di Enrico Netti
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Mediaworld punta sui prodotti con la marca del distributore e in Italia crea Imtron, società dedicata allo sviluppo di queste linee per renderle più vicine ai gusti, ai bisogni e alla caratteristiche del mercato locale. Non si tratta di una fuga in avanti rispetto alla casa madre tedesca Mediamarkt (holding Ceconomy) che finora ha accentrato in Germania lo sviluppo degli vari dispositivi a proprio marchio. «Oggi il nuovo corso della private label affida alle competenze italiane per il design e la progettazione dei prodotti che nella prima fase saranno venduti in Italia e poi all’estero - anticipa al Sole 24 Ore Guido Monferrini, ad di Mediaworld Italia e già Executive Vice president di MediaMarktSaturn Retail Group, Chief real estate & store concepts officer e dalla fine di gennaio anche Chief operating officer per Austria, Svizzera, Ungheria, Svezia e Italia -. L’obiettivo di Imtron Italia è di arrivare nell’arco di tre anni a circa 150 milioni di ricavi, il 5% del fatturato di Mediaworld Italia. Questa nuova strategia viene contemporaneamente implementata anche in Spagna».
Le private label dell’insegna sono quattro: Peaq (elettronica di consumo), Isy (accessori per smartphone), Koenic (elettrodomestici) e Ok (primo prezzo) e il loro posizionamento le vedrà sempre più presidiare la fascia del primo prezzo e quella medio-bassa del mercato con piccoli elettrodomestici, sistemi hi-fi e speaker, accessori per smartphone e la casa con prezzi inferiori del 25-30% rispetto ai prodotti dei brand leader. La produzione è affidata a partner asiatici, dell’Europa dell’Est e del Nord Africa mentre Mediaworld Italia provvederà all’import diretto. La fascia alta del mercato sarà coperta, come sempre, con l’offerta dei colossi dell’elettronica di consumo e degli elettrodomestici. Tra le marche private sviluppate in Italia c’è anche Barista club, caffè italiano oggi venduto negli store Mediamarkt d’europa.
Per quanto riguarda il 2022 Mediaworld Italia registra un giro d’affari di 2,7 miliardi con un +2,4% sull’anno precedente. «Abbiamo guadagnato quote di mercato sia nel canale retail tradizionale con un +1,5% che nell’online che vede un +0,9% - segnala Monferrini -. Il budget 2023 punta a un +5% % anche legato all’aumento dell’inflazione ma dai segnali che emergono dalle prime settimane del nuovo anno sembra che il mercato dell’elettronica di consumo e degli elettrodomestici stiano rallentando». Quest’anno sono previsti 35 milioni di investimenti destinati a rinnovare 13 punti vendita e all’apertura di una decina di store con l’assunzione di circa 200 addetti. In chiave e-commerce è anche stato varato un piano di trasformazione dei processi che prevede la creazione di un magazzino generale, piattaforma in cui sono disponibili i prodotti sugli scaffali di tutti i punti vendita. Una mossa che dovrebbe annullare tutte la differenze tra online e tradizionali vendite dimezzando i tempi di consegna al cliente e migliorando la gestione degli stock.
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