di Giuliana Licini
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(Il Sole 24 Ore Radiocor) - BT accelera alla Borsa di Londra, sulla spinta dei progressi fatti nel settore della fibra e della riduzione dei costi e per il ritorno del dividendo, per quanto il primo semestre si sia chiuso con un calo dei risultati. BT ha segnato nel primo semestre del suo esercizio 2021-2022 (al 30 settembre) un utile netto di 431 milioni di sterline, contro 856 milioni nello stesso periodo dello scorso anno. Il fatturato ammonta a 10,3 miliardi, in calo del 3%, penalizzato in particolare dalla flessione del 14% per le attività all’estero, che risentono ancora dell’impatto della pandemia.
In calo anche i ricavi dal settore imprese nel Regno Unito. In crescita del 5% a 2,7 miliardi, per contro, il fatturato di Openreach, con un Ebitda rettificato di 1,56 miliardi (+7%), la filiale incaricata di installare la fibra in Gran Bretagna con l’obiettivo di connettere 25 milioni di famiglie e imprese entro la fine del 2026. «Dopo sei mesi record, Openreach ha attualmente installato la fibra ottica a banda larga in quasi 6 milioni di luoghi e continua a ridurre i suoi costi di installazione», ha sottolineato il ceo Philip Jansen, citato in una nota. Il dispiegamento della rete 5G è andato avanti e attualmente copre «oltre il 40% della popolazione del Regno Unito».
L’Ebitda rettificato del gruppo è salito dell’1% a 3,7 miliardi, in quanto il calo dei ricavi è stato più che compensato «dal calo dei costi e da una gestione rigorosa delle spese», ha indicato il gruppo che punta a un’accelerazione della sua politica di risparmi. Ritorna al versamento del dividendo «come atteso», dopo la sospensione decisa nel maggio 2020, all’inizio della pandemia, con un cedola interinale di 2,31 pence per azine Il gruppo – ha sottolineato il ceo – «ha risultati in linea con le attese» e quindi «conferma le prospettive finanziarie per il 20022 e il 2023». BT ha anche annunciato di avere anticipato il suo obiettivo di ‘zero emissioni nette’ al 2020 per le sue attività e al 2040 per la sua catena di fornitori e per i clienti.
Dell’andamento del titolo in Borsa sarà sicuramente soddisfatto il primo azionista del gruppo, che dallo scorso giugno è il miliardario franco-israeliano Patrick Drahi, patron del gruppo Altice (Sfr in Francia), con una quota del 12,1% del capitale. Drahi aveva a suo tempo sottolineato il potenziale di crescita per Bt offerto dal ritardo della Gran Bretagna nella fibra.
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