di Marco Ludovico
Il taser in dotazione alle forze di polizia in 18 citta'
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I colpi sono «a impulso elettrico». Ma è un’arma a tutti gli effetti. Da lunedì 14 marzo, dopo anni di sperimentazioni e controversie nelle procedure, entra a tutti gli effetti nelle dotazioni di Polizia di Stato, Arma dei Carabinieri e Guardia Finanza. Il via libera è stato annunciato dal ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese. «Grazie all’adozione del dispositivo, le Forze di polizia saranno in grado di gestire in modo più efficace e sicuro le situazioni critiche e di pericolo» ha dichiarato la titolare del Viminale.
Spiega Vincenzo Nicolì, responsabile del servizio Controllo del territorio del dipartimento Ps guidato da Lamberto Giannini: «Le lunghe sperimentazioni svolte hanno dimostrato una grande capacità di deterrenza di questo strumento. Da utilizzare, se è il caso, quando è necessario fronteggiare il cosiddetto soggetto non collaborativo». Il taser, insomma, è più persuasivo della pistola: «Abbiamo almeno il 70% dei casi, durante la sperimentazione, di soggetti che hanno ceduto soltanto nel vedere in pugno all’agente l’arma a impulsi elettrici o al massimo dopo il primo segnale visibile e sonoro».
La nuova arma può essere una risposta più adatta al mutamento dello scenario criminale sociale. «Sono in forte aumento le liti e i conflitti violenti - racconta il dirigente della Polizia di Stato - situazioni nate magari da motivi banali e degenerate con un’alta intensità di violenza in atto o minacciata». La pistola in questi casi non è detto serva: «Il soggetto, soprattutto in stato di alterazione, può credere che l’agente non ne faccia uso. Così prosegue la sua azione criminosa». Davanti alla pistola elettrica invece c’è poco da dubitare. Così il taser, dopo essere stato mostrato e annunciato da un avviso a voce, si usa subito se il violento non si arrende. L’effetto è noto: il soggetto subisce una scarica elettrica e una paralisi provvisoria.
L’arma a impulsi elettrici è destinata alle 14 Città metropolitane e a Caserta, Brindisi, Reggio Emilia e Padova. Da maggio l’uso sarà esteso con gradualità ai reparti di tutto il territorio nazionale. «Quando i colleghi sono chiamati in un intervento, la sala operativa valuta il ricorso alla pistola a impulsi elettrici - spiega Nicolì - in caso affermativo invia subito sul posto gli agenti con il taser». Secondo le linee guida del dipartimento Ps si tratta di «un’arma propria». La distanza consigliabile per un tiro efficace è dai 3 ai 7 metri, lo strumento a impulsi «va mostrato senza esser impugnato per far desistere il soggetto dalla condotta in atto». Se il tentativo fallisce si spara il colpo. Ma occorre «considerare per quanto possibile il contesto dell’intervento e i rischi associati con la caduta della persona dopo che la stessa è stata attinta». Gli agenti ora sono attesi alla prova dei fatti.
Marco Ludovico
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