Ucraina, Biden dice no all'invio dei caccia F-16
Qualsiasi utilizzo di mine antiuomo che causi vittime tra i civili dovrebbe essere indagato. Lo ha detto Farhan Haq, vice portavoce del Segretario generale delle Nazioni Unite, riferendosi alla possibile indagine sulle vittime a seguito dell’uso di mine nel Donbass da parte delle truppe ucraine. “Quando c’è qualche possibilità che vengano utilizzati armamenti che causano tali vittime, questo deve essere indagato a fondo, e quindi incoraggiamo che ciò accada”, ha aggiunto.
“Ho ringraziato il primo ministro belga Alexander de Croo per il recente potente pacchetto di assistenza. Abbiamo discusso di una ulteriore cooperazione in materia di difesa, sostegno alle nostre iniziative presso le Nazioni Unite e accelerazione del prossimo pacchetto di sanzioni dell’Unione europea”: lo ha affermato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky su Telegram. “Contiamo sulla posizione di principio del Belgio nel non consentire agli atleti russi di prendere parte alle Olimpiadi del 2024”, ha aggiunto.
“Le linee rosse riguardanti i rifornimenti bellici all’Ucraina dovrebbero essere superate e, nel complesso, molte linee rosse sono già state superate”. Lo ha affermato il presidente lituano Gitanas Nausėda nel corso di un’intervista alla televisione di stato, auspicando che “anche la linea rossa” sui caccia e missili a lungo raggio richiesti da Kiev “venga attraversata”. “I caccia e i missili a lungo raggio sono un’assistenza militare di base, e in questo in una fase cruciale della guerra, quando si prevede una svolta, è fondamentale agire immediatamente”, ha sottolineato Nauseda. “Lo status di Paese candidato all’Unione europea - ha precisato il presidente lituano - era un tempo un tabù, una linea rossa per l’Ucraina. All’inizio della guerra, la Germania inizialmente disse che non avrebbe inviato armamenti: solamente giubbotti, elmetti e simili. Tuttavia, anche questa linea rossa è stata infranta già da tempo”.
La guardia di frontiera ucraina ha impedito a più di 13.000 persone di lasciare il paese dall’inizio dell’invasione russa lo scorso anno. “In totale, più di 9.100 persone sono state detenute al confine verde dal 24 febbraio”, ha detto il portavoce della polizia di frontiera, Andriy Demchenko, aggiungendo che “la maggior parte è stata arrestata al confine con la Romania e la Moldavia. Ad altre 3.900 persone è stato impedito di attraversare il confine ai valichi ufficiali con documenti falsi. La maggior parte voleva proseguire verso l’Ungheria o la Polonia. Nell’ambito della mobilitazione generale all’inizio della guerra, agli ucraini di età compresa tra i 18 ei 60 anni soggetti al servizio militare è stato vietato di lasciare il paese, salvo poche eccezioni. Secondo quanto riferito dalle guardie di frontiera, alcuni uomini hanno tentato di lasciare il Paese in abiti femminili, altri mostrando documenti finti che avrebbero dovuto comprovare l’esistenza di figli o di mogli oltre il confine. Diversi uomini sono morti congelati nei Carpazi e almeno una dozzina sono annegati nei fiumi, principalmente al confine con la Romania. Non si conosce il numero reale di ucraini che sono riusciti a sfuggire al servizio militare.
Nella sua immiente visita in Cina, la prima di un esponente dell’amministrazione Biden, il segretario di stato Antony Blinken solleverà anche la questione della guerra in Ucraina: lo ha detto in un briefing virtuale il portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale John Kirby.
La Russia ha rafforzato i suoi legami commerciali con la Cina lo scorso anno per aggirare le sanzioni occidentali. Secondo un rapporto della Free Russia Federation, organizzazione non governativa con base negli Stati Uniti, Mosca ha aumentato le importazioni dalla Cina di tecnologie cruciali per la guerra in Ucraina, inclusi i semiconduttori e i microchip. Pechino ha invece aumentato gli acquisti di beni e prodotti russi, in particolare di energia. “Con gli Stati Uniti, l’Unione Europea e la Gran Bretagna che hanno fatto un passo indietro dalla Russia, la Cina è emersa - con ampio margine - il più importante partner commerciale della Russia”, si legge nel rapporto, secondo quanto riportato dal Wall Street Journal.
Gli Stati Uniti hanno accusato la Russia di non rispettare i suoi obblighi imposti dal trattato New Start del 2010 sul controllo delle armi nucleari. Mosca, secondo Washington, non consentirebbe agli ispettori di visitare i suoi siti di armi nucleari, come previsto dall’accordo. Lo ha affermato un portavoce del Dipartimento di Stato americano, come riporta il Guardian. Il “rifiuto” della Russia di consentire le ispezioni “impedisce agli Stati Uniti di esercitare diritti importanti ai sensi del trattato e minaccia la fattibilità del controllo degli armamenti nucleari Usa-Russia”, ha spiegato il portavoce. Il portavoce ha aggiunto che Mosca aveva un “percorso chiaro” per tornare alla conformità consentendo attività di ispezione e ha aggiunto che gli Stati Uniti rimangono pronti a lavorare con la Russia per attuare pienamente il trattato.
