Ucraina, a Odessa ci si prepara a un possibile attacco russo
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La guerra in Ucraina è un mix di annunci diplomatici, contraddizioni, minacce e città bombardate. Mentre il Cremlino annuncia che domani riprendono i colloqui tra delegazione russa e quella ucraina, ma ancora in videoconferenza, il Financial Times scrive che la Russia ha chiesto alla Cina assistenza militare: non fornisce dettagli sul tipo di materiale richiesto ma rivela la fonte in alti funzionari americani.
Tutto questo mentre gli Stati Uniti cercano nella Cina un interlocutore. Domani 14 marzo il consigliere alla Sicurezza Nazionale della Casa Bianca, Jake Sillivan, incontrerà a Roma il capo della diplomazia del Partito comunista cinese Yang Jiechi. Un incontro importante che riguarderà non solo «la competizione tra i due Paesi» ma ovviamente la guerra che si sta combattendo in Europa.
Ricorre la paura delle armi chimiche, evocata da entrambe le parti. Oggi è sempre il consigliere alla Sicurezza Nazionale Sullivan che, in un’intervista a Abc, ribadisce: la Russia pagherà un prezzo alto se userà le armi chimiche.«C’è una escalation della retorica da parte della Russia - dice Sullivan - che cerca di accusare gli ucraini e gli Stati Uniti di voler usare armi chimiche o biologiche e questo è un indicatore che di fatto i russi stanno preparandosi a farlo loro per cercare di dare la responsabilità ad altri».
Il diciottesimo giorno di guerra in Ucraina registra una escalation bellica nella parte occidentale del Paese, quella più vicina al confine con la Polonia, da dove entrano volontari e armi inviate dall’Occidente. Sirene d’allarme per circa mezzora a metà mattinata a Leopoli, dopo che già nella notte hanno suonato per oltre tre ore: a circa 40 chilometri a nordovest è stata colpita la base militare di Yavoriv, utilizzata anche dalla Nato come centro di addestramento.
Nell’International Center for Peacekeeping&Security di Yavoriv, vicina al confine con la Polonia, operavano anche istruttori stranieri. Contro la base - ha riferito il governatore della regione di Leopoli - sono stati lanciati 30 razzi e l’attacco ha ucciso 35 persone. Il numero delle vittime è di molto maggiore a quello annunciato precedentemente; ci sarebbero anche decine di feriti, tra cui olandesi che Mosca non esita a bollare come mercenari. Interviene però anche il portavoce del Pentagono John Kirby: «Abbiamo detto molto chiaramente alla Russia che il territorio Nato sarà difeso, non solo dagli Stati Uniti, ma da tutti gli alleati».
Altre esplosioni sono state udite in direzione dell’aeroporto di Ivano Frankivsk, una località a pochi chilometri da Leopoli, e a Kherson dove la gente è scesa in piazza contro l’occupazione russa. L’allerta raid aerei è scattata anche a Kiev, Kharkiv e Dnipro. Inoltre, la Russia sta trasferendo in Ucraina combattenti dalla Siria, dalla Serbia e dal Nagorno-Karabakh per rafforzare la sue truppe che sta raggruppando in vista di un’offensiva. Lo afferma lo Stato maggiore delle forze armate ucraine citate da The Kyiv Independent.
In questo contesto di grande tensione e minacce domani 14 marzo riprendono i colloqui tra ucraini e russi. Dice Mykhailo Podoliak, consigliere del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, «Ci sono varie proposte sul tavolo dei negoziati ora, anche su una soluzione politica e, soprattutto, su una soluzione militare. Intendo una formula per un cessate il fuoco e il ritiro delle truppe». Podoliak ha detto anche di aspettarsi «risultati concreti». E i russi, dal canto loro, sostengono che si sono fatti «progressi significativi» nei colloqui.
Intanto la Turchia, secondo quanto riporta la Tass, non si unirà alle sanzioni dell’Occidente contro la Russia e sottolinea che le due parti si sono riavvicinate.
Un giornalista americano, Brent Renaud, 51 anni, è stato ucciso e un suo collega è stato ferito ad Irpin, nei sobborghi di Kiev, dalle forze russe. Lo annunciano le forze di sicurezza ucraine. I due giornalisti stavano filmando i profughi in fuga da Irpin quando sono stati sorpresi da colpi di arma da fuoco ad un checkpoint. Renaud è stato colpito al collo ed è morto all’istante mentre il collega è stato trasferito in ospedale. In un video sui social si può ascoltare la versione del giornalista ferito che racconta di come Renaud sia stato colpito al collo dai proiettili. La Casa Bianca risponde subito a quanto accaduto. “L’ho appena appreso: mi consulterò con i miei colleghi, con gli ucraini, per determinare come sia accaduto”, ha affermato il Consigliere per la sicurezza Usa Sullivan, in una intervista al programma della Cbs, “Face the Nation”. “Seguiremo questo ultimo sviluppo molto da vicino e risponderemo in modo proporzionale”, ha aggiunto.
