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Genova, zona logistica al palo «Ora la nomina del commissario»

di Raoul de Forcade

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 La Zls di Genova è di fatto allargata sia all’area portuale che a quella cittadina e si estende anche alle regioni limitrofe che lavorano con lo scalo

 La Zls di Genova è di fatto allargata sia all’area portuale che a quella cittadina e si estende anche alle regioni limitrofe che lavorano con lo scalo

A quattro anni dall’istitituzione della Zls manca ancora la nomina da parte del Governo. I confini sono ancora da definire, allo studio anche un’area di prossimità per la sosta dei mezzi pesanti

28 marzo 2022
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4' di lettura

Le istituzioni genovesi e la Regione Liguria sono pronte ad attivare la Zona logistica semplificata del porto e retroporto di Genova, per la quale è stato consegnato agli organismi competenti (cioè dipartimento per il Sud e la coesione, competente in materia, presso la presidenza del Consiglio, ministero per il Sud e ministero delle Infrastrutture) un Piano di sviluppo strategico ad hoc. Ma benché la Zls in questione sia stata istituita già dal 2018, con l’articolo 7 della legge 130/2018 (la cosidetta legge Genova, creata come ristoro al territorio dopo il crollo del ponte Morandi), dopo quasi quattro anni manca ancora la nomina, da parte del Governo, del commissario straordinario che, la stessa norma, prevede sia anche presidente del Comitato di indirizzo della Zls (composto dal presidente dell’Autorità di sistema portuale, un rappresentante delle Regioni, uno della presidenza del Consiglio e uno del Mims) con i poteri per avviare e far funzionare la zona logistica.

Per capire meglio la situazione occorre premettere che la Zls del porto e retroporto di Genova si presenta come un unicum nel panorama italiano. Come si è visto, è stata istituita ex lege con un procedimento diverso da quello previsto dalla legge Finanziaria per il 2018 (205/2017), che ha aperto la strada alle Zls italiane, prevedendo che queste siano individuate su proposta delle Regioni al Governo. Nel caso genovese, invece, è la legge stessa che individua l’area della Zls, la quale comprende, di fatto, l’intero Comune di Genova e siti retroportuali che non interessano solo la Liguria ma anche Piemonte, Lombardia ed Emilia Romagna. Si tratta di Rivalta Scrivia, Arquata Scrivia, Novi San Bovo, Alessandria, Piacenza, Castellazzo Bormida, Ovada Belforte, Dinazzano, Milano Smistamento, Melzo e Vado Ligure.

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In pratica, la Zls genovese si sviluppa su due piani distinti: le aree in ambito portuale e periportuale e quelle oltre Appennino. Nel primo caso, si tratta delle aree sul territorio del porto e del Comune di Genova, nonché di quelle retroportuali di Vado Ligure, per lo scalo di Savona-Vado. Nel secondo caso, di aree fuori regione che assolvono al ruolo di piattaforme logistiche con diverse declinazioni. E in questo contesto si inserisce la richiesta avanzata al Governo dalla Regione Piemonte, di aggregare ulteriori Comuni subalpini alla Zls genovese (si vedano i servizi a pagina 3).

Il fatto che la Zona logistica semplificata di Genova sia stata creata per legge, indicando delle aree ma senza stabilirne in concreto i confini, comporta una difficoltà per le istituzioni nel perimetrare in concreto la Zls. Perimetrazione quanto mai necessaria, invece, perché la Finanziaria per il 2020 ha rafforzato i benefici per le Zls estendendo a queste i crediti di imposta prima riservati alle Zes (zone economiche speciali).

«La fotografia delle aree retroportuali della Zls - afferma Paolo Signorini, presidente dell’Adsp di Genova e Savona - è in movimento. Oltre a quelle indicate dalla legge, ci sarebbero altre aree da inserire: ad esempio Padova, che non rientra nella Zls ma è molto servita da Genova. Poi stiamo ragionando su un’area di prossimità per togliere i mezzi pesanti dalla città e sulle cosiddette zone buffer (per la sosta delle merci, ndr). Tra le aree ci sono anche quelle che comprendono impianti ferroviari e aeroportuali, a patto che l’attività, come prevede la legge, sia legata a quella portuale. Inoltre Spediporto ha proposto la Zls per creare una zona logistica nella Valpolcevera (vedi articolo a fianco, ndr). Bisogna anche ricordare che l’articolo 6 della legge Genova ha rafforzato la nostra Zls con 30 milioni per garantire l’ottimizzazione dei flussi veicolari logistici in ingresso e in uscita dal porto di Genova, compresa la realizzazione del varco d’ingresso di Ponente». Con l’Adsp, aggiunge Francesco Maresca, assessore alle politiche dal mare del Comune di Genova, «abbiamo anche ideato uno sportello per facilitare il dialogo tra istituzioni e imprese interessate a operare nella Zls, godendo dei benefici burocratici, fiscali e doganali che questa assicurerà. Ma non possiamo procedere senza la nomina, da parte del Governo, del commissario straordinario per la Zls, che deve anche presiedere il Comitato d’indirizzo».

La Regione Liguria, ricorda, da parte sua, l’assessore allo Sviluppo economico Andrea Benveduti, «ha attivato i percorsi tecnici di propria competenza per avviare la Zls di Genova e la Zls porto e retroporto della Spezia». Il territorio spezzino, tramite l’Adsp, ha infatti, a sua volta, avviato un’istruttoria, per la costituzione di una Zls; e le Regioni Liguria ed Emilia-Romagna hanno rivolto un quesito al Governo circa la possibilità d’inserire nel perimetro della Zls alcuni territori emiliani che hanno relazioni portuali e logistiche con La Spezia e Ravenna. «Attraverso le interlocuzioni con la Regione – afferma Benveduti - il ministero per il Sud si è reso disponibile, di recente, a fornire un avanzamento delle attività in occasione dei prossimi Stati generali della logistica del Nord Ovest, che si terranno in aprile ad Alessandria. Siamo confidenti che si arrivi quanto prima a una risoluzione, per poter finalmente dare operatività alle agevolazioni previste dalle Zls».

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