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Narendra Modi, «eroe per caso» della globalizzazione

di Gianluca Di Donfrancesco e Marco Valsania

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Il saluto di Narendra Modi, primo ministro indiano, al Forum di Davos

Il saluto di Narendra Modi, primo ministro indiano, al Forum di Davos

23 gennaio 2018
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3' di lettura

DAVOS e NEW YORK - Donald Trump attacca, Davos risponde. Aspettando che il duello tra il presidente degli Stati Uniti e il World Economic Forum si consumi venerdì prossimo, quando Trump calerà sul meeting in corso nel resort alpino, lo scontro tra due visioni del mondo si consuma a distanza. Con gli Stati Uniti che adottano dazi su pannelli solari e lavatrici e il Wef che si stringe attorno al premier indiano Narendra Modi, assurto al ruolo di difensore della globalizzazione.

Vesti che oggi saranno indossate dal presidente francese Emmanuel Macron e dalla cancelliera tedesca Angela Merkel, finalmente libera di tornare sulla scena politica internazionale dopo la lunga parentesi a cui l’ha costretta il complicato quadro politico tedesco.

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Trump all’attacco

In nome di America First e nel giorno di apertura dei lavori del World Economic Forum, l’Amministrazione americana fa scattare dazi su vecchi e nuovi settori, dalle lavatrici ai pannelli solari. La decisione, che il presidente Donald Trump ha firmato in pompa magna nello Studio Ovale, è stata difesa dalla Casa Bianca come una necessaria tutela della produzione domestica. I Paesi direttamente nel mirino sono la Cina per i pannelli solari e la Corea del Sud. Ma minacciano di coinvolgere anche Canada e Messico, partner nel Nafta, ed Europa. E di innescare ritorsioni.

Mentre a Davos si cerca una soluzione all’enigma “come costruire un futuro condiviso in un mondo frammentato”, Washington fa anche sapere che le sue azioni non resteranno isolate: in gioco solo nelle prossime settimane ci sono mosse su acciaio e alluminio. «Difenderemo sempre lavoratori, contadini, allevatori e imprese statunitensi», ha detto il rappresentante al Commercio Robert Lighthizer.

I Governi di Seul e di Pechino hanno definito l’azione un «abuso» che viola le regole della Wto. Il Messico ha fatto sapere che risponderà con «ogni mezzo legale».

Le misure

Sono colpite le importazioni di pannelli solari, con dazi del 30% a scalare in quattro anni. Esenti ogni anno i moduli per i primi 2,5 gigawatt di energia. La Solar Energy Industry Association ha denunciato che l’aumento dei costi frenerà in realtà la crescita e distruggerà 23mila posti di lavoro solo nel 2018. Il 90% dei pannelli è importato, spesso dall’Asia, in un comparto che impiega 260mila americani. I produttori domestici invece esultano.

Sulle lavatrici i dazi saranno del 20% sugli iniziali 1,2 milioni di elettrodomestici importati, per poi lievitare al 50 per cento. La sovrattassa del 50% colpirà anche la componentistica. Le tariffe, che diminuiranno nel corso di tre anni, saranno accompagnante da quote sull’import. Whirlpool, che aveva presentato il caso, ha annunciato 200 assunzioni in uno stabilimento in Ohio che ne impiega 3mila.

Produttori sudcoreani con impianti negli Usa affermano invece che il giro di vite danneggerà anche le loro attività americane, come le fabbriche che Samsung e LG stanno costruendo in South Carolina e Tennessee.

Trump ha rispolverato una legislazione del 1974 che consente ad aziende statunitensi di chiedere «rimedi» di salvaguardia se hanno sofferto «danni significativi» da improvvisi aumenti dell’import. L’ultima volta era stato usato nel 2002 da George W. Bush per proteggere la siderurgia.

La risposta di Modi

«Non voglio che i muri e le finestre della mia casa siano chiusi da tutte le direzioni, ma che il vento di tutti i Paesi entri con calma. Ma non accetterò che i miei piedi siano sradicati da questi venti». È questa la citazione di Gandhi che il premier indiano Modi ha scelto per marcare le distanze dall’unilateralismo di Trump, senza però rinunciare a criticare i difetti di una globalizzazione «che ha perso smalto» e che è assediata da forze che «vorrebbero invertirne il flusso».

Non voglio che i muri e le finestre della mia casa siano chiusi, che il vento di tutti i Paesi entri con calma. Ma non accetterò che i miei piedi siano sradicati da questi venti

Il risultato, ha aggiunto, «è che vediamo nuovi tipi di barriere tariffarie e non», mentre «i negoziati bilaterali e multilaterali sembrano a uno stallo». Chiaro accenno, questo, al fallito vertice Wto di dicembre e alle forti tensioni tra India e Stati Uniti.

Se la globalizzazione è in difficoltà, ha aggiunto Modi, è anche colpa dell’inadeguatezza delle istituzioni e delle organizzazioni internazionali, che forse non riflettono più «le aspirazioni e i sogni dell’umanità e della realtà di oggi. La soluzione non è però l’isolamento, ma formulare politiche flessibili in linea con il mutamento dei tempi», un globalismo che rispetti le differenze nazionali e culturali.

