di Paolo Paronetto
(IMAGOECONOMICA)
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(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Un quarto trimestre da record, il miglior bilancio annuale da oltre un decennio e un aumento della remunerazione degli azionisti del 40%. I risultati 2022 di Unicredit sono accolti con entusiasmo a Piazza Affari, dove i titoli dell'istituto trascinano al rialzo l'intero settore bancario e mettono a segno la migliore performance del FTSE MIB, dopo non essere riusciti a fare prezzo in avvio e poi essere scattati fino a circa +8%. I numeri della banca guidata dall'a.d. Andrea Orcel lasciano infatti per sperare per il prosieguo della stagione delle trimestrali degli istituti di credito. UniCredit ha chiuso il 2022 con un utile netto di 5,2 miliardi, in aumento del 47,7% rispetto al 2021.
L'utile contabile è ancora superiore, pari a 6,5 miliardi, e include tra le altre cose il rilascio di Dta in Austria e Italia per 852 milioni nel quarto trimestre. Il consensus degli analisti si fermava a 5,1 miliardi di utile 2022. Esclusa la Russia, l'utile è salito del 64% a 5,4 miliardi contro gli «oltre 4,8 miliardi» della guidance fornita dall'istituto. I ricavi netti sono aumentati del 13,3% a 18,4 miliardi, con margine di interesse a 10,7 miliardi (+18,6%) e commissioni a 6,8 miliardi (+1%). In calo del 2% a 9,8 miliardi i costi operativi, per un rapporto cost/income sceso al 47%. Sul fronte della solidità patrimoniale il Cet1 è al 16% e al 14,91% pro forma. Si tratta, ha rimarcato Orcel, di «un quarto trimestre record, l'ottavo trimestre di crescita e i migliori risultati dell'intero esercizio da oltre un decennio».
«I risultati eccellenti e l’attenzione a rendimenti sostenibili e attrattivi sono comprovati da una distribuzione relativa al 2022 pari a 5,25 miliardi, con un aumento pari a 1,5 miliardi rispetto all’anno precedente (+40%), con una proposta di dividendo in contanti di 1,91 miliardi e riacquisto di azioni proprie di circa 3,34 miliardi, soggetta all’approvazione degli organi di vigilanza e degli azionisti», ha poi annunciato l'istituto. Prevista la divisione del buyback due tranche, «la prima pari a circa 2,34 miliardi, da avviare immediatamente dopo l’approvazione da parte dell’assemblea ordinaria degli Azionisti calendarizzata per il 31 marzo 2023, mentre la seconda, pari circa a un miliardo è attesa durante la seconda metà del 2023 successivamente al completamento della prima tranche». Per il 2023 la banca prevede un utile netto in linea con il 2022.
I risultati del quarto trimestre, rilevano gli analisti di Equita, sono «nettamente superiori alle attese» e hanno beneficiato «dell'incremento dei tassi di interesse in modo molto superiore alle nostre aspettative e alle sensitivity fornita dalla società», oltre che di «proventi da attività di negoziazione che continuano a mantenersi particolarmente robusti». «Ottime indicazioni» arrivano anche dal capitale e dalla guidance sul 2023 che è «significativamente superiore rispetto alle nostre stime e al consensus» pur essendo «definita in modo prudente visto che si basa sull'assunzione di un tasso sui depositi Bce pari al 2.5% (dal 2% attuale), scontando quindi un solo incremento dei tassi di interesse da parte della Bce».
«La buona notizia» sui conti del quarto trimestre, rilevano da Bestinver è che i dati migliori del consensus «sono in gran parte a livello operativo». Di «risultati sicuramente molto positivi sia a livello di ricavi che di contenimento costi e accantonamenti sui crediti» parla anche Intermonte, che nota inoltre che la «remunerazione degli azionisti e la guidance utili 2023» sono «ben al di sopra delle nostre attese e di quelle di consensus». Sulla stessa linea Intesa Sanpaolo, che sottolinea come «la fiducia sul 2023 sia aumentata da una base patrimoniale più solida delle attese, da un aumento degli accantonamenti overlay e dalla riduzione dell'esposizione all Russia». C'è quindi spazio per «una revisione al rialzo del consensus». Sul Ftse Mib Banco Bpm sale dell'1,72%, Intesa Sanpaolo dell'1,22% e Bper dello 0,95%.
Paolo Paronetto
Redattore Radiocor
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