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Sci, dal Cervino allo Zermatt: piano per realizzare 580 km di piste

di Filomena Greco

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(Agf Creative)

(Agf Creative)

C’è finalmente uno studio di fattibilità consegnato alla Monterosa Spa

13 dicembre 2022
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3' di lettura

Dieci chilometri di impianto a fune, da Champoluc e il Cervino a Zermatt, a cavallo tra Italia e Svizzera, nel cuore delle Alpi. Questo l’anello mancante per creare uno dei più estesi comprensori al mondo, con cinque vallate collegate, 38 vette sopra i 4mila metri intorno e, in totale, 580 chilometri di impianti. Si tratta di uno di quei progetti che “promettono” di cambiare il verso alla storia economica di un intero territorio e di aprire una via di comunicazione nuova. Se ne parla da anni ma ora molti elementi fanno pensare che ci possa essere un cambio di passo importante. C’è finalmente uno studio di fattibilità, consegnato da pochi giorni alla Monterosa Spa, e un Comitato promotore che riunisce molte categorie economiche a sostegno del progetto. La macchina, dunque, potrebbe mettersi in moto.

75 milioni di investimento

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Il possibile collegamento fra il comprensorio del Cervino-Matterhorn e quello del Monte Rosa rappresenta un trait d’union storico tra Sud e Nord delle Alpi, darebbe vita a un comprensorio montano tra i più vasti, a cavallo di due nazioni, aperto agli sciatori, agli sportivi e in genere ai viaggiatori. L’intervento necessario a creare il pezzo di collegamento mancante avrebbe un costo che si aggira intorno a 75 milioni e rappresenterebbe uno degli investimenti infrastrutturali più importanti per la Valle d’Aosta, strategico per impatto come lo è stato quello per lo Skyway del Monte Bianco, con un impatto su almeno 5mila posti di lavoro e una capacità di agire da volano per destagionalizzare la proposta turistica in quota.

Destagionalizzare l’offerta turistica

La fase di studio è iniziata nel 2015 è stato assegnato a Monterosa Spa l’incarico da parte della Regione Valle d’Aosta per organizzare un bando finalizzato alla realizzazione di uno studio di fattibilità che sia capace di valutare l’impatto complessivo del progetto sui territori. In attesa che la Giunta esamini il dossier, presenti ufficialmente i risultati – alla luce di impatto ambientale, economico e sociale – e metta in moto, eventualmente, la macchina autorizzativa, sul progetto c’è davvero grande attenzione. «Questo progetto, alla luce di una serie di aspetti emersi nella fase post pandemia, è diventato – dice Bruce McNeill, albergatore, maestro di sci a Cervinia e presidente del Comitato promotore “Cervino Monterosa Paradise” che sostiene il progetto di collegamento – ancora più attuale e strategico per i nostri territori rispetto a qualche decennio fa, perché sarebbe in grado di ampliare e destagionalizzare la nostra proposta turistica. Dobbiamo guardare al futuro, alla sostenibilità di un modello economico che deve poter avere una stagione di 12 mesi e lavoratori in pianta stabile».

Collegamento tra 5 comprensori

Il progetto nel complesso ha un versante anche piemontese perché una volta realizzato il collegamento, «il tassello mancante» come lo definisce McNeill, diventerebbero cinque le Valli di fatto connesse – Valtournenche, Val d'Ayas, la valle di Gressoney, la valle di Alagna e quella di Zermatt – e altrettanti comprensori, Zermatt in Svizzera, Cervinia-Valtournenche, Champoluc, Gressoney e Alagna. Un unico impianto, dunque, capace di unire in trenta minuti le ski area del Cervino Ski Paradise e del Monterosa Ski, collegate – sci ai piedi – per un totale di 75 impianti di risalita.

La via di collegamento

«Lo sci di fatto rappresenta soltanto una parte dell’intero progetto – aggiunge McNeill – in realtà si creerebbe una via di collegamento, aperta tutto l’anno, tra Champoluc e Zermatt, con la possibilità di integrare in futuro anche Macugnaga. Dal punto di vista sciistico, l’area diventerebbe il terzo comprensorio al mondo per estensione, ma il primo per fruibilità visto che tutti gli impianti, tranne uno, quello di Alagna, sono sopra quota 1.600 metri. In una fase nella quale il riscaldamento globale sta spostando in alto lo zero termico, questo aspetto è importante».

Il nuovo collegamento sarebbe realizzato con un impianto removibile, senza una nuova pista da sci nel vallone ma con un’area per il free ride. Servirà un anno di tempo per la progettazione definitiva e lavori per un paio di stagioni estive. Tra gli aspetti più significativi, la possibilità di creare flussi nuovi dalla Svizzera e nuove opportunità per il turismo estivo, legato a sentieri e mountain bike, oltre agli effetti positivi per chi vive in Alta Valle, con una riduzione dei tempi di percorrenza rispetto all’auto.

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