di Beda Romano
Centinaia di migranti cercano di forzare il confine tra Polonia e Bielorussia
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È una grave crisi politica quella scoppiata nelle scorse ore alla frontiera tra la Polonia e la Bielorussia, dove lunedì 8 novembre centinaia di persone si sono ammassate al confine per entrare in forza nell’Unione Europea. Fra lunedì e martedì, i migranti hanno passato la notte accampati al confine tra Bielorussia e Polonia dopo una giornata di tensioni. Video diffusi sui social mostrano tende e fuochi mentre la polizia polacca avverte i migranti che l’attraversamento del confine è consentito solo ai valichi di frontiera ufficiali, anche se nella mattina di martedì il valico più vicino ai migranti, a Kuznica, nel nord-est del Paese, è stato chiuso.
Sia la Commissione europea che l’Alleanza Atlantica hanno accusato il regime bielorusso di orchestrare l’arrivo di rifugiati e migranti provenienti dal Medio Oriente. Qui a Bruxelles i Ventisette stanno studiando nuove sanzioni contro Minsk, in discussione tra i ministri degli Esteri forse già lunedì prossimo.
A lanciare l’allarme l’8 novembre in tarda mattinata è stato un portavoce del governo polacco, Stanislaw Zaryn, che su Twitter ha pubblicato immagini provenienti dal confine e che mostravano la presenza di centinaia di persone alla frontiera. Con l’occasione ha accusato le forze bielorusse di indurre i migranti ad attraversare il confine. Successivamente l’esecutivo guidato dal premier conservatore Mateusz Morawiecki ha indetto una riunione d’emergenza per discutere della situazione. Durante una sessione speciale del Parlamento polacco il premier ha puntato il dito contro Mosca: «La nostra sicurezza esterna viene brutalmente violata», ha detto, in un tentativo da parte della Russia di «ricostruire il suo impero» nell’Europa dell’Est.
Minsk, da parte sua, nella mattinata di martedì ha messo in guarda la Polonia contro ogni «provocazione» al confine tra i due Paesi, dove si ammassano migliaia di migranti nella speranza di entrare in Ue. «Vogliamo anticipatamente mettere in guardia la parte polacca contro l’utilizzo di qualsiasi provocazione» contro la Bielorussia «per giustificare eventuali azioni bellicose illegali» contro i migranti. Lo comunica una nota del ministero degli Esteri di Minsk.Nel pomeriggio di martedì, l’addetto militare presso l’ambasciata della Polonia a Minsk è stato convocato al ministero della Difesa bielorusso: lo riferisce lo stesso dicastero bielorusso, dichiarando che al rappresentante polacco «è stato comunicato che le accuse della parte polacca su un coinvolgimento di militari bielorussi» nella situazione al confine tra Polonia e Bielorussia «sono infondate e ingiustificate».
I predidenti di Bielorussia e Russia, Aleksandr Lukashenko e Vladimir Putin, hanno discusso della situazione al confine tra Bielorussia e Polonia nel corso di una conversazione telefonica: lo comunica il servizio stampa del Cremlino. Il presidente bielorusso ha dichiarato che «non si piegherà davanti all’Europa».
Da tempo ormai migranti provenienti con voli dall’Iraq, dall’Afghanistan e dalla Turchia stanno tentando di attraversare la frontiera esterna dell’Unione Europea passando dalla Bielorussia. In un comunicato, la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha avvertito che «la strumentalizzazione dei migranti per scopi politici da parte della Bielorussia è inaccettabile». Da Berlino, il portavoce della cancelliera Angela Merkel, Steffen Seibert, ha aggiunto: «Il regime di Minsk si comporta come un trafficante di migranti, e l’Europa prenderà posizione insieme».
Bruxelles sostiene che il presidente Alexander Lukashenko voglia vendicarsi delle sanzioni che i Ventisette hanno imposto alla Bielorussia sulla scia delle gravi repressioni dello stesso regime contro l’opposizione politica al governo in carica. Minsk smentisce qualsiasi uso improprio dei migranti. Eppure, 10 persone sono morte alla frontiera tra i due Paesi, bloccate tra Bielorussia e Polonia, secondo il quotidiano polacco Gazeta Wyborcza (si veda Il Sole/24 Ore del 25 settembre).
La vicenda è ricca di sfaccettature. Prima di tutto, c’è il delicato rapporto con la Bielorussia. I Ventisette stanno già studiando a livello tecnico nuove sanzioni contro Minsk – contro persone e società - in risposta a una «tattica ibrida inaccettabile», come l’ha definita la Nato sempre ieri.
La questione potrebbe essere trattata dai ministri degli Affari Esteri lunedì prossimo. Nel suo comunicato di ieri sera, la stessa signora von der Leyen ha aperto la porta a sanzioni contro «compagnie aeree di Paesi terzi attive nel traffico di essere umani».
