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Da una parte la forte affermazione di Fratelli d’Italia, primo partito in tutta Italia (intorno al 26%), ad eccezione di Sud e isole dove in testa c’è il Movimento 5 Stelle che a Napoli Fuorigrotta batte il suo ex capo Luigi Di Maio, sconfitto dall’ex ministro Sergio Costa. FdI fa da traino a un centrodestra dove Lega e Forza Italia inseguono a distanza l’alleato. Dall’altra, il dato dell’affluenza al 63,8%, in calo di nove punti rispetto alla precedente tornata elettorale, con un crollo al Sud. Sono questi i due volti delle elezioni politiche 2022.
«Questo è il tempo della responsabilità - è stato il commento a caldo della leader di FdI Giorgia Meloni - , il tempo in cui se si vuole far parte della storia si deve capire quale responsabilità abbiamo verso decine di milioni di persone perchè l'Italia ha scelto noi e non la tradiremo come non l'abbiamo mai tradita. Se saremo chiamati a governare la nazione ha aggiunto - lo faremo per tutti, per unire un popolo esaltando ciò che unisce piuttosto che ciò che divide».
Al Senato la coalizione di centrodestra prende almeno 114 seggi e mette in sicurezza la possibilità di governare in autonomia. Alla Camera supera il 43 per cento e vola. Meloni stravince e si prende l’Italia con gli alleati interni indeboliti e la Lega di Salvini vicina al crollo. Tiene Forza Italia, almeno rispetto agli ultimi sondaggi. FdI è infatti nettamente il primo partito italiano con il 26 per cento di consensi, seguito dal Pd che con il 19,8% non sfonda il tetto minimo cercato del 20%. Exploit del Movimento Cinque stelle che rimane il terzo partito italiano con il 15,5 per cento. Crolla invece la Lega all’8,78 per cento tallonata da Forza Italia data all’8,12%. Il centrosinistra alla Camera raggiunge il 26,14% con il Pd appena sotto il 20%, Il M5s il 15,41% e il terzo polo si ferma al 7,79 per cento. Queste sono le indicazioni che escono dal voto e che danno il centrodestra avanti sia alla Camera che al Senato con circa il 43 per cento dei consensi.
Il centrodestra, e questo è il dato più importante, avrà una maggioranza autonoma anche al Senato, quello che era il vero dubbio della vigilia. Il centrodestra è stimato in una forchetta va da 109 a 119 seggi, sufficienti per navigare con una certa tranquillità.
Di definitivo c’è solo il dato dell’affluenza che non è disastroso come si temeva ma certo fa registrare un netto calo rispetto alle politiche del 2018: secondo i dati del Viminale alle 23 hanno votato circa il 64 per cento degli elettori contro il 74 delle scorse elezioni. Ben 10 punti in meno, la più bassa della storia repubblicana.
Lusinghiero il risultato del Movimento guidato da Giuseppe Conte che ribalta gli ultimi sondaggi e che lo collocano ben avanti alla Lega di Salvini. E immediatamente gli esponenti M5s attaccano il Pd per la gestione della campagna elettorale: «il centrodestra unito ha vinto. Letta qualche domanda dovrà farsela», ha detto il vicepresidente M5s Michele Gubitosa. E in casa Pd già si riparla apertamente di alleanza con l’M5s: «È evidente che ora si aprirà un’altra stagione dopo che avremo capito quali sono i numeri», ha detto per il Pd Francesco Boccia parlando del dialogo con il M5s.
In casa del terzo polo si respira un’atmosfera mista: oggettivamente buono il risultato del matrimonio tra Calenda e Renzi ma le aspettative della vigilia erano alte e il nuovo partito non è riuscito a sfondare quel 10 per cento che sarebbe stato un successo.
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