di Davide Madeddu
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L'università di Sassari apre le porte. E conferma la sua partecipazione ai corridoi universitari. Positivo il bilancio dell'ultima esperienza con i Paesi del continente africano dell'Ameria Latina e Asia. «Le strategie di inclusione di studenti provenienti da contesti disagiati, a causa degli effetti del cambiamento climatico, della povertà, delle guerre in atto, sono un nostro impegno costante - sottolinea il rettore Gavino Mariotti -. Sono tanti i delegati che hanno dato impulso a corridoi universitari con Paesi in cui non è sempre garantita la possibilità di proseguire gli studi universitari».
I giovani provenienti dall'Angola, Eritrea, Mali, Congo Brazaville, Gambia, Mozambico, Senegal, Eritrea, Russia e Venezuela, dopo essere stati accolti dagli studenti delle precedenti edizioni e dagli “ambasciatori” del progetto Mentorship, hanno appena intrapreso il percorso accademico. Accolti anche, con il Foundation Course, studenti rifugiati. A sostenere gli studenti eritrei la collaborazione con l'assessorato regionale al Lavoro che ha consentito di estendere a livello locale il progetto Unicore attivato con l'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (Unhcr) e il ministero degli Esteri.
«Il superamento delle complesse procedure che gli studenti stranieri extra europei devono affrontare - dice la delegata Silvia Serreli - non sarebbe possibile senza una continua interazione tra delegati, e soprattutto senza il lavoro costante delle persone che operano negli uffici dell'Area didattica e servizi agli studenti».
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