Il primo ministro ucraino Denys Chmygal ha confermato che venerdì 3 febbraio si terrà a Kiev un vertice Ucraina-Unione europea, il giorno dopo le “consultazioni intergovernative” tra Kiev e la Commissione europea che si svolgeranno “per la prima volta nella nostra storia”. “Il fatto che questo vertice si tenga a Kiev è un segnale forte rivolto sia ai partner sia ai nemici”, ha affermato Chmygal in una riunione del governo, affermando “di aspettarsi dal vertice una valutazione provvisoria positiva dei nostri sforzi per l’integrazione europea’.
A poco più di tre settimane dal primo anniversario dall’invasione russa in Ucraina, al Palazzo di Vetro dell’Onu fervono le consultazioni sugli appuntamenti in calendario, compresa l’ipotesi di una visita di Volodymyr Zelensky. Secondo quanto ha appreso l’ANSA da fonti diplomatiche delle Nazioni Unite, in programma c’è anzitutto una riunione commemorativa in Consiglio di Sicurezza il 24 febbraio, giorno dell’anniversario, molto probabilmente a livello ministeriale. Ancora non è chiaro il livello di partecipazione da parte dei titolari delle diplomazie dei 15 Paesi membri (e altri), ma sembra che saranno in diversi, in primis europei, ad arrivare nel quartier generale sull’East River. Sul fronte dell’Assemblea Generale, invece, le consultazioni sono ancora in divenire, ma nelle scorse settimane l’ambasciatore ucraino alle Nazioni Unite, Sergiy Kyslytsya, ha affermato che è già stato programmato un dibattito ad alto livello sulla guerra. L’incontro - ancora non confermato ufficialmente - dovrebbe tenersi il 23 febbraio. Kiev starebbe valutando di chiedere ai 193 Paesi membri di votare una risoluzione sul piano di pace in 10 punti elaborato dal presidente Zelensky. Numerosi Paesi tuttavia non sono convinti - precisano le fonti diplomatiche - e ritengono che il rischio sia quello di ottenere un sostegno limitato in Assemblea, fatto che sarebbe controproducente. In diversi infatti preferirebbero che prima si trovasse un accordo per una cessazione delle ostilità, e solo dopo iniziassero i colloqui sul piano di pace, non il contrario. Secondo le medesime fonti, non è esclusa una visita di Zelensky al Palazzo di Vetro nei giorni precedenti il 24 febbraio se le condizioni logistiche dovessero permetterlo. Anzi, la vice ministra degli Esteri di Kiev Emine Dzhaparova ha spiegato che “il nostro presidente vorrebbe venire, ha la volontà o l’intenzione di venire”, ma ci sono molti fattori da valutare, e soprattutto se “la situazione di sicurezza glielo permetterà”. In ogni caso, le attese sono che sicuramente l’Ucraina sarà rappresentata a livello politico per gli appuntamenti commemorativi di febbraio.
La Grecia non fornirà carri armati Leopard all’Ucraina a causa delle tensioni con la Turchia. Lo ha annunciato il primo ministro greco Kyriakos Mitsotakis durante una visita in Giappone, secondo quanto riferito dai media giapponesi e dalla televisione di stato greca Ert. “Non invieremo i Leopard-2 per il semplice motivo che sono assolutamente necessari per la nostra strategia di difesa”, ha spiegato Mitsotakis. Le relazioni tra Grecia e Turchia stanno attraversando una fase molto tesa a causa di una disputa sulle acque territoriali nel Mar Mediterraneo orientale. La Grecia ha più carri armati Leopard di qualsiasi altro paese in Europa: circa 350 Leopard 2 e 500 Leopard 1.
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha discusso con il primo ministro canadese Justin Trudeau della necessità dell’Ucraina di “veicoli corazzati, artiglieria e aviazione”. “Sono in costante contatto con il primo ministro canadese Justin Trudeau”, ha scritto il leader ucraino su Twitter. “L’ho informato in dettaglio della situazione al fronte e delle esigenze di difesa dell’Ucraina in veicoli corazzati, artiglieria e aviazione. Abbiamo concordato misure diplomatiche congiunte, in particolare sull’attuazione della formula di pace”, ha sottolineato Zelensky. Nei giorni scorsi, il Canada ha annunciato che fornirà quattro carri armati Leopard 2 in Ucraina.
“Dateci degli aerei, dateci le ali della nostra vittoria”: questo l’appello lanciato a Parigi dal presidente della Rada, il parlamento ucraino, Stefantchuk. “Queste ali ci proteggeranno”, e proteggeranno “tutta l’Europa”, ha aggiunto Stefantchouk, che oggi ha partecipato all’inizio della seduta all’Assemblea Nazionale di Parigi. Mentre i capigruppo di diversi partiti francesi chiedono l’apertura di un dibattito parlamentare sulla guerra in Ucraina.
Il presidente bielorusso Alexander Lukashenko ha dichiarato martedì che il suo Paese è disposto a offrire maggiore assistenza alla Russia, suo stretto alleato, nella guerra contro l’Ucraina. Ma Lukashenko ha sottolineato che la Russia non ha bisogno di “alcun aiuto” in questo momento. Tuttavia, “se i nostri fratelli russi hanno bisogno di aiuto, siamo sempre pronti a offrirlo”, ha precisato durante una visita di Stato nella nazione africana meridionale dello Zimbabwe, anch’essa vicina alla Russia.
