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Giuseppe Santoni: «Realizzo il sogno dell’accademia interna»

di Giulia Crivelli

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Il ceo dell’azienda marchigiana, figlio del fondatore, ha avviato una scuola per trasferire il know how calzaturiero e la passione per un mestiere che merita di essere riscoperto e valorizzato

13 marzo 2023
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3' di lettura

«Un traguardo importante per me e per tutte le persone che lavorano nella nostra azienda. O meglio: un sogno che ho coltivato per molti anni e che ho finalmente trasformato in realtà, pensando ai miei genitori, fondatori della Santoni, e contemporaneamente ai miei figli e al futuro del marchio e dell’arte di creare a mano le migliori calzature del mondo».

Giuseppe Santoni presenta così la nascita dell’Accademia dell’eccellenza, un percorso formativo dedicato alle nuove generazioni, con l’obiettivo di tramandare il prezioso sapere artigianale dell’azienda. Santoni guida con passione il calzaturificio nato a Corridonia, nelle Marche, quasi settant’anni fa. Ma sarebbe più corretto dire che l’imprenditore (e creativo, perché spesso lavora con l’ufficio stile interno) ha trasformato una virtuosa impresa famigliare marchigiana in una multinazionale tascabile. Anzi: in una maison del lusso tascabile. L’aggettivo si giustifica col fatto che Santoni compete nel segmento dell’alta gamma, dominato dal gruppo Lvmh, che nel 2022 ha sfiorato gli 80 miliardi di ricavi. Nello scorso anno i ricavi di Santoni si sono avvicinati ai cento milioni (98,6 per la precisione), in crescita del 45% rispetto ai 67,9 milioni del 2021 e i primi mesi di quest’anno lasciano pensare che la corsa proseguirà, trainata anche dall’export, in particolare verso gli Stati Uniti e l’Europa. Una cifra ragguardevole, per un’azienda indipendente che vuole farsi strada tra i colossi del lusso con i propri mezzi e valori. Ma non è solo per soddisfare la domanda che Giuseppe Santoni ha creato l’Accademia dell’eccellenza, dove il primo corso è partito due giorni fa, l’8 marzo, con l’obiettivo, entro l’anno, di formare 80 ragazze e ragazzi.

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«L’Accademia dell’eccellenza è l’occasione per i giovani di diventare... i nostri futuri costruttori di bellezza. Li chiamo così perché considero i frutti del lavoro artigianale, che nel nostro caso sono calzature, piccole grandi opere d’arte, che gratificano chi dà loro vita e chi poi le acquista – sottolinea Giuseppe Santoni –. Tramandare il sapere artigianale significa tramandare cultura, storia, valori: per questo è importante per un’azienda che punta tutto sulla qualità del fatto a mano, ma lo è anche in senso più ampio. I mestieri artigianali sono tra le parti più nobili della storia del nostro Paese e dobbiamo fare in modo che ne plasmino il futuro». Da diverse e recenti indagini e ricerche è emerso che il lavoro artigianale non risulta attrattivo per i giovani, forse perché non ne hanno la giusta percezione. Vale per l’ambito della pelletteria, ma anche, ad esempio, dell’oreficeria. «Ho l’ambizione di risvegliare nei giovani l’amore, la passione e la dedizione verso un mestiere bellissimo e nobile, un’arte talmente importante da trasformare una manifattura in un brand di lusso, come è accaduto a noi», aggiunge il ceo dell’azienda marchigiana.

Tornando all’Accademia, il percorso formativo prevede una durata di quattro settimane, al termine delle quali i partecipanti ricevono il “Diploma di apprendista del bello” e hanno l’opportunità di proseguire il percorso lavorativo in Santoni. «Le ragazze e i ragazzi imparano cosa siano le quattro arti che io ritengo fondamentali per dare vita a una calzatura di qualità, bellezza e comodità eccelsa – spiega ancora Giuseppe Santoni –. La prima è l’arte della velatura, tecnica di coloritura manuale che da sempre contraddistingue le nostre scarpe, da uomo ma anche da donna. Poi c’è l’arte dell’impuntura, la cucitura a mano, e quella della costruzione e assemblaggio. La quarta è l’arte della rifinitura e del dettaglio, che consente di dare gli ultimi tocchi per perfezionare le calzature». Il corso è solo l’inizio, poi arrivano mesi – se non anni – di pratica: «Un altro aspetto che mi è caro dell’artigianalità come la intendiamo in Santoni è che non si smette mai di imparare, di cercare e scoprire quel minimo movimento o variazione della tecnica che rende davvero unico lo stile, la mano, di ogni artigiano. È la stessa cosa che accade a un artista e vorrei che lo capissero e ne facessero esperienza più giovani possibile».

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