Arteconomy
Pubblicità

Arteconomy

L’Italia punta sul turismo e la cultura più di Spagna, Portogallo e Francia

di Giuseppe Cosenza

Immagine non disponibile
Morano Calabro, un borgo di cultura e turismo in Calabria

Morano Calabro, un borgo di cultura e turismo in Calabria

Confronto tra i principali paesi europei: finanziamenti pari al 3,5% del totale e una Sovrintendenza speciale per rendere più efficiente la filiera operativa della PA

1 giugno 2021
Pubblicità

4' di lettura

Qual è il ruolo della cultura nei Piani Nazionali di Ripresa e Resilienza di Portogallo, Francia, Germania, Spagna e Italia? La risposta arriva dal convegno promosso dall'Associazione Civita, dal titolo “Recovery Plan Turismo e Cultura. Piani dei principali Paesi europei a confronto”, in cui è stata presentata, per i Quaderni di Civita, la ricerca comparativa delle linee di investimento in cultura e il suo peso, rispetto agli investimenti complessivi previsti nei PNRR.

Rilancio e modernizzazione del Portogallo

Pubblicità

Il paese dei lusitani nel proprio piano denominato “Recuperar Portugal, Construindo o futuro” stanzia 243 milioni di euro su 16,644 miliardi di euro totali, pari all'1,5%, circa, per il rilancio e la modernizzazione della cultura. Il fondo si suddivide in 93 milioni di euro destinati alla transizione digitale del settore culturale e 150 milioni di euro per la valorizzazione del patrimonio culturale. Il Portogallo, primo paese a presentare all'UE il proprio PNRR, ha una strategia focalizzata su due obiettivi generali: il primo punta a valorizzare la cultura come identità, il secondo vede la cultura quale strumento di sviluppo economico.

Creatività giovanile e industrie creative in Francia

La Francia nel suo “France Relance” che prevede una dotazione complessiva pari a 100 miliardi di euro, investe in cultura 2 miliardi di euro, pari al 2%, suddivisi in: a) 614 milioni a sostegno dell'ammodernamento del patrimonio artistico e culturale; b) 426 milioni per il rilancio della creatività e dell'arte; c) 113 milioni per sostenere l'occupazione artistica, rivitalizzare la creatività giovanile e modernizzare la rete di istituti di istruzione superiore di cultura; d) 428 milioni per consolidare e modernizzare i settori culturali strategici pesantemente colpiti dalla crisi; e) 419 milioni per finanziare una futura strategia per tutte le industrie culturali e creative.

La Spagna connette la cultura allo sport

Nel suo recovery “Espana Puede” che ha una dotazione complessiva di 69,528 miliardi di euro, la Spagna stanzia per le cultura l'1,2%, circa, pari a 825 milioni di euro. I progetti previsti sono rispettivamente la rivalutazione dell'industria culturale con investimenti per 325 milioni; la creazione di un hub audiovisivo europeo per 200 milioni e un piano di promozione del settore sportivo per 300 milioni. La Spagna ha deciso di collegare la cultura allo sport.

Ambiente e lotta al cambiamento climatico in Germania

Il piano tedesco “Deutscher Aufbau und Resilienz Plan”, che ha una dotazione di circa 30 miliardi di euro si focalizza, soprattutto, sulla difesa dell'ambiente e sulla lotta ai cambiamenti climatici, non prevede misure specifiche sulla cultura.

Italia tra turismo e piccoli borghi

L'Italia è il paese che riceverà in assoluto più finanziamenti: 191,5 miliardi di euro, di cui 68,9 in contributi a fondo perduto a fronte dei 69,5 della Spagna, 40,9 della Francia, 27,9 della Germania e 13,9 del Portogallo. Nello specifico per il rilancio del settore culturale l'Italia ha dedicato la terza componente della prima missione del PNRR, finanziando progetti ed investimenti per un valore totale di 6,68 miliardi di euro, pari al 3,5% sul totale. Gli interventi della componente si articolano su quattro aree di azione: “Patrimonio culturale per la prossima generazione” prevede investimenti per 1,1 miliardi di euro, “Rigenerazione di piccoli siti culturali, patrimonio culturale religioso e rurale” ha un budget di 2,72 miliardi di euro, “Industria culturale e creativa 4.0” prevede 460 milioni di euro di investimenti e, infine, “Turismo 4.0” ha un budget di 2,4 miliardi di euro.