Andrei Medvedev, l’ex mercenario del gruppo Wagner che ha disertati e ha chiesto asilo alla Norvegia, in un’intervista esclusiva alla Cnn da Oslo ha raccontato la bruitalità alla quale ha assistito in Ucraina. Ha spiegato che i combattenti Wagner venivano spesso mandati in battaglia con poche indicazioni, e il trattamento riservato alle reclute riluttanti era spietato. “Riunivano quelli che non volevano combattere e gli sparavano davanti ai nuovi arrivati”, ha rivelato. “Ad esempio, hanno portato due prigionieri che si sono rifiutati di andare a combattere e hanno sparato loro davanti a tutti, poi li hanno seppelliti nelle trincee scavate dalle reclute”. Il 26enne, che afferma di aver precedentemente prestato servizio nell’esercito russo, si è unito a Wagner come volontario. È entrato in Ucraina meno di 10 giorni dopo aver firmato il suo contratto nel luglio 2022, prestando servizio vicino a Bakhmut, la città in prima linea nel Donetsk. Medvedev ha parlato alla Cnn da Oslo dopo aver attraversato il suo confine in un’audace defezione che, stando al suo racconto, lo ha visto sfuggire all’arresto “almeno dieci volte” e schivare i proiettili delle forze russe. A suo parere, al gruppo Wagner mancava una strategia: “Non c’erano vere tattiche. Abbiamo solo ricevuto ordini sulla posizione dell’avversario ma non c’erano ordini precisi su come comportarci. Pianificavamo come procedere passo dopo passo”.
Al momento, circa 326.000 soldati russi stanno combattendo in Ucraina. Lo sostiene Kyrylo Budanov, il capo dell’intelligence della difesa ucraina, in un’intervista al Washington Post rilanciata da Sky News. Nell’intervista, Budanov ha poi affermato che rimane solo il 9% delle forniture russe di missili Kalibr a lungo raggio. Per quanto riguarda il rischio di un attacco nucleare se l’Ucraina dovesse liberare la Crimea, Budanov ha affermato che “la Russia è un paese da cui ci si può aspettare molto, ma non una vera e propria idiozia. Effettuare un attacco nucleare risulterà non solo in una sconfitta militare per la Russia, ma anche nel crollo della Russia. E loro lo sanno molto bene”, ha sottolineato.
Il ministro della Difesa francese Sebastien Lecornu, parlando con il suo omologo ucraino Reznikov, ha detto che non ci sono “tabù” sull’invio di jet da combattimento, richiesti da Kiev.
“Per noi non esistono ipotesi di vittoria senza la riconquista della sovranità territoriale ucraina all’interno dei confini internazionalmente riconosciuti. Non ci saranno formati di Minsk o Normandia, le proposte sui negoziati che non includono la richiesta che ogni soldato russo lasci l’Ucraina sono solo propaganda russa”. Lo ha sottolineato il capo di gabinetto della presidenza ucraina, Andriy Yermak, nella sua audizione alla commissione Affari Esteri dell’Eurocamera. “Gli scettici mi chiedono se è possibile vincere contro una potenza nucleare, alla domanda vi rispondo che per 11 mesi lo abbiamo dimostrato sul campo, dateci le armi e libereremo i nostri territori”, ha aggiunto il consigliere di Zelensky.
La Francia donerà altri 12 cannoni semoventi Caesar all’Ucraina e invierà 150 militari in Polonia con l’obiettivo di addestrare 2mila soldati ucraini entro l’estate. Lo ha annunciato il ministro francese delle Forze armate, Sebastien Lecornu, citato dal sito dell’emittente Bfmtv.
Joe Biden ha detto che discuterà con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky l’invio di nuove armi a Kiev.
La Russia rivendica il completo controllo del villaggio di Blahodatne, nella regione di Donetsk. Ma non è ancora chiaro se a conquistarlo siano stati i mercenari della Wagner o i soldati regolari. Oltre che il ministero della Difesa a Mosca anche il capo della Wagner Evgheny Prigozhin ha annunciato la conquista. Blahodatne è a nord di Bakhmut. Le forze russe stanno cercando di conquistare Bakmut da nord e da sud. L’Ucraina controlla ancora la linea di rifornimento principale a nord ovest della città
Le forze ucraine hanno respinto gli attacchi russi su una strada vicino alla città orientale di Bakhmut, impedendo a Mosca di ottenere il controllo di un’importante linea di rifornimento ucraina. Lo ha affermato il portavoce militare Serhiy Cherevaty, riporta Sky News. “Le truppe russe - ha spiegato il portavoce - non sono state in grado di tagliare la strada che porta dalla città di Chasiv Yar a Bakhmut” e quindi non ci sono problemi per “rifornire le forze armate ucraine”. “L’esercito ucraino a Bakhmut è fornito di tutto il necessario”, ha aggiunto.
