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L'Europa archivia un'altra settimana di rialzi tra falchi Fed e dati macro, Milano +17% nel 2023

di Flavia Carletti e Stefania Arcudi

La Borsa, gli indici del 17 febbraio 2023

Da inizio anno il Ftse Mib ha messo a segno la migliore performance tra i principali indici del Vecchio Continente. Venerdì 17 chiusura in lieve calo

17 febbraio 2023
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5' di lettura

(Il Sole 24 Ore Radiocor Plus) - Le Borse europee, pur avendo archiviato la seduta di venerdì 17 febbraio in modesto ribasso, chiudono l'ottava con note decisamente migliori, ampliando ulteriormente il rally del 2023, con Piazza Affari che si conferma la regina di denari (+17,1% finora nell'anno). Il timore di una Federal Reserve potenzialmente ancora più aggressiva del previsto, come auspicato da alcuni dei "falchi" della Banca centrale americana, non ha sortito effetti sul "mood" degli investitori, che resta orientato all'ottimismo. Questo in attesa delle ulteriori indicazioni che arriveranno dal fronte macroeconomico la settimana prossima e che serviranno a valutare la traiettoria dell'inflazione. Così Piazza Affari, che ha chiuso la seduta di venerdì in calo dello 0,37%, nell’ottava ha registrato un rialzo dell'1,8% per il Ftse Mib. Bene anche il resto del Vecchio Continente: Parigi +3,1% nella settimana e +13,5% da inizio anno, Francoforte +1,1% nei 5 giorni e +11,2% nel 2023, Londra +1,5% nell’ottava e +7,4% da inizio anno, e Madrid +2,4% nella settimana e +13,4% da inizio anno.

Settimana positiva per la maggior parte dei settori

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In Europa bene quasi tutti i settori, con le performance migliori per i viaggi (+4,8% lo Stoxx Europe 600), le telecomunicazioni (+4%), gli industriali (+2,7%), le costruzioni (+3,6%) e le auto (+2,9%). Per quanto riguarda i titoli, in Italia le small cap (+0,4% il Ftse Italia Small Cap Index) e il comparto bancario (+3,7%) hanno registrato la performance migliore, mentre le utility (-0,9%) hanno segnato il passo. Sul Ftse Mib, su base settimanale i rialzi maggiori sono stati quelli di Bper (+9,4%), Pirelli (+6,4%), Tim (+6,3%) e Leonardo (+6,1%), mentre i ribassi più sostenuti sono stati quelli di Saipem (-6%), Eni (-3,1%) e Nexi (-3%). Sul fronte energetico, il petrolio chiude la settimana con un ribasso del 4,4% per il Wti e del 4,1% per il Brent, mentre il gas cede il 3% nella settimana, ma il 44,3% da inizio anno.

I falchi Fed frenano le Borse Ue venerdì, Milano -0,4%

Nonostante il ribasso di Wall Street e le preoccupazioni per una Federal Reserve potenzialmente ancora più aggressiva del previsto, le Borse europee non si sono fatte spaventare troppo e hanno chiuso la seduta di venerdì 17 febbraio poco sotto la parità. A Milano il Ftse Mib ha perso lo 0,37%, chiudendo comunque la settimana in aumento di circa 2 punti, a Parigi il Cac40 è sceso dello 0,25%, a Francoforte il Dax40 dello 0,33%, a Londra il Ftse100 dello 0,10% e ad Amsterdam l'Aex ha fatto peggio con un calo dello 0,86 per cento.

Da Bullard a Schnabel, banchieri centrali in modalità "hawkish"

La presidente della Fed di Cleveland, Loretta Mester, ha sottolineato che i tassi dovranno salire oltre il 5% «e restarci per un lungo periodo di tempo». Inoltre anche il presidente della Fed di St. Louis, James Bullard, ha detto che considera possibile un aumento di mezzo punto percentuale alla prossima riunione di marzo. Per Bullard, quella contro l'inflazione è una «lunga battaglia» e sarà «appropriato» alzare i tassi d'interesse al 5,25%-5,50% dall'attuale 4,50%-4,75 per cento. Ha destato inoltre preoccupazione il dato sui prezzi alla produzione, saliti più del previsto (+0,7% a gennaio su base mensile e +6% su base annua). Oggi, intanto, è arrivato il dato sui prezzi all'import: a gennaio sono scesi dello 0,2%, dopo l'aumento dello 0,4% del mese precedente. Le attese erano per un calo dello 0,1 per cento. Il dato di dicembre è stato rivisto da +0,4% a -0,1 per cento. Da giugno a gennaio, i prezzi erano diminuiti del 4,9 per cento. Nonostante i recenti cali, rispetto a un anno prima i prezzi sono in aumento dello 0,8 per cento.

