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Il Consiglio dei ministri ha dato il via libera al decreto che rafforza le misure anti Covid con il super green pass. Il provvedimento è stato varato all’unanimità. Il Cdm ha confermato la linea già emersa nella cabina di regia presieduta in mattinata dal premier Mario Draghi (con la partecipazione dei capi delegazione di maggioranza nonché del coordinatore del Cts Franco Locatelli e del presidente dell’Iss Silvio Brusaferro), con la stretta sui “no vax” già in zona bianca.
Le attività ricreative (ristoranti, cinema, stadi, teatri, musei, ecc.) saranno accessibili solo a chi è in possesso del cosiddetto “super green pass”, ovvero a chi è vaccinato o guarito, a partire dal 6 dicembre e fino al 15 gennaio. In questo arco temporale il tampone in tutta Italia sarà valido solo per andare al lavoro e per gli spostamenti a lunga percorrenza. Il green pass “base” (con tampone) sarà obbligatorio dal 6 dicembre anche per: alberghi, spogliatoi per l'attività sportiva, trasporto ferroviario regionale e trasporto pubblico locale (tram, bus e metropolitane).
Le chiusure previste attualmente in zona gialla e arancione non scatteranno. E si applicheranno (per tutti) solo in zona rossa.
Confermata la riduzione della durata del green pass da 12 a 9 mesi. La novità è invece l’allargamento dell’obbligo di vaccino anche agli insegnanti e alle forze dell’ordine (confermato per il personale sanitario e quello delle strutture di assistenza per anziani, con estensione alla terza dose) che entrerà in vigore dal 15 dicembre.
È stata accantonata dunque in cabina di regia la linea soft per cui il super green pass sarebbe dovuto entrare i vigore solo nelle regioni dove le situazioni negli ospedali sono più critiche, ovvero dall’area gialla a salire. Una linea quest’ultima difesa dalla Lega che ha espresso in cabina di regia una riserva politica sulla proposta di introdurre il super green pass anche in zona bianca. In questa zona tuttavia basterà il green pass “base”, che si ottiene anche con il tampone, per accedere ai ristoranti all’aperto, alle palestre, piscine e in generale le attività sportive.
La Lega ha incassato in cabina di regia l’esclusione per gli under 12 dell’obbligo di green pass, anche quando arriverà il via libera alla vaccinazione per bambini e ragazzi tra i 5 e gli 11 anni.
Il sistema dei colori rimane. Ma non scatteranno più chiusure delle attività nelle regioni in zona gialla (per esempio le discoteche) o arancione (per esempio bar, ristoranti, cinema, teatri, musei e palestre). E gli accessi saranno riservati ai soli possessori del super green pass. L’obbligo di mascherina all’aperto che scatta in zona gialla riguarderà tutti, sia i vaccinati o guariti dal Covid che non vaccinati.
In zona rossa non cambieranno le regole e le limitazioni agli spostamenti. Le chiusure scatteranno perciò solo in questa zona. E varranno per tutti, anche se vaccinati.
Allargato l’obbligo di vaccino anche agli insegnanti e alle forze dell’ordine, confermato per personale sanitario e delle Rsa (con estensione alla terza dose). Nel dettaglio l’obbligo scatta per personale amministrativo sanità, docenti e personale amministrativo scuola, militari, forze di polizia, soccorso pubblico. L’obbligo entra in vigore dal 15 dicembre.
Tra le misure c’è la riduzione della durata del certificato verde, che scende da 12 a 9 mesi. Già ad agosto, quando fu decisa la durata di un anno, gli esperti avevano sottolineato che «la valutazione potrà essere in futuro, eventualmente, rivista qualora emergano nuovi dati o siano pubblicati studi scientifici che orientino verso diversa conclusione».
Dal 6 dicembre sarà necessario il green pass “base”, quello cioè che viene dato anche a chi fa il tampone, per accedere ai mezzi del Trasporto pubblico locale, i treni regionali e interregionali.
Superata l’idea di ridurre la validita dei cosiddetti “rapidi”, i più usati, da 48 a 24 ore e dei test molecolari da 72 a 48 ore, perché non si riuscirebbe a soddisfare le richieste. Accantonato anche il ritorno all’obbligo della mascherina all’aperto (che resta dalla zona gialla) anche se a livello locale alcuni governatori e sindaci, tra cui quello dell’Alto Adige e il primo cittadino di Padova, lo hanno invece deciso per frenare l’ascesa dei contagi.
Una scelta che già è stata fatta dal governo è la riduzione da 6 a 5 mesi dell’intervallo tra la conclusione del ciclo vaccinale e la terza dose. La circolare che stabilisce l’anticipo è stata firmata martedì 23 novembre dal direttore della prevenzione del ministero della Salute Gianni Rezza: «L’intervallo minimo previsto per la somministrazione della dose booster (di richiamo) con vaccino a m-RNA alle categorie per cui è già raccomandata (inclusi tutti i soggetti vaccinati con unica dose di vaccino Janssen) e nei dosaggi autorizzati - si legge - è aggiornato a cinque mesi (150 giorni) dal completamento del ciclo primario di vaccinazione, indipendentemente dal vaccino precedentemente utilizzato».
Ma dal 1 dicembre sarà possibile prenotare la terza dose per tutti gli over 18, sempre a patto che si sia ricevuta la seconda da almeno cinque mesi.
Entro 3 giorni dall'entrata in vigore del decreto, i Prefetti dovranno sentire il Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza ed entro 5 giorni adottare il nuovo piano di controlli coinvolgendo tutte le forze di polizia, relazionando periodicamente.
I presidenti delle regioni più esposte, dalla Liguria al Friuli Venezia Giulia fino al Veneto, hanno chiesto al governo anche il ripristino dei controlli alle frontiere, con i tamponi agli aeroporti e le verifiche su chi arriva dai paesi più in difficoltà, per arginare l’ondata di contagi che arriva soprattutto dall’est Europa. Fonti ministeriali hanno sostenuto però nei giorni scorsi che un’eventuale intervento in questo senso scatterebbe solo in seguito ad una decisione dell’Ue.
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