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Difesa, Crosetto: «Spese a 1,38% del Pil, rischiamo di essere “Pierini” della Nato»

di Andrea Carli

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Il ministro della Difesa Guido Crosetto (foto Ansa)

Il ministro della Difesa Guido Crosetto (foto Ansa)

La proposta del ministro: scorporare le spese per la Difesa dai vincoli di bilancio. «Non è in agenda il ripristino della leva obbligatoria»

16 febbraio 2023
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2' di lettura

Da una parte c’è l’impegno assunto dall’Italia di aumentare la spesa destinata alla difesa fino alla soglia del 2% del Pil, un obiettivo ancora da raggiungere. Dall’altra c’è un’Europa che in materia di conti pubblici sta andando verso uno schema di riforma del Patto di stabilità che non ci consente, realisticamente, di destinare risorse a quello scopo. Da questo punto di vista, è necessario che venga data la possibilità di scorporare le spese per la difesa dai vincoli di bilancio. È in sintesi il messaggio lanciato dal ministro della Difesa, Guido Crosetto, durante l’audizione sulle linee programmatiche alle commissioni riunite Difesa Camera ed Esteri e Difesa Senato.

«L’obiettivo del 2% è difficile da raggiungere»

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Il ministro ha ricordato che «la scelta di destinare il 2% del Pil alle spese per la Difesa non è stata fatta da me, risale al 2014 ed è stata ribadita da tutti i Governi che sono seguiti. Io - ha rimarcato - sono stato l’unico ad aver detto alla riunione Nato di ieri (il ministro è intervenuto a Bruxelles alla riunione del Consiglio atlantico in formato ministri della Difesa, ndr) che il 2% è un obiettivo difficile da raggiungere, stante le condizioni finanziarie. Noi siamo all’1,38%, da qui la proposta di scorporare le spese per la Difesa dai vincoli di bilancio. Altrimenti - ha sottolineato Crosetto - noi saremo i “Pierini” della Nato, gli unici a non raggiungere l’obiettivo del 2% quando altri parlano già di 3% o 4%».

Ucraina: da Italia dispositivi per protezione Nbc

Per quanto riguarda il sostegno all’Ucraina, Crosetto ha ricordato che «si parla sempre di armi, di carri armati ma sono arrivate anche richieste di cose molto più preoccupanti, tipo attrezzature di difesa da attacchi nucleari, batteriologici e chimici, che fanno meno notizie dei tank, ma che noi probabilmente daremo come Italia». Le forze armate hanno in dotazione indumenti, maschere e kit per la protezione da agenti nucleari, batteriologici o chimici.

«Sono preoccupato per il fronte Sud: il terrorismo sta crescendo»

«La Nato - ha sottolineato il ministro della Difesa italiano - non è guerrafondaia: c’è una percezione di insicurezza nel mondo, lo scenario internazionale è problematico. Non solo per l’Ucraina, io sono preoccupato per il fronte Sud dove il terrorismo sta crescendo: il tema principale nei prossimi anni sarà l’Africa».

«Cambiare approccio a missioni internazionali»

Secondo Crosetto, è necessario cambiare l’approccio alle missioni internazionali. «Io credo sia sbagliato l’approccio alle missioni internazionali che abbiamo avuto finora - ha spiegato -. Dobbiamo chiederci il risultato di una missione. Abbiamo aumentato il Pil di quel Paese? La sicurezza? Qual è lo scopo? Contestualmente all’aspetto militare dobbiamo coinvolgere la cooperazione per interventi nell’istruzione, nella sanità, nella crescita economica, nella creazione di ricchezza in quel luogo. Vorrei per il prossimo decreto missioni - ha continuato il ministro - un approccio diverso, che ne misuri il risultato. Destiniamo 1,3-1,5 miliardi di euro, dobbiamo misurare quanto è servita la missione. E’ un cambio a 360 gradi».

«Non è in agenda il ripristino della leva obbligatoria»

Il ministro ha infine chiarito che «il ripristino della leva è una scelta politica, che richiede una legge e una copertura finanziaria. Non fa parte della mia agenda e di quella del governo». «Reintrodurre la leva - ha aggiunto - significherebbe cambiare completamente l’organizzazione delle nostre forze armate, oggi incentrata sui volontari».

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