di Marta Casadei
La presentazione della collezione Geox per l’AI 23-24 a Milano
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«Abbiamo chiuso un eccellente 2022, con ricavi in salita del 20,8%, e la conferma dell’apprezzamento del marchio e dei nostri prodotti in tutti i mercati nei quali operiamo. Continueremo quindi a investire da un lato nello stile italiano e dall’altro nella tecnologia: così potremo crescere ancora di più». È soddisfatto Mario Moretti Polegato, fondatore e presidente di Geox Group: l’azienda ha superato il periodo Covid con un certo slancio, dovuto anche agli investimenti fatti in tecnologia, creatività, formazione e in una rete di vendita “ibrida” che intreccia retail, wholesale ed e-commerce e copre più di 110 Paesi del mondo. «Il consumatore apprezza il connubio tra tecnologia e creatività. La Spherica - con la sua leggerezza e comodità - ha fatto da apripista, ma per l’autunno 23-24 presentiamo la Spherica Actif con un tacco che aiuta nella camminata. Questo è stato possibile solo grazie ai grandi investimenti che abbiamo fatto specialmente in tecnologia e formazione: non basta solo l’idea, ci vuole anche la capacità di gestirla».
Gli investimenti sono stati il driver di crescita per Geox durante e dopo la pandemia: «Abbiamo usato questi anni per investire nella trasformazione del modello di business, perché volevamo uscire dal Covid con un’azienda in espansione - spiega Livio Libralesso, amministratore delegato di Geox dal gennaio 2020 -. I dati della campagna vendite P-E 23 e della A-I 23-24 che è in corso ci fanno prevedere una chiusura 2023 in crescita a doppia cifra, verso gli 800 milioni di euro di ricavi». Anche grazie all’abbigliamento: «Vale circa il 10% del giro d’affari, è cresciuto del 16-17% ed è un driver di sviluppo».
I mercati esteri sono decisivi nella strategia di sviluppo dell’azienda veneta: oltre il 70% dei ricavi del gruppo - che secondo i dati preliminari nel 2022 hanno toccato quota 735,5 milioni, in aumento del 20,8% rispetto all’esercizio precedente (+17,8% a cambi costanti) - sono infatti realizzati oltre confine. «Durante la pandemia abbiamo voluto concentrarci su Italia ed Europa con risultati incoraggianti. Ora è il momento di focalizzarci sullo sviluppo nei mercati più lontani: in questi mesi abbiamo avuto ottimi riscontri in Medio Oriente - un mercato effervescente, dove un nostro partner ha aperto 13 boutique in Emirati, Qatar e Arabia Saudita e ci ha chiesto di arrivare a 25- e in Asia, con performance particolarmente positive in Corea del Sud, Giappone e India». Più complesso il discorso legato agli Usa: «Abbiamo chiuso i ridotto la presenza retail, puntando su collaborazioni con le insegne più famose tra i department store come Nordstrom, Bergdorf Goodman e sul canale digitale. E stiamo vedendo i primi risultati».
Marta Casadei
redattore
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