di Micaela Cappellini
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Non si ferma la crescita del segmento surgelati, che dopo aver archiviato un 2020 da record grazie alle scorte fatte in casa durante la pandemia, ora chiude anche il 2021 con un aumento delle vendite di oltre il 5%. Secondo l’ultimo rapporto Iias, gli acquisti nazionali hanno ormai superato le 940mila tonnellate, per un consumo pro-capite pari a 16 kg l’anno, contro i 15,2 kg del 2020. Determinante nella crescita non solo il risultato ottenuto dal retail, che è aumentato dell’1,7% a volume, ma soprattutto dal segmento dei consumi fuoricasa, ripartiti con un incremento del 19,6% dopo il brusco crollo del 2020 (-37%).
Il mercato dei surgelati in Italia oggi vale tra i 4,6 e i 4,8 miliardi di euro. In cima alla classifica dei prodotti più acquistati ci sono i vegetali, con quelli già cucinati in particolare che crescono del 12,6%. Al secondo posto ci sono i prodotti ittici, mentre al terzo posto crescono le patate surgelate (sia fritte che elaborate) il cui acquisto è aumentato del 7,2% per un totale di 85.700 tonnellate consumate.
«Il 2022 si è aperto però con non poche criticità - sostiene il presidente di Iias, Giorgio Donegani - l'aumento dei costi delle materie prime e soprattutto dell'energia, insieme alle crescenti difficoltà di approvvigionamento provocate da eventi climatici estremi e ai notevoli problemi incontrati dalla logistica e dai trasporti a livello globale, mette in grande difficoltà l'intera industria alimentare, compreso il settore dei surgelati». Per questo le imprese del comparto chiedono al governo di intervenire: per esempio, con un price cap al prezzo dell’energia, e con il blocco dell’Iva per rilanciare i consumi interni.
Micaela Cappellini
redattore
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