“Le forze armate russe hanno sparato su un’area residenziale della città di Bakhmut con cannoni d’artiglieria. Il bombardamento ha ucciso un uomo e un ragazzo di 12 anni”. Lo riferisce l’ufficio stampa della Procura generale ucraina, come riporta Ukrinform. Cinque cittadini sono invece rimasti feriti.
Il procuratore generale russo Igor Krasnov ha spiegato a Vladimir Putin che 9mila dei soldati mobilitati lo scorso settembre sono stati rinviati a casa, perché non qualificati a prestare servizio per ragioni di salute. Krasnov ha riconosciuto che durante la campagna sono emersi “una serie di problemi significativi” che “a molti sono stati di lezione”. Il Procuratore ha quindi assicurato al Presidente che tutti i finanziamenti predisposti dal governo sono stati usati per le reclute e che “la maggior parte dei problemi” relativi al loro equipaggiamento sono stati risolti.
“Il sostegno politico, economico e militare all’Ucraina e le sanzioni alla Russia sono funzionali a far cessare la guerra, non ad alimentarla”. Lo ha detto il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ricevendo al Quirinale Katalin Novák, Presidente di Ungheria, in visita ufficiale in Italia. Oltre al l’invasione russa dell’Ucraina e delle conseguenze politiche, economiche e umanitarie, i temi di discussione dell’incontro sono stati i rapporti bilaterali, il futuro dell’Ue e le relazioni con gli USA, le migrazioni, i Balcani occidentali e la persecuzione dei cristiani nel mondo.
Il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, ha confermato di aver ricevuto un messaggio del suo omologo americano, Antony Blinken, tramite il capo della diplomazia egiziana, Sameh Shoukry, in seguito alla visita del segretario di Stato al Cairo. Secondo Lavrov, riporta l’agenzia di stampa Tass, il messaggio di Blinken contiene solo appelli alla Russia ad “andarsene e fermarsi” in Ucraina. “La Russia è pronta ad ascoltare qualsiasi proposta seria che miri a risolvere la situazione attuale nel suo contesto globale”, ha proseguito il ministro degli Esteri, evidenziando invece la “seconda parte” del messaggio che Blinken “non ha trasmesso” e che, a suo parere, è stata invece rivelata ieri “dal segretario generale della Nato in Corea del Sud”. Secondo Lavrov, Stoltenberg ha dichiarato che la Russia “deve essere sconfitta e l’Occidente non può permettere che l’Ucraina perda, perché perderebbe il mondo intero”. Stoltenberg, ha sottolineato il ministro russo, “si è preso la libertà di parlare non solo a nome dei membri dell’Alleanza Atlantica, ma di tutti gli altri Paesi del mondo”. “Qui è tutto abbastanza chiaro, non stiamo affatto parlando dell’Ucraina”, ha concluso Lavrov.
Il presidente russo Vladimir Putin ha accolto il progetto per la creazione di centri di addestramento militare congiunti con la Bielorussia. In un decreto pubblicato oggi, i ministri degli Esteri e della Difesa hanno il compito di avviare negoziati e siglare un accordo per creare le strutture. Non è specificato il luogo in cui sorgeranno. Lo scorso ottobre, Minsk ha annunciato la creazione di una forza congiunta regionale con Mosca, che ha portato migliaia di soldati russi in Bielorussia. Le esercitazioni invece, iniziate alcune settimane fa, si dovrebbero concludere domani.
Il ministro degli esteri ucraino, Dmytro Kuleba, ha detto che Kiev prevede di ricevere dai 120 ai 140 carri armati in una “prima ondata” di consegne da una coalizione di 12 paesi. “La coalizione di carri armati ora ha 12 membri. Posso notare che nella prima ondata di contributi, le forze armate ucraine riceveranno tra i 120 ei 140 carri armati di modello occidentale”, ha detto Kuleba in un briefing come riporta il Guardian.
Carri armati pesanti e sistemi missilistici sì, F-16 no. Il premier britannico Rishi Sunak si accoda al presidente americano Joe Biden ed esclude per il momento ogni ipotesi d’invio di jet militari a Kiev, per far fronte alla Russia. “Gli aerei da combattimento in dotazione al Regno Unito sono estremamente sofisticati e richiedono mesi di addestramento per apprendere come farli volare”, ha tagliato corto oggi una portavoce di Downing, rispondendo a una domanda ad hoc. “Per questo crediamo non sia pratico fornirli all’Ucraina”, ha aggiunto, pur riservando al governo Tory di “continuare le discussioni” con gli alleati Nato. La dichiarazione arriva mentre l’ex premier Boris Johnson è atteso da interventi a sostegno della richiesta di F-16, venuta dall’amministrazione del presidente Volodymyr Zelensky, ospite di alcuni eventi del Partito Repubblicano Usa.
“Oltre 9.000 cittadini russi mobilitati illegalmente, compresi quelli che, a causa della loro salute, non avrebbero dovuto essere mobilitati in alcun modo, sono stati rimpatriati”. Lo ha annunciato il procuratore generale russo Igor Krasnov in un incontro con il presidente russo Vladimir Putin. Lo riporta l’agenzia Tass.
