di Redazione Scuola
(GettyImages)
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Gli Uffici scolastici regionali e provinciali hanno iniziato a pubblicare i piani di dimensionamento scolastico per l'anno scolastico 2023/24. Nella legge di Bilancio, infatti, è prevista una norma sul dimensionamento scolastico con un taglio calcolato di sedi e organico che avranno effetto principalmente a partire dal 2024/2025. Le fusioni sono concentrate nel Mezzogiorno, in particolare Campania, Sicilia, Calabria, Puglia, Sardegna, a causa del calo demografico e di una situazione preesistente più complessa.
Secondo alcune stime, tra le Regioni più penalizzate ci sarebbe proprio la Campania con oltre 140 fusioni, tagli di personale e di dirigenti scolastici. La tabella proposta per le fusioni di istituti è sul tavolo della Conferenza delle Regioni per trovare un'intesa entro maggio, altrimenti il ministero dell'Istruzione deciderà entro giugno. Ma il ministro dell'Istruzione Giuseppe Valditara ribatte: «Sul tema del dimensionamento scolastico le scelte del dicastero vanno nella doppia direzione di mitigare gli effetti delle normative precedenti e osservare i vincoli dell'Ue in attuazione del Pnrr: non si può essere europeisti a corrente alternata». E aggiunge: «Se non fossimo intervenuti si sarebbe arrivati a una disciplina più penalizzante per 90 posizioni di dirigente scolastico e direttore amministrativo. La norma da noi proposta non prevede chiusure di plessi scolastici, ma l'efficientamento della presenza della dirigenza sul territorio, eliminando l'abuso della misura della reggenza».
«Abbiamo deciso di impugnare la decisione del governo sul dimensionamento della scuola davanti alla Corte Costituzionale». E' l'annuncio dato dal presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca al termine dell'intervento con cui ha chiuso i lavori dell'assemblea pubblica sulla scuola convocata a Napoli. «Siamo i primi a farlo - ha sottolineato il governatore campano - speriamo che altre regioni del Mezzogiorno ci seguano».
Un «no» al dimensionamento scolastico che porti tagli a dirigenti scolastici e scuole, soprattutto al Sud, arriva anche dal candidato alle regionali del Lazio per il centrosinistra, Alessio D'Amato. «Condividiamo la battaglia di De Luca», dice D'Amato che ribadisce il suo «No al decreto Spacca Italia. Chi vota per me sa che vota contro la divisione del Paese che crea di fatto cittadini di serie A e di serie B con danni irreversibili per la scuola e la sanità. Il decreto Calderoli penalizza Roma e il Lazio». Per D'Amato «anche nella scuola l' autonomia porterà ancora più disagi».
Gli accorpamenti in base alla legge di Bilancio saranno decisi quest'anno, entro il 30 novembre, ed entreranno in vigore nell'anno scolastico 2024/25 ma già dal prossimo settembre molti istituti si troveranno a dover condividere il dirigente scolastico. Il dimensionamento sarà dunque predisposto a fine 2023 e farà sentire i suoi effetti soprattutto nell'anno scolastico 2024-2025. Qualora la concertazione tra Ministero dell'Istruzione, dell'Economia e Conferenza unificata non dovesse arrivare a trovare un punto di intesa, entro il 30 giugno, il contingente organico dei dirigenti scolastici e dei Dsga (direttore dei servizi generali e amministrativi) viene calcolato sulla base di un coefficiente tra 900 e 1.000 alunni per scuola. Per il dimensionamento si dovrà tenere conto anche delle situazioni derogabili perché sedi montane o di piccola isola.
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