Economia
Pubblicità

Economia

Sanremo 2023, l’economia del Festival: dal giro d’affari al budget

di Andrea Biondi e Francesco Prisco

Sanremo, l'arrivo di Chiara Ferragni nella città dei fiori

Dal 7 all’11 febbraio torna su Rai 1 la kermesse della canzone italiana. Come funziona il suo modello di business? Proviamo a spiegarlo in sei numeri

5 febbraio 2023
Pubblicità

4' di lettura

Ci siamo. Sta per alzarsi il sipario sulla 73esima edizione del Festival della canzone italiana di Sanremo che, dal 7 all’11 febbraio, sarà trasmesso in prima serata da Rai 1. Quella che sta per cominciare è la quarta edizione che vedrà Amadeus nelle doppie vesti di conduttore e direttore artistico, ruolo che sarà suo anche nel 2024. Stiamo parlando dell’evento core della televisione tricolore che, negli ultimi anni, ha recuperato centralità assoluta anche rispetto alle dinamiche del mercato discografico. Ma come funziona il suo modello di business? Proviamo a spiegarlo in sei numeri.

Immagine non disponibile

Amadeus, direttore artistico per il quarto Festival consecutivo (Ansa)

Pubblicità

50 milioni

In euro, la raccolta pubblicitaria che - a quanto ricostruito dal Sole 24 Ore sulla base di alcune stime in circolazione fra le centrali media - potrebbe realizzare la quarta edizione del Festival diretto da Amadeus. Rai Pubblicità è già da qualche settimana in overbooking, nonostante l’incremento dei listini frutto delle performance di ascolti delle passate edizioni. I 50 milioni arriverebbero dopo i 42 milioni di raccolta del 2022. A quanto pare il risultato sarebbe già in cassaforte ai blocchi di partenza. Secondo le rilevazioni di Omnicom Media Group, per quanto riguarda la pubblicità tabellare il listino medio dell’evento presenta una crescita del 28,1% rispetto alla precedente edizione. Il focus dell’offerta di Rai Pubblicità agli investitori si è molto spostato soprattutto sulle durate più contenute, in particolare sugli spot di 15 secondi, proprio per l’esigenza di accontentare tutti, peraltro in un quadro in cui, dal primo gennaio 2023, è entrato a regime il nuovo Testo unico che abbassa ulteriormente l’affollamento pubblicitario per Rai portandolo al 6% nella fascia oraria 18-24 (dal 7% dello scorso anno). Questo si traduce in una minore disponibilità di bacino pubblicitario: dai 25 minuti e 12 disponibili nella fascia 18-24 del 2022 si passa a 21 minuti e 36 secondi a disposizione nel 2023 (ossia 3 minuti e mezzo in meno).

Immagine non disponibile

Fiorello condurrà il dopofestival dell’edizione 2023: la Rai fa crescere l’appeal pubblicitario della notte di Rai 1 (Ansa)

66

In percentuale, lo share della finale di Sanremo dell’anno scorso. Uno dei numeri da «battere» per poter dire che l’Amadeus quater è stato un successo. Il 73esimo Festival di Sanremo arriva ai blocchi di partenza con alle spalle un’edizione del 2022 con ascolti medi delle cinque serate superiori agli 11 milioni di spettatori e una quota d’ascolto media del 58%, con la serata finale sopra il 66 per cento. Sanremo, come spiegava lo scorso anno Francesco Siliato, media analyst dello Studio Frasi, «è come sempre diviso in due parti. L’ascolto medio della prima parte è di 14,1 milioni di persone per uno share del 56,8 per cento. La media delle seconde parti, che iniziano intorno alle 23.45, è di 7,4 milioni per uno share del 61 per cento». Per l’edizione del 2022 interessante il dato relativo alla «Generazione Z» (i nati fra il 1997 e il 2012) che, secondo i dati Auditel elaborati dallo Studio Frasi, ha registrato sulle cinque serate una quota d’ascolto media del 70%, con chi ha età tra i 20 ed i 24 anni al 72,7% e i 15-19enni al 71,6 per cento.