Durante la mobilitazione parziale, sono stati identificati molti problemi, ha detto Krasnov tra cui “problemi relativi al pagamento dell’indennità al personale militare”. “Ciò è dovuto principalmente all’inserimento errato o prolungato di informazioni rilevanti nel database, bloccando ad esempio i fondi trasferiti sui conti dei cittadini quando questi erano stati bloccati per ordine del tribunale”, ha dichiarato il procuratore generale.
Giappone e Nato devono rimanere “uniti e saldi” contro le minacce alla sicurezza poste da Cina, Corea del Nord e Russia. Lo ha detto a Tokyo Jens Stoltenberg. Il numero uno della Nato che ha parlato a fianco del primo ministro giapponese Fumio Kishida, ha avvertito che Pechino sta seguendo da vicino gli sviluppi dell’invasione russa dell’Ucraina e “trae lezioni da essa che potrebbero influenzare le sue decisioni future”.
“Quello che sta accadendo oggi in Europa potrebbe accadere anche domani nell’Asia orientale”, ha detto, facendo eco a un’opinione già espressa da Kishida. “Quindi dobbiamo rimanere uniti e fermi, per difendere insieme la libertà e la democrazia”, hanno aggiunto Stoltenberg e Kishida dichiarandosi in particolare “preoccupati” per la crescente cooperazione militare tra Cina e Russia. La Cina “non è il nostro nemico”, ha assicurato Stoltenberg, denunciando tuttavia la sua crescente presenza militare nell’Asia-Pacifico, le sue “molestie” nei confronti dei paesi vicini, le sue “minacce” nei confronti di Taiwan e le campagne di disinformazione contro l’Ucraina e la Nato. Il segretario generale della Nato è arrivato a Tokyo martedì nell’ambito di un viaggio in Asia volto a rafforzare i legami dell’organizzazione con i suoi principali alleati nella regione, la Corea del Sud e il Giappone. Stoltenberg e Kishida hanno anche sottolineato le loro comuni preoccupazioni per l’”atteggiamento provocatorio” della Corea del Nord, che nel 2022 ha lanciato un numero record di missili balistici e rivendicato il suo status “irreversibile” di potenza nucleare.
L’invio di armi dall’Occidente a Kiev non sono altro che “tentativi di trasformare l’Ucraina in una minaccia ancora più grave per la nostra sicurezza” e che le forze armate russe “stanno adottando tutte le misure necessarie affinché i piani dell’Occidente in Ucraina non si avverino, e non si avvereranno”. Lo ha detto il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, in una conferenza stampa dopo i colloqui con il ministro degli Esteri egiziano Sameh Shukri. Lo riporta l’agenzia Tass. “Naturalmente stiamo osservando le discussioni in Occidente sulla possibilità di rifornire ulteriormente l’Ucraina di armi sempre più serie, comprese quelle offensive”, ha aggiunto Lavrov.
«Una pace unilaterale in Ucraina non verrà accettata», né da Kiev, né da Mosca. E ora «più si va avanti, più diventa difficile parlare di pace. Almeno parliamo di cessate il fuoco». Lo ha detto il ministro degli Esteri turco Mevlut Cavusoglu in una conferenza stampa con il suo omologo ungherese Peter Szijjártó.
«Per quanto riguarda la guerra in Ucraina, fin dall’inizio ci stiamo impegnando per porvi fine. Le condizioni che erano nei primi mesi di guerra sono molto diverse rispetto a quelle che abbiamo ora. Più la guerra va avanti, più difficile Anche adesso non stiamo parlando di pace, ma almeno di cessate il fuoco», ha detto Cavusoglu. La Turchia, ha aggiunto, resta impegnata per mettere fine al conflitto.
«Continueremo i nostri sforzi, perché crediamo che questa guerra finirà al tavolo dei negoziati. Abbiamo bisogno di una pace che sia accettata da entrambe le parti», ha affermato il titolare della diplomazia turca sottolineando la necessità del «coinvolgimento di entrambe le parti. Una pace unilaterale non sarà accettata, né dalla Russia né dall’Ucraina. Bisogna guardare in faccia alla realtà».
Le forze armate ucraine hanno annunciato oggi di aver ucciso 850 soldati russi durante l’ultima giornata di scontri. Il numero totale di soldati russi uccisi dall’inizio dell’invasione è salito a 127.500, dato che contrasta con quello fornito da Mosca, che da settimane non aggiorna il bilancio delle vittime. Dall’invasione russa, - ha reso noto su Facebook lo stato maggiore ucraino - sono stati distrutti 3.201 carri armati, 2.197 sistemi di artiglieria e 221 sistemi di difesa aerea. Sono inoltre stati abbattuti anche 293 aerei, 284 elicotteri, 1.951 droni, 796 missili da crociera, e distrutti 18 imbarcazioni, 5.048 mezzi e serbatoi di carburante e 200 pezzi di “equipaggiamento speciale”. La Russia non fornisce dati sulle vittime del conflitto da settembre, quando il ministro della Difesa russo Sergei Shoigu ha confermato la morte di 5.937 soldati. Il portale di notizie russo Mediazona porta il numero totale dei decessi a 12.538, cifre che considera “confermate” da dati pubblicamente disponibili.
