Gas, Draghi in Algeria per ridurre dipendenza da Mosca
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«A parità di condizioni, immaginando che lo choc sull'energia perduri e anzi possa aggravarsi, vediamo una crescita attorno al 2%. Cioè quanto già conseguito con la spinta derivata dall'anno scorso, senza nuovo sviluppo. Il punto è rendersi conto che la velocità della ripresa ha rallentato da ben prima della guerra». Così il presidente di Confindustria Carlo Bonomi in un’intervista al Corriere della Sera.
«I segnali di frenata iniziano nell'autunno scorso - precisa Bonomi -. Come Confindustria avevamo chiesto una legge di bilancio orientata alla crescita, ma si è sprecata un'occasione. Sono usciti di scena o si avviano a farlo strumenti che aiutavano le imprese a investire, dal Patent box agli incentivi di Industria 4.0. E gli interventi fiscali sono stati in gran parte dissipati, invece di concentrarli sul taglio dei contributi».
Il presidente di Confindustria sottolinea anche che la difesa dell’industria è un fattore di sicurezza nazionale, perché crea reddito e lavoro e auspica, se l’Europa non decide, che si preveda un tetto che valga in Italia sul prezzo del gas comprato all’ingrosso: «se l'Europa non vuole, dobbiamo agire da soli: un tetto che valga in Italia sul prezzo del gas comprato all'ingrosso, molto sotto i livelli attuali», sottolinea il presidente di Confindustria. A suo giudizio un tetto di questo tipo «è fattibilissimo. L'Arera, l'autorità dell'energia, - spiega - convoca gli importatori di gas e chiede trasparenza. Può farlo. Dobbiamo sapere quanto pagano il gas e conoscere la durata dei contratti. Non credo che gli importatori comprino tutto ai prezzi di mercato, impazziti, di questa fase. Capiremo così come applicare un tetto e quali sono i profitti sull'elettricità. Quest'ultima viene rivenduta a tariffe che riflettono l'altissimo prezzo di mercato attuale del gas: vedremo se c'è chi specula». Nell'elettricità ci sono rendite improprie? «Noi vogliamo intervenire a monte, sul prezzo del gas all'import. Ma c'è chi si avvantaggia oltremodo dei rincari» dice ancora Bonomi.
Gli industriali propongono inoltre un cambio di passo sugli impianti di fonti rinnovabili fermi per mancanza di autorizzazioni; riservare alle imprese una quota di energia prodotta da rinnovabili che rifletta i costi effettivi di produzione; aumentare la produzione di gas nazionale oltre quanto già deciso fino ad oggi.
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