PA e Recovery

Paolo Gentiloni, collegato direttamente da Bruxelles, in veste di Commissario europeo per la fiscalità e l'unione doganale, ha focalizzato il suo intervento sulle previsioni di crescita dell'economia dell'UE a un tasso del 4,2%, 4,4%, nel 2021 e nel 2022, e del tasso di crescita italiano in linea, se non leggermente superiore, al tasso europeo. Il PNRR italiano per quanto riguarda l'impatto sull'economia e, in particolare sul turismo e la cultura, settori maggiormente colpiti dalla crisi, può favorire una crescita stabile e sostenibile e ridurre le disuguaglianze. Secondo Gianni Letta, presidente dell'Associazione Civita, affrontare il problema della crisi in chiave comunitaria con un debito comune, il meccanismo su cui si basa Next Generation EU, rafforza la politica comunitaria, mentre per Simonetta Giordani, moderatrice del dibattito, è centrale il connubio tra cultura e turismo, in linea con la specificità e le peculiarità del belpaese, anche se nel governo Draghi, aggiungiamo noi, si è deciso di dividere, per l'ennesima volta, la cultura e il turismo in due differenti dicasteri.

L'Italia investe in turismo e cultura la maggiore quantità di risorse del PNRR rispetto agli quattro stati presi a confronto, ed è l'unico paese a incentrare la propria politica su tale legame, evidenzia Valerio Valla, ceo dell'omonimo studio che opera nella finanza agevolata e autore dell'analisi comparativa promossa da Civita. Esiste un filo conduttore tra i paesi analizzati, in quanto a parte la Germania, ognuno di questi ha investito in cultura: la Spagna l’ha legata allo sport, la Francia ha rafforzato i propri istituti di cultura per diffondere maggiormente la propria lingua, il Portogallo ha investito nel digitale e nella messa in sicurezza del patrimonio. Tutti i paesi hanno dato grande importanza all'audiovisivo. Per Vincenzo Amendola, sottosegretario agli Affari Europei, che ha seguito tutti i lavori del PNRR, il problema è avere la capacità di spendere i fondi pubblici nazionali e comunitari. Ad esempio, il PON Cultura e Sviluppo 2014 – 2020, per la valorizzazione del patrimonio culturale, indirizzato a 5 regioni del Sud Italia, Campania, Basilicata, Calabria, Puglia e Sicilia, con una dotazione di circa 500 milioni di euro, ha impegnato solo 300 milioni con 50 interventi conclusi e con 407 interventi in fase di attuazione. Resterebbero da restituire all'UE 200 milioni di fondi non spesi, pari al 40% del totale, ha lasciato intendere il sottosegretario. Si dovrà, quindi, rendere più efficiente la filiera operativa della pubblica amministrazione e, in questo senso, va l'istituzione di una Soprintendenza Speciale, in funzione fino al 2026, presso il Ministero della Cultura che dovrà bilanciare le esigenze di tutela dei beni culturali e paesaggistici con l’attuazione del PNRR. Il Piano dovrebbe essere approvato dall'UE entro fine giugno, la prima tranche, pari al 13%, dovrebbe essere erogata entro l'estate e tra settembre e ottobre dovrebbero essere pubblicati i primi bandi. Per verificare l'efficacia delle misure destinate al turismo e alla cultura si dovrà aspettare, almeno, sei mesi.

Riproduzione riservata ©
Pubblicità
Visualizza su ilsole24ore.com

P.I. 00777910159   Dati societari
© Copyright Il Sole 24 Ore Tutti i diritti riservati
Per la tua pubblicità sul sito: 24 Ore System
Informativa sui cookie  Privacy policy