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Eurogruppo rinvia tranche e non scioglie rebus debito greco

di Vittorio Da Rold

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Il presidente dell’Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem, e il nuovo ministro delle Finanze francese, Bruno Le Maire (Ap)

Il presidente dell’Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem, e il nuovo ministro delle Finanze francese, Bruno Le Maire (Ap)

23 maggio 2017
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3' di lettura

L'Eurogruppo sulla Grecia, durato sette ore, è terminato con un rinvio sulle misure di alleggerimento del debito e del pagamento della tranche di aiuti al meeting del 15 giugno previsto a Lussemburgo: è quanto ha detto alla conferenza stampa a mezzanotte tra lunedì e martedì Jeroem Dijssembloem, presidente dell'eurogruppo insieme al commissario europeo agli Affari economici Pierre Moscovici a Bruxelles. Intorno alle 19.00 l'Eurogruppo si era interrotto per consentire varie riunioni bilaterali, tra cui quella a quattro tra il presidente Dijsselbloem, il rappresentante del Fmi Thomsen, e i ministri francese e tedesco Le Maire e Schauble.

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Jeroem Dijsselbloem ha fatto presente i grandi progressi e le implementazioni fatte dal governo greco, soprattutto per il varo delle “ prior action”, le azioni prioritarie. «Molto lavoro è stato fatto», ha ammesso il presidente dell'eurogruppo solitamente molto severo verso la Grecia. Per la seconda revisione quindi si è acceso il disco verde mentre la discussione sul debito è rimasto aperta sul tema della sostenibilità del debito che deve essere rivisto molto attentamente come chiede l'Fmi. «Non abbiamo raggiunto l'accordo e a giugno continueremo le discussioni», ha ammesso Dijsselbloem. Moscovici ha ricordato che «siamo nelle buona direzione e che le parti si sono molto avvicinate». Una doccia fredda per il governo Tsipras.

Non abbiamo raggiunto l'accordo e a giugno continueremo le discussioni

Accordo saltato dunque sul debito greco all'eurogruppo tenutosi ieri a Bruxelles, una vicenda che dura da sette anni e che come la tela di Penelope non sembra mai trovare una fine. Nemmeno l'effetto Macron ha potuto rompere i veti incrociati sul tema del debito.

Sul tappeto dei ministri dell'eurozona c'era un accordo che comprendeva sia la fine della seconda revisione del terzo programma ellenico da 86 miliardi di euro, che quindi apra la strada alla nuova tranche di aiuti ad Atene, sia la ristrutturazione del debito. Il mancato accordo non consente al Fmi di entrare nel salvataggio. Un funzionario Ue ha detto: «Il Fmi resta a bordo senza però essere realmente a bordo».

Il Fmi, uno dei creditori, è da più di un anno riluttante a intervenire di nuovo in partita fino a quando il debito greco non sia ritenuto “sostenibile” e vorrebbe un avanzo primario, cioè senza contare il peso degli interessi sul debito, meno impegnativo di quello attuale attestato al 3,5% annuo. Inoltre produce previsioni di crescita meno ottimiste degli europei e invita a tagliare il peso del debito (haircut) che viaggia al 180% del Pil.

La Germania non ci sente e vuole al affrontare il problema l'anno prossimo dopo il voto politico di settembre, comunque al massimo allungando i termini dei pagamenti o riducendo i tassi di interesse ma senza ristrutturazione del debito. Berlino, però, vorrebbe subito a bordo il Fmi, ma alle sue condizioni che per l'istituzione con sede a Washington sono inaccettabili. Atene, invece, non ha per ora ottenuto la tranche di aiuti per pagare i 7 miliardi di euro di crediti che scadono a luglio, in maggior parte bond in mano alla Bcee non vede ancora la luce in fondo al tunnel per la ristrutturazione del debito.

La vicenda era iniziata bene nella mattinata di lunedì quando prima il commissario agli Affari economici Pierre Moscovici aveva riconosciuto gli sforzi del governo greco chiedendo un pari sforzo da parte dei creditori e il presidente francese Emmanuel Macron fresco di nomina all’Eliseo aveva riaffermato, nel corso di un colloquio telefonico con il premier greco Alexis Tsipras, di volere raggiungere presto un accordo per alleggerire nel tempo il peso del debito greco. Fonti dell'Eliseo avevano aggiunto che Macron aveva spiegato che l’input era nella tabella di marcia del ministro dell'Economia, Bruno Le Maire, che lunedì ha preso parte per la prima volta all'Eurogruppo focalizzato proprio sulla questione greca che si trascina dal 2009.

Le Marie, che era di ritorno da Berlino, avrebbe puntato a una segnale di ottimismo sul tema per svelenire i contrasti forte del fatto che aveva concluso con il suo omologo tedesco un rilancio del motore franco-tedesco. «Abbiamo concordato di istituire un gruppo di lavoro per il rafforzamento dell'Eurozona» a partire da luglio, aveva annunciato il ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schaeuble, al termine dell'incontro a Berlino. Poi le distenze sulla questione della sostenibilità del debito con il Fmi non si sono appianate.

Il ministro Schaeuble, infatti aveva detto che si deve aspettare la chiusura del terzo pacchetto nell'estate 2018, «e poi vedremo quali altre misure siano necessarie». E così si è deciso il rinvio ancora una volta.

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