L’Ucraina ha bisogno di almeno 200 caccia occidentali per proteggere i suo cieli, in sostituzione degli attuali velivoli sovietici di vario tipo che sono ormai obsoleti: lo ha detto il portavoce dell'Aeronautica Militare ucraina, Yuriy Ignat, in commenti ai media internazionali. “Al momento, l’F-16 è il candidato più probabile per sostituire il vecchio aereo sovietico”, ha sottolineato l'ufficiale.
I Paesi Baltici e la Polonia sono pronti a fare di tutto per provocare un ulteriore scontro con la Russia, pensando poco alle ripercussioni, ha dichiarato il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ai giornalisti riportato dalla Tass.
«Nel complesso, vediamo un atteggiamento piuttosto aggressivo da parte dei rappresentanti dei Paesi Baltici e della Polonia», ha detto rispondendo a una domanda sulla richiesta del presidente lituano Gitanas Nauseda di oltrepassare le linee rosse e fornire jet da combattimento all’Ucraina.
«A quanto pare, sono pronti a fare qualsiasi cosa per provocare l’aumento del confronto, probabilmente pensando poco alle conseguenze. Certo, è molto triste che in queste condizioni, diciamo, i leader dei principali Paesi europei che sono il motore di tutti i processi europei, purtroppo, non stiano svolgendo un ruolo di equilibrio e non stiano bilanciando i rappresentanti con inclinazioni estremiste».
«Pechino osserva con attenzione cosa sta accadendo oggi in Ucraina e questo potrà influenzare le sue decisioni future: ciò che accade oggi in Europa potrà accadere domani in Asia». Lo ha detto il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg nel corso del suo punto stampa con il premier giapponese Fumio Kishida. Giappone e Nato concordano che la sicurezza nell’area transatlantica e dell’indopacifico è «interconnessa» e che la guerra in Ucraina non è una sfida «solo europea». «La Cina non è un nostro avversario ma bullizza i suoi vicini e minaccia Taiwan, dunque dobbiamo capire e gestire questa sfida», ha aggiunto.
Botta e risposta tra i governi ucraino e croato sulla Crimea, territorio annesso da Mosca alla Russia dopo l’invasione del 2014, ma che Kiev non sembra avere alcuna intenzione di lasciare nelle mani del presidente Vladimir Putin. Lo riportano i media ucraini. Il presidente filo-russo della Croazia, Zoryan Milanovic, aveva dichiarato ieri che la Crimea non entrerà mai a far parte dell’Ucraina. La risposta del governo di Zelensky non si è fatta attendere. «Mi chiedo se Zoran Milanovic sarebbe stato in grado di diventare il presidente del suo Paese con tale retorica negli anni ’90, quando la Croazia si batteva per conservare a sua sovranità?», ha scritto questa mattina su Facebook il portavoce del ministero degli Esteri ucraino, Oleg Nikolenko.
«I suoi elettori accetterebbero di chiudere un occhio sull’occupazione di parte del territorio del loro Paese? Ne dubito», ha aggiunto. E ha concluso: «Permettetemi di ricordarvi che a causa di un’aggressione esterna, la Croazia avrebbe potuto perdere un terzo delle sue terre. Tuttavia, grazie alla loro eroica lotta, i croati sono stati in grado di proteggere l’indipendenza del proprio Stato». Ieri Milanovic aveva anche commentato che l’invio di carri armati e altre armi a Kiev «prolunga la guerra», criticando i Paesi occidentali che hanno scelto di consegnare quegli armamenti a Kiev per sostenere gli ucraini contro l’invasione delle forze russe. Secondo Milanovic, è «folle» credere che la Russia possa essere sconfitta in una guerra convenzionale. «Sono contrario all’invio di armi letali lì», aveva sottolineato. «Qual è l’obiettivo? Disintegrazione della Russia, cambio di governo? Si parla anche di fare a pezzi la Russia. Questo è pazzesco», ha aggiunto.
Un’allerta attacchi aerei è stata diramata in tutte le regioni dell’Ucraina. Lo si vede dalla cartografia diffusa online dal ministero della Trasformazione digitale ucraino.
Il Brasile non fornirà le munizioni per i tank Leopard che la Germania si è impegnata a fornire all’Ucraina, ma è pronto ad agire da mediatore nel conflitto con la Russia. Ad annunciarlo a Brasilia è stato il presidente Luiz Inácio Lula da Silva, dopo l’incontro con il cancelliere tedesco Olaf Scholz. «Il Brasile non è interessato a fornire munizioni da usare nella guerra tra Ucraina e Russia», ha affermato in conferenza stampa a Brasilia. «Il Brasile è un paese di pace. Ed è per questo che non vuole alcun tipo di partecipazione in questa guerra, neanche indiretta», ha affermato. Invece del sostegno materiale, Lula ha proposto un’iniziativa di mediazione guidata dal Brasile e dalla Cina per mettere fine alla guerra in Ucraina. «È necessario - ha detto - riunire un gruppo di paesi abbastanza forte e rispettato e sedere assieme a loro al tavolo negoziale». Un’iniziativa che Lula ha già illustrato a Scholz e al presidente francese Macron.
