in legno, colori e materiali naturali nel salotto con camino e angolo tisane, e nella spa, grande e luminosa. Cantina e cucina sono due punti di forza, con i vini della casa Calligram e la consulenza di Andrea Ribaldone, chef-maestro piemontese con una stella Michelin.
Ravioli del Plin
Ai fornelli (a vista) del ristorante fine dining L’Orto c’è l’inglese-scozzese Charles Joshua Pearce, 31 anni, perfettamente a suo agio con gli ingredienti locali che destreggia e organizza secondo stagione e intuizione in tre menù: Acqua, Terra e Degustazione. Qui esprime la sua creatività sempre con un occhio alla tradizione, quindi, in inverno, il tagliolino fresco con una bella grattugiata di tartufo bianco non ve lo toglie nessuno. Mentre al bistrò prevale proprio la tradizione, con i piatti che ti aspetti nel Piemonte autentico. Quindi vitello tonnato, ravioli del plin e un rosso della casa come in una buona trattoria fuori porta, ma in un ambiente moderno, con piante effetto jungle, ragazzi giovani in sala e al bar, e una vista rincuorante attraverso le grandi vetrate e sulle terrazze che contornano il complesso.
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