L’altro aspetto riguarda il rapporto dell’Unione Europea con la Polonia. Ancora ieri il portavoce della Commissione Adalbert Jahnz ha esortato il governo polacco a chiedere l’aiuto di Frontex per meglio controllare la frontiera esterna, come hanno fatto in precedenza sia la Lettonia che la Lituania. Per ora Varsavia rifugge dall’idea di seguire questo esempio. Intanto, il Consiglio dell’Ue ha sospeso martedì lo schema di facilitazione dei visti per gli esponenti del regime di Minsk. Lo rende noto il portavoce della presidenza di turno del Consiglio Ue, Damijan Fiser, su Twitter. La decisione sarà pubblicata nella Gazzetta ufficiale ed entrerà in vigore il secondo giorno successivo alla pubblicazione.
Molti a Bruxelles e in altre capitali sospettano che il governo Morawiecki stia sfruttando la vicenda per motivi politici (tenuto conto che da gennaio a settembre vi sono stati appena 1.380 attraversamenti illegali della frontiera).
Da un lato, l’esecutivo polacco rifiuta l’aiuto comunitario per orgoglio nazionale e per poter continuare eventualmente ad effettuare respingimenti alla frontiera in violazione del diritto internazionale. Dall’altro, intende rafforzarsi agli occhi della propria pubblica opinione, mostrando di essere capace di difendere il territorio nazionale dall’arrivo di nuovi migranti.
Come ha specificato martedì la commissaria Ue agli Affari interni, Ylva Johansson, nell’aggressione dalla Bielorussia «la Lituania è stata trasparente fin dall’inizio. Ha accolto il sostegno degli altri Stati membri, delle agenzie Ue, Frontex, Europol, Easo. Questa dovrebbe essere la soluzione anche in Polonia. Abbiamo bisogno che la Polonia sia più trasparente». «“Sarebbe bene avere più agenzie Ue anche alla frontiera polacca con la Bielorussia. È una frontiera esterna. Non un affare interno tra due Paesi. Serve trasparenza per sapere davvero cosa stia accadendo», ha aggiunto. Da settimane, infatti, Varsavia rifiuta il sostegno di Frontex.
Attualmente la Polonia ha militarizzato la zona a ridosso del confine, inviando tra i 10mila e 20mila uomini pur di impedire l’accesso nel Paese. Vi è timore da parte della Commissione europea di una crisi umanitaria.
Il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, ha parlato col presidente polacco Andrzej Duda della «grave situazione» alla frontiera della Polonia. Lo rende noto lo stesso Stoltenberg su Twitter. «L’uso dei migranti da parte della Bielorussia come tattica ibrida è inaccettabile. La Nato è solidale con la Polonia e tutti gli alleati nella regione», aggiunge il segretario generale.
Intanto, la Germania ha esortato l’Unione europea ad «agire» e ad aiutare a fermare il flusso di migranti che attraversano illegalmente la Polonia dalla Bielorussia. «La Polonia o la Germania non possono farcela da sole», ha detto al quotidiano Bild il ministro degli Interni ad interim Horst Seehofer. «Dobbiamo aiutare il governo polacco a proteggere il loro confine esterno. Questo sarebbe effettivamente il compito della Commissione europea. Ora li invito ad agire», ha detto. Il sottosegretario all’Interno tedesco Stephan Mayer, sempre parlando alla Bild, ha detto che Berlino potrebbe inviare agenti per aiutare la Polonia a gestire la situazione al confine con la Bielorussia dove si sono ammassati migliaia di migranti. «La Germania potrebbe inviare la polizia prontamente a sostegno della Polonia se Varsavia lo desidera», ha detto Seehofer.
L’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim) e l’Unhcr, l’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati, sono allarmate dagli ultimi rapporti dal confine tra Bielorussia e Polonia e chiedono agli Stati di garantire la sicurezza e i diritti umani di migranti e rifugiati. «L’Oim e l’Unhcr - si legge in una nota - sono stati in contatto con entrambi i governi e chiedono una risoluzione urgente della situazione e un accesso immediato e senza ostacoli al gruppo per garantire che venga fornita assistenza umanitaria, che siano identificati coloro che necessitano di protezione internazionale o di altra forma e coloro che coloro che desiderano richiedere asilo possono farlo dove si trovano». Inoltre «con diverse tragiche morti registrate nell’area di confine nelle ultime settimane, l’Oim e l’Unhcr ricordano agli Stati l’imperativo di prevenire ulteriori perdite di vite umane e garantire il trattamento umano di migranti e rifugiati come priorità assoluta».
Beda Romano
Corrispondente
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