Le truppe russe hanno bombardato ieri il territorio della regione ucraina di Kherson 54 volte, danneggiando edifici residenziali: lo ha reso noto su Telegram l’Amministrazione militare regionale, come riportano i media nazionali. «Gli occupanti russi hanno bombardato il territorio della regione di Kherson 54 volte. Il nemico ha aperto il fuoco con artiglieria, cannoni antiaerei, mortai e carri armati», afferma il rapporto. Secondo l’Amministrazione, la stessa città di Kherson è stata bombardata sette volte, con danni agli edifici. Il microdistretto di Ostriv è stato colpito maggiormente. Ieri “non ci sono state vittime tra i civili», conclude il comunicato.
Un ospedale dopo un bombardamento russo (Reuters)
Il ministro della Difesa ucraino Oleksy Reznikov incontrerà oggi pomeriggio a Parigi il presidente francese Emmanuel Macron, che ieri non ha escluso «in linea di principio» la consegna di caccia all’Ucraina. Lo ha annunciato la presidenza francese in un comunicato. Macron incontrerà anche il presidente della Rada, il parlamento ucraino, Ruslan Stefantchuk, che parlerà all’Assemblea nazionale alle 15:00 e poi mercoledì ai senatori. Macron riceverà Reznikov «alla fine del pomeriggio», intorno alle 18.30, ha dichiarato l’entourage del capo di Stato. L’obiettivo di questo incontro è «ribadire tutto il suo sostegno all’Ucraina nella sua lotta contro l’invasione russa e ricordare la disponibilità della Francia a rispondere alle esigenze delle forze armate ucraine», si legge nel comunicato. Anche il Ministro della Difesa francese, Sébastien Lecornu, incontrerà il suo omologo ucraino nel corso della giornata.
Le forze armate ucraine hanno annunciato oggi di aver ucciso 850 soldati russi durante l’ultima giornata di scontri. Il numero totale di soldati russi uccisi dall’inizio dell’invasione è salito a 127.500, dato che contrasta con quello fornito da Mosca, che da settimane non aggiorna il bilancio delle vittime.
Dall’invasione russa, - ha reso noto su Facebook lo stato maggiore ucraino - sono stati distrutti 3.201 carri armati, 2.197 sistemi di artiglieria e 221 sistemi di difesa aerea. Sono inoltre stati abbattuti anche 293 aerei, 284 elicotteri, 1.951 droni, 796 missili da crociera, e distrutti 18 imbarcazioni, 5.048 mezzi e serbatoi di carburante e 200 pezzi di «equipaggiamento speciale».
La Russia non fornisce dati sulle vittime del conflitto da settembre, quando il ministro della Difesa russo Sergei Shoigu ha confermato la morte di 5.937 soldati. Il portale di notizie russo Mediazona porta il numero totale dei decessi a 12.538, cifre che considera “confermate” da dati pubblicamente disponibili.
«I comandanti russi puntano verosimilmente a sviluppare un nuovo asse di avanzata nell’oblast di Donetsk, controllato dagli ucraini, e a deviare le forze ucraine dal settore fortemente conteso di Bakhmut. Esiste una possibilità realistica che le forze di Mosca continuino a realizzare avanzamenti locali nel settore. Tuttavia, è improbabile che la Russia disponga nell’area di un numero sufficiente di truppe non impegnate per ottenere importanti passi avanti dal punto di vista operativo».
A scriverlo è l’intelligence britannica, nell’ultimo rapporto sulla situazione sul fronte. «Negli ultimi tre giorni», si legge nel rapporto, divulgato dal ministero della Difesa di Londra, la Russia ha infatti «apparentemente trasformato i suoi attacchi esplorativi intorno alle città di Pavlivka e Vuhledar in un assalto più concertato. Gli insediamenti si trovano 50 km a sud-ovest della città di Donetsk, e la Russia aveva precedentemente utilizzato la 155ma brigata di fanteria navale per un assalto fallito nella stessa area nel novembre scorso. Elementi del 155° risultano nuovamente coinvolti nel quadro di una forza delle dimensioni di almeno una brigata che è riuscita ad avanzare di diverse centinaia di metri oltre il piccolo fiume Kashlahach che ha segnato la linea del fronte per diversi mesi».
Russia e Bielorussia hanno iniziato una settimana di addestramento del loro contingente regionale congiunto. Ad annunciarlo è stato questa mattina il ministero della Difesa della Bielorussia, precisando che le esercitazioni serviranno a preparare le manovre congiunte che i due paesi svolgeranno a settembre in Russia.
Le esportazioni di gas verso l’Europa attraverso l’Ucraina hanno toccato il minimo storico a gennaio. Lo ha reso noto Gazprom, dicendo che l’export ha raggiunto il minimo storico di 951,4 milioni di metri cubi di gas nei primi 30 giorni di gennaio.
Lo riporta il quotidiano economico russo Vedomosti, citando i dati di Gazprom. Durante la seconda metà del 2022, scrive Vedomosti, Gazprom ha spedito quotidianamente tra i 41 e i 43 milioni di metri cubi attraverso l’Ucraina. Dal 5 gennaio i volumi giornalieri sono diminuiti drasticamente, con solo 24,4 milioni di metri cubi spediti giornalmente entro il 19 gennaio.