Le parole di Modi hanno trovato l’entusiasta risposta della platea raccolta ad ascoltare il messaggio di apertura del Wef, affidato dal padrone di casa Klaus Schwab a un leader politico impegnato in profonde riforme economiche e sociali, ma che cavalca il nazionalismo hindu e adotta a sua volta politiche populiste e protezionistiche. Una riedizione del 2017, quando Davos acclamò la difesa del multilateralismo fatta dal presidente cinese Xi Jinping.

Da Elton John, a Cate Blanchett a Trump: chi c'è a Davos 2018

36 foto

Il primo ministro norvegese Erna Solberg (AP Photo/Markus Schreiber)
Brian Moynihan, CEO di Bank of America (AP Photo/Markus Schreiber)
Il primo ministro indiano Narendra Modi con Klaus Schwab (AFP PHOTO / Fabrice COFFRINI)
Adena Friedman, presidente e CEO di Nasdaq (AP Photo/Markus Schreiber)
 Fabiola Gianotti Direttore del CERN - REUTERS/Denis Balibouse
Borje Ekholm, presidente e Chief Executive Officer di Ericsson (REUTERS/Denis Balibouse)
Tidjane Thiam, Chief Executive Officer di Credit Suisse (REUTERS/Denis Balibouse)
Il primo ministro canadese Justin Trudeau - REUTERS/Denis Balibouse
Virginia Rometty, CEO di IBM. (AP Photo/Markus Schreiber)
Carlo Messina, ad di Intesa Sanpaolo
Christine Lagarde Direttore del FMI partecipa alla sessione “Creare un futuro condiviso in un mondo fratturato” durante il World Economic Forum - REUTERS/Denis Balibouse
Narendra Modi primo ministro india - foto IPP/WARNING AVAILABLE ONLY FOR ITALIAN MARKET
Klaus Schwab, fondatore del WEF (REUTERS/Denis Balibouse)
Indra Nooyi, Presidente e Amministratore Delegato, PepsiCo (Gian Ehrenzeller/Keystone via AP)
Carlos Ghosn, Chairman e Chief Executive Officer Renault-Nissan-Mitsubishi(Gian Ehrenzeller/Keystone via AP)
L’attore indiano Shah Rukh Khan (AP Photo/Markus Schreiber)
Borge Brende presidente del World Economic Forum foto IPP
Yan Zhiyong, Presidente della Power Construction Corporation of China. REUTERS/Denis Balibouse
Dara Khosrowshahi, Chief Executive Officer di Uber Technologies (REUTERS/Denis Balibouse)
Michael L. Corbat, Chief executive officer di Citigroup (Laurent Gillieron/Keystone via AP)
Da sinistra Elton John, Shah Rukh Khan, Cate Blanchett, Hilde e Klaus Schwab alla cerimonia dei Crystal Awards che si tiene alla vigilia del World Economic Forum a Davos (AP Photo/Markus Schreiber)
L’attore indiano Shah Rukh Khan, Hilde Schwab, l’attrice Cate Blanchett e Klaus Schwab (AFP PHOTO / Fabrice COFFRINI)
Elton John con Christine Lagarde (REUTERS/Denis Balibouse)
Cate Blanchett riceve il premio Crystal Award da Hilde Schwab (REUTERS/Denis Balibouse)
Elton John (AFP PHOTO / Fabrice COFFRINI)
Elton John riceve il premio Crystal Award da Hilde Schwab (AFP PHOTO / Fabrice COFFRINI)
La cancelliera tedesca Angela Merkel sarà tra i partecipanti del WEF 2018 di Davos (EPA/CLEMENS BILAN)
Il presidente francese Emmanuel Macron sarà tra i partecipanti del WEF 2018 di Davos (EPA/THIBAULT CAMUS)
Il presidente statunitense Donald Trump sarà tra i partecipanti del WEF 2018 di Davos (AFP PHOTO / SAUL LOEB)
Il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker sarà tra i partecipanti del WEF 2018 di Davos (REUTERS/Vincent Kessler)
Il primo ministro britannico Theresa May sarà tra i partecipanti del WEF 2018 di Davos (EPA/ANDY RAIN)
il presidente dello Zimbabwe Emmerson Mnangagwa sarà tra i partecipanti del WEF 2018 di Davos (AFP PHOTO / MAURO VOMBE)
TOPSHOT - A security guard show the way to a man outside of the Davos Congress Centre under snow ahead of the opening of the World Economic Forum (WEF) 2018 annual meeting, on January 22, 2018 in Davos, eastern Switzerland. US President Donald Trump's participation at the World Economic Forum in Davos, Switzerland next week could be thrown into question now that the federal government has partially shut down over budget wrangling, the White House said on January 20. / AFP PHOTO / Fabrice COFFRINI
(AP Photo/Markus Schreiber)
(AFP PHOTO / Fabrice Coffrini)
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