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Un Codice di deontologia medica rinnovato e al passo con i tempi, che metta al centro la professionalità dei camici bianchi e il rapporto col paziente ma faccia anche tesoro della lezione della pandemia, a partire dal ruolo dei vaccini: i medici non potranno infatti non riconoscerne il valore scientifico e, di conseguenza, non potranno sconsigliarne l’utilizzo.
La Federazione nazionale degli ordini dei medici (Fnomceo) ha avviato i lavori per la revisione delle regole deontologiche della professione e proprio la questione legata all’utilizzo dei vaccini quale norma deontologica acquisterà uno spazio importante. Ad anticipare quali saranno le novità del Codice in versione rinnovata è il presidente della Fnomceo Filippo Anelli, in occasione di una due giorni di confronto a Roma sul tema con il convegno “Una nuova deontologia per il nuovo ruolo del medico”.
Con la revisione del Codice di deontologia medica, alla quale si sta lavorando, ha chiarito Anelli, «saranno innanzitutto introdotti degli articoli relativi ai vaccini e alle vaccinazioni: i vaccini rappresentano un fondamentale strumento di prevenzione ed i medici non potranno disconoscerne il valore scientifico. Conseguentemente, il medico non può sconsigliarne l’utilizzo».
Se dunque i medici «verranno chiamati a partecipare a campagne vaccinali - ha sottolineato - non potranno non effettuare la somministrazione degli immunizzanti». Rispetto invece alla condotta dei singoli camici bianchi, ha precisato Anelli, «il Codice non può prevedere un obbligo di vaccinazione, poiché questo sarebbe in contraddizione con il dettato costituzionale sulla libertà individuale».
Ad ogni modo, i vaccini e la loro centralità entreranno nel Codice deontologico ed i medici non potranno non tenerne conto. Ma sono anche altri i temi sui quali è aperta la discussione. «Per il futuro - ha continuato Anelli - puntiamo ad una nuova figura di medico che non curi solo la malattia ma l’intera persona, considerando anche l’influenza ambientale. Il concetto di salute, infatti, è cambiato ed oggi non si parla più soltanto di salute fisica e mentale, ma anche di salute in relazione all’ambiente ed al mondo animale. È quella che viene definita l’ottica One Health, che andrà evidenziata anche nel nuovo Codice».
Un altro nodo è legato allo «sviluppo abnorme» della tecnologia, della robotica e dell’intelligenza artificiale. Si tratta di sviluppi della ricerca e della scienza indubbiamente importanti e che possono apportare miglioramenti al mondo della sanità e della medicina, tuttavia «la tecnologia non può essere sostitutiva del medico e nessuna intelligenza artificiale può sostituire il rapporto medico-paziente riducendolo ad un algoritmo, come sta già accadendo in alcuni Paesi». In quest’ottica, ha ricordato Anelli, «è importante, anche deontologicamente, considerare il tempo dedicato all’ascolto e alla visita del paziente e va superata la visione aziendalistica del tempo come costo legato alla produttività. È una nuova visione da integrare anche nei contratti di lavoro». Si tratta, insomma, di «un cambio di paradigma che richiede parallelamente una formazione mirata, con corsi di laurea innovativi».
Al via dunque una «grande riflessione» che porterà al nuovo Codice entro il 2024. L’attuale versione è del 2014 e della revisione si occuperà una consulta ad hoc, con il coinvolgimento dei vari Ordini sul territorio.
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