di Gianni Rusconi
Distilleria Peter in Florence
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L'idea nasce nel 2017 con il vezzo di dare vita alla prima micro fabbrica italiana in grado di produrre solo distillato a base di ginepro. Considerando come ancora oggi le etichette tricolori di gin siano circa 300 e solo il 10% circa di queste appartenga ad aziende che possono definirsi sia produttori sia distillatori, il vezzo in questione è sicuramente non trascurabile.
Il progetto di un gin completamente (o quasi) “made in Tuscany” porta la firma di un business man inglese, Patrick Hoffer, residente nel capoluogo toscano e grande appassionato di gin. Il luogo prescelto dove far decollare l'idea di “Peter in Florence” (dal nome del padre di Hoffer) è il Podere Castellare di Pelago, un resort adagiato sulle colline del Chianti fiorentino di proprietà di Patrizio Pandolfi (socio in affari di Hoffer), in un’area dove crescono alcune fra le botaniche migliori (ginepro e iris in primis) per l’aromatizzazione del gin.
L’avventura di “Peter in Florence” prende dunque corpo dalla miscela di culture diverse e da tradizioni che pescano direttamente nel territorio e nella sua nobile storia. Si dice infatti che il Podere, trasformato nel tempo in un'azienda agricola di 35 ettari dove ancora oggi si coltivano diverse tipologie di botaniche, esista sin dal 1100 e che i suoi dintorni vantino una lunga tradizione nella produzione del gin, tradizione avviata dai monaci dell’Abbazia di Vallombrosa (sorta nel 1036), che per primi adottarono il processo di macerazione con le bacche di ginepro in infusione, e poi portata avanti in tempi più recenti dalla maggior parte dei contadini della zona, dediti a produrre nelle proprie fattorie distillati, vin santo e grappa.
Ed è proprio nella vecchia cantina del Podere dove un tempo si produceva il vino che oggi trova posto uno speciale alambicco realizzato su misura da un'azienda toscana (la Green Engineering di Colle Val D'Elsa), l'unico in Italia ad utilizzare l'infusione a vapore per garantire un'estrazione più delicata e naturale di olii essenziali e aromi. Si tratta di una versione ridotta dello storico impianto Carterhead usato per la produzione di alcuni tra i migliori gin al mondo, con un design fedele a quello originale del 1831 ma con caratteristiche all'avanguardia per controllare con un altissimo grado di precisione tutti i parametri fondamentali della distillazione, dal grado alcolico alla densità fino alla temperatura.
Il “segreto” di Peter in Florence, per certi versi, è proprio nella “vapour infusion” introdotta da Thomas Dakin utilizzando proprio un alambicco Carterhead, il cui progetto è stato reinterpretato utilizzando le migliori tecnologie disponibili, come la fluidodinamica numerica.Dal punto di vista del prodotto, invece, Peter in Florence appartiene alla categoria dei London Dry Gin e si colloca nella fascia premium del mercato, partendo dai 40 euro per la bottiglia da 0,5 litri classica per arrivare ai 57 euro di listino per la versione Navy Strenght.
Quasi tutte le botaniche utilizzate nella lavorazione (14 in tutto), come confermano i diretti interessati, sono coltivate a Podere Castellare o arrivano praticamente a km zero dai boschi del Casentino e della Vallombrosa da micro-produttori locali specializzati: oltre al ginepro e all'iris fiorentino (di cui vengono utilizzati non solo la radice ma anche i petali), troviamo la scorza di bergamotto fresca e quella di limone essiccata, le bacche di rosa canina, i fiori di lavanda e di rosmarino freschi, la radice di angelica, il coriandolo, le mandorle amare. Fanno eccezione solo pochissime spezie importate da Cina e altri Paesi.
Quanto ai numeri, la produzione nel 2021 di Peter in Florence si è fermata a 17mila bottiglie mentre l'obiettivo per quest'anno è salire a quota 30mila e spingere le vendite (generate al 70% in Italia e per il restante 30% dall'estero) anche sul canale e-commerce del sito ufficiale, dove già trovano posto le confezioni cocktail (Martinez, Martini e Negroni) in bottigliette da 20 cl e dove si possono prenotare una serie di Gin Experience presso il Podere, dai master in distillazione alle degustazioni con pietanze tipiche della cucina toscana passando per la raccolta delle erbe aromatiche e i trattamenti a base di massaggi agli olii essenziali delle botaniche.
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