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Talenti emergenti, a Trieste il primo museo di ITS Arcademy

di Angelo Flaccavento

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In Italia è un’iniziativa pionieristica. La mostra inaugurale, curata da Olivier Saillard, ricapitola i vent’anni del concorso raggruppando le creazioni in sezioni che evidenziano la forza espressiva degli autori in erba

9 maggio 2023
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2' di lettura

In Italia, complice un penoso stigma culturale, un vero museo della moda ancora non esiste, ma la vocazione decentralizzata dei singoli continua a produrre iniziative di rilievo.

A Trieste, luogo di frontiera sotto ogni aspetto, è stato inaugurato lo scorso 4 maggio ITS Arcademy - Museum of Art in Fashion, il primo museo dedicato alla creatività dei talenti emergenti. L’iniziativa, pionieristica e orgogliosamente laterale rispetto ai piani del fashion system nazionale, ma proprio per questo aperta e priva di confini o barriere, è il frutto del lavoro ormai ultraventennale di Barbara Franchin e del suo team, espresso in primo luogo attraverso un contest, International Talent Support, la cui prima edizione si è svolta nel 2002.

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La biblioteca di Its Arcademy (foto Massimo Gardone)

È stata proprio la messe unica di materiale raccolto e accumulato negli anni - i portfolio, ossia la presentazione dei progetti su carta, sovente nelle forme piú fantasiose; e poi naturalmente gli abiti, con un outfit completo donato da ognuno dei finalisti passati per Trieste - a spingere Franchin, vera pasionaria, paladina del talento puro e crudo, a creare un museo.

Museo sui generis, naturalmente: perché ITS Arcademy è, come suggerisce il nome di invenzione, un po' arca che custodisce, un po' accademia in cui si apprende: guardando il lavoro degli altri o praticando la creatività tessile nel piccolo laboratorio sartoriale che fa da appendice allo spazio espositivo. ITS Arcademy nasce infatti come luogo di scambio, sperimentazione, educazione e formazione. La mostra inaugurale, curata dall'ottimo Olivier Saillard, ricapitola i vent'anni del concorso raggruppando le creazioni in sezioni che evidenziano la forza espressiva degli autori in erba.

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Its Arcademy, Maiko Takeda (foto di Massimo Gardone)

L’unicità di Arcademy sta infatti nella specificità, creativa ed emotiva, dei materiali raccolti: un fermo immagine di invenzioni concepite a scuola, un attimo prima di diventare professionisti e adulti, quindi al picco della libertà. Questa purezza, a tratti anche struggente, arriva dritta e chiara allo spettatore, in una esperienza piena di pathos, che è poi la sigla vera di Franchin e dei suoi, che fa di ITS da sempre una entità sui generis.

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