Il ministro della Difesa ucraino, Oleksiy Reznikov è atteso oggi a Parigi dove incontrerà l’omologo francese, Sébastien Lecornu, che lo aveva invitato a recarsi in Francia il 25 gennaio scorso.
I due ministri discuteranno delle attrezzature che la Francia potrebbe fornire all’Ucraina. Reznikov dovrebbe visitare la sede della Thales per farsi illustrare il funzionamento del radar GM 200.
La Russia probabilmente non ha ancora utilizzato tutte le sue riserve e sta rafforzando l’esercito nel Donbass per prepararsi a un’altra «imminente offensiva»: lo scrive l’Istituto per lo studio della guerra (Isw) nel suo ultimo aggiornamento sul conflitto.
Il centro studi americano sottolinea che un’offensiva di Mosca nei prossimi mesi è la linea d’azione più probabile. Gli analisti dell’Isw ricordano che ieri il segretario della Nato, Jens Stoltenberg, ha affermato che non ci sono segnali distensivi da parte della Russia e che tutto indica il contrario.
Stoltenberg ha osservato che Mosca può mobilitare fino a 200.000 uomini e continua ad acquisire armi e munizioni attraverso una maggiore produzione interna e partnership con Stati autoritari come Iran e Corea del Nord.
«In questo momento, penso che un colpo di stato militare possa essere possibile». Sono le parole di Abbas Gallyamov, l’ex speechwriter del presidente russo Vladimir Putin, che nel corso di una intervista alla Cnn parla del numero dei soldati russi che hanno perso la vita in Ucraina e delle difficili condizioni di vita dovute dalle sanzioni come condizioni favorevoli a un golpe militare.
Ora analista politico, Gallyamov ritiene che il colpo di stato potrebbe verificarsi nei prossimi dodici mesi. «L’economia russa sta peggiorando. La guerra è persa. Ci sono sempre più cadaveri che tornano in Russia, quindi i russi incontreranno maggiori difficoltà e cercheranno di trovare una spiegazione del perché tutto questo sta accadendo. Si risponderanno da soli: ’Beh, questo è perché il nostro paese è governato da un vecchio tiranno, un vecchio dittatore’», ha detto Gallyamov riferendosi a Putin.
Secondo l’analista, «tempo un anno, un colpo di stato diventa una possibilità reale» perché «c’è un presidente impopolare davvero odiato a capo del paese e la guerra è davvero impopolare, e hanno bisogno di spargere sangue per questo».
Possibile, aggiunge, che Putin annulli le elezioni presidenziali previste per il marzo del prossimo anno. «A giudicare dalle sue azioni, potrebbe davvero annullare le elezioni. Senza vittoria sull’Ucraina, dovrà affrontare i russi in difficoltà. I russi non hanno bisogno di lui se non è forte. Potrebbe davvero dichiarare la legge marziale e annullare le elezioni», ha detto Gallyamov.
La Russia ha trasformato due case di maternità nella città di Lugansk occupata, nell’Ucraina orientale, in ospedali da campo per i suoi soldati feriti: la decisione riduce drasticamente il numero di posti disponibili per partorire. Lo ha reso noto lo Stato Maggiore delle Forze Armate ucraine nel suo briefing mattutino, come riporta il Kyiv Independent.
Secondo lo Stato Maggiore, le forze russe e le unità filorusse di Lugansk hanno trasformato il reparto maternità dell’ospedale numero 3 e la casa di maternità regionale in ospedali da campo. Ora è possibile partorire solo nel Centro perinatale regionale di Lugansk, «dove c’è una mancanza catastrofica di posti, oltre a rischi e condizioni sfavorevoli per il parto», ha sottolineato lo Stato Maggiore.
«La domanda è come possiamo fermare l'aggressione russa evitando una Terza guerra mondiale. Il nostro obiettivo è un cessate il fuoco subito. Siamo dalla parte degli ucraini, li stiamo aiutando oltre le nostre forze, un milione di rifugiati sono arrivati in Ungheria. L'Europa? Credo sia giusto dire con fermezza: basta! Putin ha attraversato il Rubicone. Quanto ai mezzi, ci sono e devono esserci differenze tra i Paesi. Anche le nostre possibilità sono diverse». Lo dice in una intervista al Corriere della Sera Katalin Novàk, presidente dell’Ungheria che oggi a Roma vedrà il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.
Il presidente brasiliano Luiz Inácio Lula da Silva, nel suo colloquio col cancelliere tedesco Olaf Scholz, ha proposto la creazione di «un gruppo di mediatori» per trovare una soluzione alla crisi ucraina.
«Il mio suggerimento è che si crei un gruppo di Paesi che cerchi di portare Ucraina e Russia al tavolo. Il Brasile farà uno sforzo» per porre fine al conflitto, ha detto Lula.
«Ho già parlato con il presidente Macron, con Scholz, parlerò col presidente Joe Biden e poi cercheremo» altri Paesi, ha dichiarato il leader brasiliano.
Biden annuncia che andrà in Polonia e fa sapere che non invierà caccia F16 a Kiev.
«Gli Stati Uniti non forniranno caccia F-16 all’esercito di Kiev», ha chiarito il presidente americano Joe Biden rispondendo «no» a una domanda in merito posta dai giornalisti alla Casa Bianca.
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