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Decreto bollette di novembre, fra le ipotesi uno scudo sui morosi

La bolletta elettrica rischia di aumentare del 60%

Tra le soluzioni allo studio nell’ambito di un quarto decreto Aiuti una moratoria a tutela di famiglie e imprese per le bollette non pagate. Potrebbe essere di almeno sei mesi: in quell’arco temporale non si rischierebbe il distacco di luce o gas

4 ottobre 2022
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3' di lettura

Il caro energia colpisce duro le tasche degli italiani, tanto che non mancano casi in cui chi dovrebbe pagare non ce la fa a rispettare le scadenze. L’ultimo allarme è giunto dall’Anaci, l’associazione degli amministratori di condominio. «I costi dell’energia creeranno sicuramente come effetto domino delle morosità elevate nei condomini, perché molti non riusciranno a far fronte alle spese - ha sottolineato il presidente provinciale Anaci Milano, Leonardo Caruso -. Entro fine ottobre avremo la situazione più chiara perché sapremo a quanto ammonta il conto della gestione precedente e la previsione spesa della nuova gestione, considerando che i conguagli dello scorso anno erano già maggiorati del 50%. Tecnicamente molti condomini risulteranno morosi, ma di fatto si trovano nell’impossibilità di far fronte ad un dispendio economico di questa portata. Per questo è indispensabile un intervento immediato del nuovo Governo per evitare una grave crisi sociale», ha concluso Caruso. Il tema di come limitare l’impatto del caro bollette è già allo studio di Fratelli d’Italia, la forza politica che ha ottenuto un successo in occasione dell’ultima tornata elettorale. Tra le soluzioni studiate, quelle di uno scudo per chi non può pagare.

Governo, Meloni punta a chiudere la squadra entro il 20 ottobre

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Il governo attuale è per ora alla finestra. Cerca di capire come si concluderà la partita tutta europea sul tetto al prezzo del gas, il cosiddetto “price cap”. Nel frattempo però, nell’attesa che il 13 ottobre si insedi il nuovo parlamento, la leader di FdI e candidata premier Giorgia Meloni continua a tessere la tela del governo che verrà e punta a chiudere la partita possibilmente entro il 20 ottobre. Tra 18 giorni si riunirà infatti il Consiglio europeo. E, una volta ricevuto l’incarico dal Quirinale e se la squadra sarà pronta, la presidente di Fratelli d’Italia potrebbe forse giurare in tempo utile per portare il dossier energia personalmente a Bruxelles, partecipando al vertice da premier accanto agli altri leader internazionali.

Priorità al dossier energia

È quella connessa al caro energia l’emergenza più sentita e che la preoccupa maggiormente («La priorità è fermare la speculazione sul gas», ha sottolineato). In questo quadro, proseguono i contatti con il presidente del Consiglio Mario Draghi. Un filo diretto che consente a Palazzo Chigi di tenere informato il prossimo capo del governo su tutti i dossier aperti. E allo stesso tempo un’opportunità, per Meloni, per valutare insieme all’esecutivo uscente tutte le strade possibili in vista di un quarto probabile decreto Aiuti.

L’ipotesi di un quarto decreto Aiuti per arginare l’impatto della corsa della bollette

Pensato per sostenere famiglie e imprese contro la stangata d’autunno, tra boom bollette e inflazione, il provvedimento sarà un’esclusiva del successore di Draghi. Ma è tutto da costruire, a cominciare dalle coperture da trovare.

Le ipotesi

Tra le ipotesi allo studio ci sarebbe una moratoria a tutela di famiglie e imprese per le bollette non pagate. Potrebbe essere di almeno sei mesi: in quell’arco temporale non si rischierebbe di vedersi staccata la luce o il gas. Tra le soluzioni allo studio anche l’aumento della base Isee per i bonus o le aliquote del credito di imposta, che però assottiglierebbero non poco il “tesoretto” di 10 miliardi a disposizione per i nuovi sostegni.

I rischi connessi a un nuovo scostamento di bilancio

La coperta delle risorse per finanziare le diverse misure appare ancora una volta corta. Per reperire altri fondi, oltre al “tesoretto”, in ambienti parlamentari si ipotizza un nuovo scostamento di bilancio. Una possibilità che potrebbe mandare in fibrillazione i mercati. Un aspetto considerato delicato da tutti gli interlocutori, alla luce anche della recessione in atto in Germania (che ha già messo sul piatto 200 miliardi), nel Regno Unito e della recessione tecnica degli Stati Uniti. Di conseguenza in questo difficilissimo quadro internazionale un extra deficit italiano potrebbe rappresentare più una complicazione che un aiuto, si ragiona. Sta di fatto che qualsiasi decisione potrà essere presa solo ed esclusivamente dall’esecutivo entrante, a prescindere da qualsiasi suggestione o considerazione di opportunità politica.

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