di Andrea Biondi
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«L’Italia è uno Paesi per noi più importanti in Europa. Siamo presenti anche in Germania, Francia, Spagna, Uk. Ma in Italia troviamo alcune peculiarità interessanti. La prima di tutte è che si tratta di un segmento “all-you-can-listen”, a differenza di altri Paesi». Quindi, a fronte di un abbonamento mensile, si ha accesso illimitato a un catalogo di migliaia di titoli, più ampio che altrove.
Matthew Gain, Senior vice president and head of Europe di Audible – società Amazon tra i maggiori player nella produzione e distribuzione di audiolibri, podcast e serie audio – spiega così al Sole 24 Ore l’interesse a spingere su un Paese in cui, a detta di Juan Baixeras, Country manager Spain & Italy di Audible, «l’ascolto di contenuti audio è diventato ormai un’abitudine e parte integrante della dieta mediatica per gli italiani».
È da sette anni che Audible ha lanciato il suo servizio in Italia. E in definitiva, puntualizza Baixeras, «potremmo dire che ad oggi quasi il 30% degli italiani ascolta audiolibri e podcast». Per quanto riguarda i soli podcast si parla di 16,4 milioni di persone che negli ultimi 12 mesi li hanno ascoltati. Questo è uno dei numeri dell’ultima ricerca di NielsenIQ per Audible che sarà presentata domani e da cui, volendo tratteggiare l’identikit del fruitore di podcast nel nostro Paese, emerge che più della metà degli intervistati (53%: 10 punti percentuali in più dello scorso anno) li ascolta almeno una volta al mese, e chi ascolta sono soprattutto i giovani (le fasce d’età che ascoltano di più sono infatti 18-24 e 25-34 anni) ed estremamente connessi. Insomma quella fascia d’età che è la vera scommessa per gli editori.
Audible non fa disclosure dei valori assoluti, ma rivela che solo nel 2022 la crescita della sua customer base è stata del 15,7%, con un +18% di ore ascoltate. Quanto all’impegno economico invece, sottolinea Baixeras, «lo scorso anno abbiamo investito 5,5 milioni di euro in contenuti italiani, parlando sia di audiolibri, sia di podcast». Solo per i podcast, la cifra si attesta sui 2 milioni. E fra audiolibri e podcast nei precedenti sei anni si parla di un investimento totale di 20 milioni.
«Stiamo collaborando con aziende del calibro di Mondadori – puntualizza Matthew Gain – e tutte le altre grandi case editrici. L'audio-intrattenimento è una grande opportunità che i gruppi editoriali tradizionali hanno di aumentare le loro entrate. Ed è per questo che siamo molto entusiasti di lavorare con loro per aiutarli a trovare nuovi modi per monetizzare i loro contenuti e creare flussi di entrate vantaggiosi per noi, ma anche per i partner editoriali con cui lavoriamo».
Andrea Biondi
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