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Perché una scimmia con una moneta investe meglio di un «guru»

di Enrico Marro

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(Marka)

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5 dicembre 2017
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3' di lettura

Il domandone è quello di sempre: la Borsa nei prossimi mesi salirà o scenderà? Se prendete una scimmia, le consegnate una monetina e (sperando che non la mangi) gliela fate lanciare per ottenere un testa o un croce, ecco che avrete il 50% di possibilità di azzeccare la risposta esatta. Ma i guru della finanza che “vendono” le loro previsioni in decine di newsletter online?

È qui che viene il bello. Cxo Advisory Group ha effettuato una ricerca su 6582 previsioni di 68 esperti di azionario in merito all’andamento dell’indice S&P500 di Wall Street tra il 2005 e il 2012. Una ricerca non recente, ma sempreverde perché analizza la precisione delle stime in tutte le fasi di mercato: rialziste, laterali e ribassiste, crack del 2008 compreso. Quindi non solo in un forte ciclo Toro come quello attuale, in cui è più facile azzeccarci. Il risultato della ricerca? Avete indovinato: la scimmia ha battuto il guru (50% di precisione contro 47% medio). Vediamo come e perché.

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Intanto va detto che gli analisti di Cxo Advisory Group hanno fatto un lavoro egregio, andando a cercare lo storico delle previsioni su siti terzi e affidabili (spesso di news) e non sulle pagine internet dei guru stessi: molto spesso, infatti, il guru che prende una cantonata provvede in un secondo tempo a “correggere” online la previsione sbagliata per farla aderire ex post alla realtà. Inoltre è stata fatta grande attenzione nel valutare correttamente le previsioni formulate in modo vago dal guru di turno, che vuole abilmente lasciare spazio a letture ambigue e - in ultima analisi - dimostrare di avere avuto ragione in ogni caso.

Ma come si muovono i presunti esperti di azionario Usa? Intanto lo studio di Cxo Advisory Group nota come all’inizio riescano a inanellare una serie positiva, che attira l’attenzione di media e addetti ai lavori. Poi, una volta acquisita notorietà, alcuni guru si lanciano nell’esercizio - a volte risultato molto proficuo - del “chi la spara più grossa”: provano insomma a fare previsioni estreme, al di fuori dal coro, alla ricerca di sensazionalismo e di titoli di giornale. Le possibilità di azzeccarci sono naturalmente poche, ma se mai la previsione estrema risultasse corretta ecco che l’esperto diventerebbe guru per acclamazione, poiché è stato «l’unico genio controcorrente a prevedere come si è mosso davvero il mercato».

Il grado di accuratezza delle previsioni è estremamente variabile. Nessuno dei 68 esperti supera la soglia del 70% di pronostici azzeccati, ma c’è qualcuno in gamba che per fortuna ci si avvicina. All’altro estremo troviamo invece per esempio Robert Prechter, esperto di analisi dei mercati con le Onde di Elliott e presidente di Elliott Wave International, nonché direttore esecutivo di Socionomics Institute: ci ha preso solo nel 20,8% dei casi, per la gioia di chi si è abbonato alla sua newsletter. Dietro alla lavagna ecco anche Steve Saville della newsletter “The Speculative Investor” (appena il 23,7% di pronostici azzeccati) e Robert McHugh di “Main Line Investors” (28,6%).

Ovviamente i guru si difendono dalle accuse. Cxo Advisory Group ha anzi raccolto un’ironica antologia delle scuse ricorrenti per non avere azzeccato le previsioni: si va dal «avete decontestualizzato e volgarizzato il mio sofisticato ragionamento» al «a volte le mie previsioni pubbliche possono essere sbagliate, ma la mia newsletter a pagamento ci prende nel 100% dei casi: per avere informazioni pregiate bisogna pagare». Perché il vero guru è come il marito fedifrago: non si arrende mai, nemmeno davanti all’evidenza.

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