di Celestina Dominelli
Italgas, Gallo: "Transizione sia sicura, sostenibile e competitiva"
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Dopo aver messo in archivio l’acquisizione degli asset veolia nell’idrico, dove, non a caso, l’impegno sarà più che raddoppiato fino a toccare i 400 milioni, Italgas svela le mosse del nuovo piano strategico al 2029 che fissa al 2050 l’obiettivo della neutralità carbonica e che prevede 7,8 miliardi di investimenti, di cui la fetta principale (4,6 miliardi) destinata a rafforzare e ammodernare la rete di distribuzione gas. Quest’ultima, nelle intenzioni dell’ad Paolo Gallo, dovrà essere completamente digitalizzata già nel 2024 e controllata da remoto attraverso un network proprietario (il Dana, digital advanced network automation). Il resto dello sforzo che il gruppo promette di mettere in campo nei prossimi 7 anni dovrà servire a potenziare il network greco, presidiato attraverso Depa Infrastructure, a migliorare altresì la presenza nel segmento dell’efficienza energetica e a consolidare l’impegno sul fronte dei gas green (dal biometano all’idrogeno).
Nel presentare il nuovo piano alla comunità finanziaria, Gallo ribadisce la necessità per l’Europa, colpita dalle conseguenze della guerra in Ucraina, di continuare a perseguire la transizione ecologica («traguardo sempre fondamentale»), il cui raggiungimento, evidenzia però il top manager, dovrà essere coniugato insieme ad altri due tasselli: la sicurezza energetica e un adeguato livello di costi dell’energia per famiglie e imprese. Quanto al piano, il numero uno di Italgas sottolinea che, con l’impegno messo in campo, «il gruppo si conferma tra le principali realtà industriali in grado di mettere le proprie capacità progettuali, di investimento e di creazione di valore al servizio degli obiettivi di sviluppo sostenibile dei Paesi in cui opera».
Nel dettaglio, il piano destina 1,6 miliardi di euro (100 in più rispetto alla precedente strategia) alla trasformazione digitale della rete che, come detto, dovrà definitivamente cambiare pelle, seguendo la strada tracciata da Gallo fin dal suo arrivo, nel 2016, al timone del gruppo. Gli investimenti contribuiranno così a fare in modo che i due network in mano a Italgas, la rete italiana e quella greca, siano in grado di accogliere l’allaccio di circa 400 impianti di biometano e di sviluppare la tecnologia del reverse flow (flusso inverso) verso la rete di trasporto. Lo sforzo per la digitalizzazione servirà anche a completare la messa a punto di un contatore proprietario H2 ready, pronto cioè ad accogliere anche lo sviluppo dell’idrogeno e il cui sviluppo industriale vedrà la luce nei prossimi due anni.
Altri 2,9 miliardi saranno poi destinati al potenziamento, al riadattamento e al miglioramento delle infrastrutture esistenti, mentre 170 milioni saranno riservati al completamento del processo di metanizzazione della Sardegna. Nel piano c’è poi spazio per un’ulteriore crescita per linee esterne (100 milioni è l’impegno messo nero su bianco da qui al 2029 con un approccio selettivo) e ci sono poi 0,9 miliardi di euro impegnati sul capitolo Grecia dove l’obiettivo, con un occhio a quanto il gruppo sta facendo in Sardegna, è di estendere la rete dagli attuali 7.491 chilometri a circa 11mila chilometri a fine piano. Ottocento milioni, poi, saranno allocati per la diversificazione del business. Mentre per le gare per la distribuzione gas, l’asticella si attesta a 1,5 miliardi di euro.
Infine, gli obiettivi e il dividendo. Per il 2023 il gruppo prevede investimenti tecnici di circa 900 milioni e ricavi superiori a 1,75 miliardi di euro, con un ebitda di circa 1,8 miliardi e un ebit di 680 milioni. A fine piano, Italgas conta di raggiungere un fatturato superiore ai 2,7 miliardi di euro e un ebitda sopra gli 1,8 miliardi con una crescita media annua di entrambi gli indicatori di circa l’8 per cento. Quanto alla politica dei dividendi, viene aggiornata ed estesa al 2026. La nuova rotta prevede quindi la distribuzione di una cedola pari al maggiore tra l’importo risultante dal Dps 2022 (dividendo per azione) di 0,317 euro aumentato del 4% annuo e il Dps pari al 65% dell’utile rettificato per azione.
Celestina Dominelli
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