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Diritto, economia, marketing, ecco la fisionomia del liceo del Made in Italy

di Redazione Scuola

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(Arseniy Krasnevsky - stock.adobe.com)

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Pronto un Ddl della senatrice Bucalo (Fdi). Si punta a formare professionalità che operino per promuovere e difendere le eccellenze italiane nel mercato globale. Strada lunga per realizzarlo

3 aprile 2023
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2' di lettura

Dal liceo digitale al liceo per la Transizione ecologica e digitale (per cogliere le sfide del Pnrr). Adesso si torna a parlare di un liceo del Made in Italy. Di sperimentazioni la scuola italiana ne sta vedendo fiorire molte. Certamente, il liceo del Made in Italy non nascerà a settembre. Le parole di Giorgia Meloni, al Vinitaly a Verona, rispolverano una proposta della campagna elettorale, a cui è seguito un Ddl, prima firmataria la senatrice di Fdi, Carmela Bucalo, che delinea un po’ i contorni della delega al governo per far nascere questo nuovo liceo.

Le possibili materie (tra vecchie e nuove)

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Italiano e matematica, certo, ma anche diritto, economia, lingue. Le materie di studio del futuro liceo del made in Italy sono un mix, qualche ora in più di qualche disciplina, qualcuna in meno, e qualche new entry, tecniche avanzate di marketing, modelli di business e tutela del made in Italy oltre a studi sul mercato internazionale “per tutelare il brand italiano”, alle politiche che servono per salvaguardarlo e alla conoscenza di come sono strutturate e lavorano le piccole e medie imprese italiane. L’idea insomma è quella di creare professionalità che operino per promuovere e difendere le eccellenze italiane nel mercato globale: esperti che possano esportare e posizionare il nostro brand nel campo della moda, delle nuove tecnologie, dell’agroalimentare ma anche nell’ambito culturale e del turismo e possano contrastare efficacemente la concorrenza straniera.

Gli sblocchi al termine del liceo del Made in Italy

Al termine di questo liceo, lo studente potrà iscriversi all’università, Economia, Marketing, Legge sarebbero le facoltà più indicate per approfondire il corso di studi o proseguire la specializzazione con gli Its, gli Istituti tecnici superiori. «Abbiamo percorsi di studio molto lunghi e il mondo del lavoro richiede invece una formazione che si adatti velocemente ai cambiamenti che richiede il mercato», ha aggiunto Bucalo, che pensa anche ad una riforma degli Istituti agrari «sempre per tutelare i nostri prodotti».

Percorso lungo (e a ostacoli) per realizzarlo

Lo stesso Ddl Bucalo prevede 12 mesi per i provvedimenti attuativi. Poi c’è da armonizzare il nuovo liceo con indirizzi già esistenti, ad esempio il liceo delle scienze umane, opzione economico-sociale. Per non parlare della sovrapposizione con alcuni percorsi dell’istruzione tecnica, che aspettano ancora la riforma (prevista dal Pnrr). Insomma, il cantiere è appena iniziato. Però l’attenzione sul made in Italy è forte. Il ministero delle Imprese e del made in Italy (Mimit) sta studiando a un disegno di legge sulla valorizzazione e la tutela del Made in Italy. E non è escluso che anche qualcosa “di scuola” possa essere inserito lì.

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