di Emiliano Sgambato
Speck Alto Adige Igp
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L’anno del trentesimo anniversario del Consorzio di tutela dello Speck Alto Adige Igp si chiude in positivo. A fronte di una produzione di “baffe” (il formato tipico del salume) totali (Igp e non) in calo del 7% e di un giro d’affari stabile attorno ai 300 milioni, la quantità di prodotto a marchio ha tenuto bene, guadagnando una quota di 3 punti sulla produzione complessiva.
Nel dettaglio, comunica il Consorzio, sono state marchiate Igp 2.883.777 baffe, pari al 46,5% della produzione complessiva dei 28 produttori membri, con una crescita dello 0,08% rispetto al 2021. Lo Speck Igp è consumato soprattutto al Nord e nelle zone di produzione, anche grazie al forte legame con il turismo, ma è in espansione anche al Sud. Se gli acquisti (principalmente di preaffettato da 100 grammi) avvengono soprattutto nella grande distribuzione (67%) e discount (21%), il Consorzio dedica una «menzione d’onore» alla ristorazione che dopo il Covid è tornata a crescere e a valere oltre il 5%.
Poco meno di un terzo dello Speck Igp va all’estero, soprattutto in Germania (24%) e negli Usa (2,7%). «Il 2022 è stato un anno straordinario – ha detto il presidente del Consorzio Paul Recla – non solo perché abbiamo festeggiato i 30 anni, ma perché sono stati raggiunti, in termini di business e comunicazione, risultati davvero importanti».
Emiliano Sgambato
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