di Manuela Perrone
In coda per il passaporto. L'ufficio del commissariato Barriera Nizza di Torino
3' di lettura
Da Torino a Genova, da Parma a Roma, da Napoli a Cagliari, le lunghissime file per i rinnovi o i rilasci dei passaporti costringono il Viminale ad «attenzionare» il fenomeno, attribuito per ora a un boom delle domande nel post pandemia. Lo ha ripetuto il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi: «I passaporti vengono rilasciati dalle questure e gravano sul sistema di polizia anche queste incombenze amministrative: nel dopo Covid abbiamo registrato un’esplosione delle richieste, dovuta anche a una ripresa dei viaggi e alla Brexit. Nel 2022 ne sono stati rilasciati 1,8 milioni».
Contro i ritardi e i disservizi, ospite di “Diario del giorno” su Rete 4 dopo aver assistito alla presentazione del progetto Polis (che prevede l’apertura di sportelli unici di prossimità nei piccoli comuni anche per facilitare l’accesso al servizio di rilascio dei passaporti), Piantedosi ha assicurato: «Stiamo lavorando. Ci siamo organizzati con aperture straordinarie, intensificazione degli appuntamenti e postazioni più performanti. Confido che già dalle prossime settimane avremo un alleggerimento del carico».
Le aperture extra per chi non riesce a prenotare con l’Agenda Online - il sistema a cui si accede dal sito della Polizia di Stato tramite Spid, Cie o Cns, necessario quasi ovunque per fissare gli appuntamenti e consentire agli uffici di gestire i flussi di cittadini - sono la strada già imboccata in molte città, a cominciare da Torino, dove il 28 gennaio, nella prima giornata “straordinaria”, sono state acquisite ben 3mila istanze negli uffici passaporti della provincia.
Il problema è che le aperture straordinarie si traducono in folle davanti alle questure e agli altri uffici di polizia preposti, con code e attese anche durante la notte. Dov’è il baco? Era stato lo stesso Piantedosi, rispondendo a due interrogazioni durante il Question Time alla Camera, a indicare tra le cause dell’aumento delle richieste di rilascio, oltre al post Covid e a Brexit, anche «la difficoltà, registratasi soprattutto nei comuni più popolosi, di conseguire in tempi rapidi la carta d’identità, con la conseguenza che il passaporto viene richiesto non solo ai fini dell’espatrio, ma anche per disporre di un documento di identità». Le difficoltà delle anagrafi, in sintesi, si scaricherebbero sugli uffici che rilasciano i passaporti.
Sta di fatto che il trend del 2022 - una media di oltre 151mila rilasci di passaporti al mese - «non accenna a diminuire neppure nel mese corrente». Il ministro ha comunque difeso l’operato delle questure: «Una volta acquisita l’istanza, rispettano i tempi normativamente previsti per la conclusione del procedimento, che sono 15 giorni più altri 15 in caso di ulteriori accertamenti». Come a dire: l’anello che non tiene sta nella possibilità di ottenere in tempi brevi un appuntamento tramite il sistema Agenda Online, non nell’iter successivo di rilascio.
Sin da giugno il Viminale aveva invitato gli uffici territoriali a organizzare gli open day, a estendere il numero di giorni di apertura degli uffici al pubblico e ad attivare gruppi di operatori dedicati. Oltre alla condivisione delle migliori pratiche messe in campo da alcune questure, l’Interno sta inoltre realizzando «interventi di reingegnerizzazione dell’applicativo Agenda Online, per renderlo più fruibile agli utenti». Ed entro febbraio ha previsto «il dispiegamento di nuove postazioni di lavoro più performanti, con la possibilità, per i questori che ne ravvisino la necessità, di chiederne un eventuale aumento». Senza escludere ciò che reclamano i sindacati di polizia: l’assegnazione di nuove unità di personale agli uffici per superare uno «storico deficit».
Manuela Perrone
inviata parlamentare
P.I. 00777910159 Dati societari
© Copyright Il Sole 24 Ore Tutti i diritti riservati
Per la tua pubblicità sul sito: 24 Ore System
Informativa sui cookie Privacy policy