Un altro sindaco ucraino è stato rapito dalle forze armate russe: si tratta del primo cittadino della città occupata di Dniprorudne, nella parte sudorientale del Paese, nella regione di Zaporizhzhia. Lo riporta il Kyiv Independent. Il sindaco di Dniprorudne, Yevhen Matviiv, è il secondo sindaco rapito, dopo quello di Melitopol, da quando è iniziata l’invasione russa in Ucraina.
La capitale intanto si prepara all’attacco finale, con i carri armati russi che avanzano lentamente ma minacciosamente verso Kiev. Le immagini satellitari mostrano l’avanzata dei carri armati russi fino a una quindicina di chilometri dal centro di Kiev, mentre nuovi pesanti attacchi missilistici hanno distrutto una base aerea nei pressi di Vasylkiv, una trentina di chilometri a sud-ovest della città.
La popolazione rintanata nella rete sotterranea della metropolitana di Kiev riceve gli aiuti internazionali di viveri e medicine, ma la situazione è sempre più grave. Fuori, l’esercito ucraino e i volontari civili continuano ad allestire barricate sulle strade e intorno ai monumenti e palazzi del governo.
Mariupol, la città affacciata sul Mar Nero in posizione strategica tra Crimea e Donbass, è allo stremo per i continui bombardamenti, l’impossibilità di ricevere cibo e acqua, di far evacuare i civili, mentre gas ed elettricità mancano da troppi giorni. Le forze russe stanno tentando di circondare quelle ucraine nell’est del Paese avanzando dalla direzione di Kharkiv e Mariupol, riferisce stamane il ministero della Difesa britannico.
Circa 1 milione di persone sono senza gas e riscaldamento in Ucraina, a causa degli attacchi russi. Lo ha reso noto il fornitore di gas del paese, secondo quanto riporta il Guardian. GTSOU ha fatto sapere che si sta lavorando per riparare i danni causati dai bombardamenti e ripristinare le forniture. I bombardamenti hanno danneggiato le infrastrutture di Donetsk, Luhansk e Mykolaiv, dove un raid russo ha colpito una scuola: il bilancio è due morti e due feriti.
Agli ingegneri è stato impedito di raggiungere un centro di distribuzione del gas a Bashtanka a causa dei combattimenti in corso. Un centro a Prybuzke è stato chiuso per i danni alle apparecchiature. Anche Odessa, finora risparmiata dalle bombe, si prepara a un possibile attacco diretto. Le immagini dell’Opera di Odessa che canta “Va' Pensiero” in strada, sotto la bandiera, hanno fatto il giro del mondo.
Gli Stati uniti, intanto, chiedono a Mosca di rinunciare alle condizioni poste per ripristinare l’accordo del 2005 sul programma nucleare delI’Iran. Se questo non avverrà entro una settimana l’amministrazione Biden è pronta ad escludere la Russia dai negoziati e a lavorare per un’intesa alternativa con Teheran. Lo riporta il Wall Street Journal. Mosca nei giorni scorsi ha chiesto garanzie scritte per essere esentata da ogni sanzione legata alla guerra in Ucraina che possa pregiudicare i suoi futuri rapporti commerciali con l’Iran. Una richiesta che per Washington potrebbe minare il giro di vite in atto sull’economia russa.
«Non cerchiamo alcuna guerra con la Russia», ha ribadito il capo della Nato, Jens Stoltenberg, che, in un’intervista alla Welt am Sonntag, afferma di essere contrario alla no fly zone sull’Ucraina. «Questo significa che le forze russe dovrebbero essere attaccate, il che comporterebbe uno scontro diretto e si rischierebbe un’escalation incontrollabile... La guerra va chiusa. non ampliata».
«In nome di Dio fermate questo massacro». È l’accorato appello di Papa Francesco all’Angelus, nel corso del quale ha dedicato forti parole contro la guerra in Ucraina, sottolineando che si tratta di una aggressione: «Davanti alla barbarie della uccisione di bambini, di innocenti e di civili inermi non ci sono ragioni strategiche che tengano, c’è solo da cessare l’inaccettabile aggressione armata prima che riduca le città a cimiteri». «Dio è solo Dio della pace, non è Dio della guerra e chi appoggia la violenza ne profana il nome. Ora preghiamo in silenzio per chi soffre e perché Dio converta i cuori ad una ferma volontà di pace».
Sono 14.274, dal 24 febbraio, la persone arrestate in Russia durante le proteste contro l’aggressione all’Ucraina. Lo rende noto il sito indipendente OVD-Info che si occupa della tutela dei diritti umani in Russia precisando che ci sono 10 tribunali impegnati in procedimenti penali politici nella settimana che comincia lunedì 14 marzo.
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