Immagine non disponibile

I Depeche Mode, ospiti della serata finale di Sanremo 2023 (Epa)

17 milioni

In euro, è il costo stimato delle ultime edizioni di Sanremo, cifra che non dovrebbe discostarsi troppo dal budget di quello in corso. La cifra non viene mai fornita ufficialmente, ma i rumors lasciano presumere un bilancio più che attivo per la kermesse. Certo, quest’anno tornano i grandi ospiti internazionali (Depeche Mode e Black Eyed Peas) che potrebbero far lievitare la voce cachet, ma almeno nel caso dei Depeche Mode si tratta di artisti con tour estivi programmati in Italia. E sul piatto della bilancia, nelle trattative con il management, puoi far pesare la grande visibilità che solo un evento come Sanremo può assicurare a chi deve vendere biglietti per gli stadi.

Immagine non disponibile

Blanco e Mahmood, vincitori a Sanremo 2023 (Ansa)

2,5

In percentuale, il contributo delle canzoni in gara al mercato discografico italiano che, l’anno scorso, si è attestato su un giro d’affari che da noi supera i 300 milioni. Il dato, negli ultimi cinque anni, è praticamente raddoppiato: fino al 2019 si attestava sull’1,2 per cento. Merito di cast sempre più in linea con la domanda del pubblico giovanile, particolare su cui la direzione artistica di Amadeus ha insistito molto. La cifra potrebbe apparire bassa, ma attenzione: andare a Sanremo, per chi produce musica, è anche un investimento in termini di marketing. La passerella nazionalpopolare per eccellenza è infatti una straordinaria occasione di visibilità per artisti chiamati a «vendere» anche il resto della propria produzione e soprattutto la propria attività live. Aspetto interessante: a fine 2022 Brividi, canzone di Blanco e Mahmood vincitrice del Festival, ha chiuso prima nella classifica annuale singoli Fimi GfK. C’è un unico precedente di brano vincitore del festival che, a fine anno, primeggiava nella chart dei singoli: Nel blu dipinto di blu di Domenico Modugno nel 1958. Se non è riavvicinamento Sanremo/vendite questo...

Immagine non disponibile

Marco Mengoni, in lizza per la vittoria a Sanremo 2023 (Ansa)

58mila

In euro, il rimborso che la Rai assicura a ciascun team in gara: 50mila euro vanno ad appannaggio dell’intero progetto presentato, 3mila euro all’artista, altri 5mila servono a finanziare la serata dei duetti con ospiti. Accanto a queste risorse si collocano gli investimenti delle case discografiche a sostegno delle spedizioni sanremesi che, per ciascun artista in gara, possono arrivare fino a 100mila euro.

Immagine non disponibile

Ultimo, secondo a Sanremo 2019, ci riprova. Ed è papabile di podio (Ansa)

14

Le case discografiche che hanno iscritto le 28 canzoni in gara al 73esimo festival di Sanremo. Oltre alle tre major Universal Music, Sony Music e Warner Music troviamo 11 etichette indipendenti. Tra le major la parte del leone quest’anno la fa Sony con nove concorrenti (tra cui anche Lda che è in forza alla controllata Cgd). Seguono Universal a quota sei e Warner a due. Tra le label indipendenti figurano brand storici come Sugar e Carosello e realtà emergenti dell’indie italiano come Woodworm e Bomba Dischi. Se guardiamo alle ultime cinque edizioni, troviamo due vittorie di Universal (l’anno scorso con Blanco e Mahmood e nel 2019 con il solo Mahmood), una di Sony (nel 2021 con i Maneskin) e due indipendenti: una di Carosello (Diodato nel 2020) e una di Mescal (nel 2018 con Ermal Meta e Fabrizio Moro). Chi vincerà quest’anno? I bookmaker scommettono tutto su Marco Mengoni (Sony Music) e Ultimo (indipendente con la sua Ultimo Records). È come se due gradini del podio finale fossero già occupati. Sarà un caso se il podio dell’edizione 2023 del Festival si è allargato a cinque concorrenti?

Riproduzione riservata ©
Pubblicità
Visualizza su ilsole24ore.com

P.I. 00777910159   Dati societari
© Copyright Il Sole 24 Ore Tutti i diritti riservati
Per la tua pubblicità sul sito: 24 Ore System
Informativa sui cookie  Privacy policy