L'approccio aggressivo contro l'inflazione è condiviso, nell'Eurozona, anche da Isabel Schnabel che fa parte del direttorio della Bce e che ritiene necessario un rialzo dei tassi di 50 punti base a marzo: «Siamo ancora lontani dal poter cantare vittoria», ha detto in un'intervista, secondo quanto riporta Bloomberg. La reazione dell'economia agli aumenti dei tassi di interesse potrebbe rivelarsi più debole che in precedenza, e se questo traspare, «potremmo dover agire con più forza», ha detto. Lo stesso scenario è stato confermato due giorni fa da Christine Lagarde che ha ribadito l'intervento di marzo per poi valutare nei mesi successivi ulteriori mosse in base all'evoluzione dei dati macroeconomici. Giovedì invece Fabio Panetta, membro del Comitato esecutivo della Bce, aveva frenato, evocando per la politica monetaria «il rischio di una restrizione eccessiva».

«Sembra che alla fine l'eterno ottimismo degli investitori sia stato scosso, con le ultime statistiche sui prezzi alla produzione americana» dice Craig Erlam di Oanda secondo cui questi dati hanno fatto capire al mercato che non sarà facile per l'economia globale arrivare a un «atterraggio morbido» e che sono prevedibili periodi di turbolenza.

A Milano Tim attende offerta Cdp, balzo di Bper

Per quanto riguarda i titoli, a Piazza Affari la migliore è stata Bper (+4,41%), dopo che KBW ha alzato la valutazione a “outperform”, per altro esprimendo giudizi positivi anche su altre banche, in particolare Banco Bpm (+0,89%), Unicredit (+0,68%) e Intesa Sanpaolo (+0,53%). Nel finale hanno accelerato anche Tim (+2,52%, già positiva in attesa delle mosse di Cdp) e Cnh Industrial (+1,37%): la prima è stata spinta da un report positivo di Fitch Ratings e la seconda si è messa in scia dell’americana Deere (+6,5% a Wall Street dopo conti e outlook positivi). In coda i petroliferi, con il tonfo del greggio sul timore di rallentamento della domanda e con l’aumento superiore alle previsioni delle scorte americane (-3,27% il Wti marzo a 75,92 dollari al barile e -2,6% il Brent aprile a 82,95 dollari). In particolare, Eni -2,81% e Tenaris -4,79%, per altro colpita da prese di beneficio dopo il rally della vigilia.

BTp stabile a 185 pb in chiusura, rendimento al 4,31%

Chiusura stabile per lo spread tra BTp e Bund sul mercato secondario Mts dei titoli di Stato europei rispetto al closing di ieri. Dopo la fiammata a inizio seduta che ha visto il differenziale di rendimento tra il BTp decennale benchmark (Isin IT0005518128) e il pari scadenza tedesco salire a 192 punti base, la chiusura si attesta sui 185 punti base, lo stesso livello di ieri in chiusura. Il rendimento del BTp decennale benchmark, che stamane era salito al 4,47%, si attesta al 4,31%, rispetto al 4,33% di ieri sera.

Gas sotto 50 euro per la prima volta dal 2021, euro sotto 1,07$

Sul fronte energetico, il gas naturale negli ultimi minuti viaggia in calo del 6,7% a 48,49 euro al megawattora, sotto la soglia dei 50 euro per la prima volta dall’autunno 2021. Sul valutario, l'euro si indebolisce sul biglietto verde: vale 1,0661 dollari (1,0624 in avvio, da 1,0673 ieri in chiusura). Il cross euro/yen è a 143,26 (143,44 in apertura, da 143,21) e quello dollaro/yen a 134,365 (135 in avvio, da 134,19).

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