di Ilaria Vesentini
(Imagoeconomica)
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Pil in crescita dell’8% (due punti sopra la media nazionale), export schizzato al +18,6%, occupazione a +1,5%: sono numeri di un rimbalzo andato oltre ogni più rosea aspettativa quelli registrati nel 2021 dall’economia reggiana, presentati oggi da Fabio Storchi, presidente di Unindustria Reggio Emilia, durante l’incontro di fine anno al Centro Loris Malaguzzi, dedicato a “Capitale umano e digitalizzazione”. Un’occasione non solo per tirare le somme di un anno extra-ordinario ma anche per festeggiare la consegna del Premio Italiano Meccatronica – organizzato in collaborazione con Il Sole 24Ore-Nòva e Community Group e giunto quest’anno alla XV edizione – al dottore di ricerca dell’Università di Trento, Davide Vignotto, per lo studio condotto sui sensori nelle missioni spaziali.
«La vera sfida che abbiamo davanti è mantenere un tasso di crescita solido e duraturo dal 2022 in poi, ma non sarà facile, tra i rincari di materie prime, energia, logistica, la carenza di professionisti e i problemi strutturali quali la recessione demografica e l’emergenza climatica», è l’analisi di Storchi di fronte all’altalena economica degli ultimi due anni. Prima il calo del -10,3% nel 2020 tra pandemia e lockdown, poi un’accelerazione insperata con una crescita del valore aggiunto che supererà quest’anno sia il +6,5% stimato in Emilia-Romagna sia il 6% dell’Italia: il +8% di Pil provinciale diventa un +29,4% nel settore costruzioni e un +10,4% nell’industria. Mentre le esportazioni corrono e il tasso di disoccupazione tocca i minimi, con un indice del 4,6% che è la metà di quello italiano (9,2%).
Per rendere Reggio Emilia e il suo territorio più attrattivi e per rispondere al bisogno di giovani e di talenti delle imprese locali, Unindustria si è fatta promotrice di due iniziative di rilievo nazionale. La prima è una grande campagna di comunicazione su scala nazionale, per far conoscere al Paese la culla della didattica tricolore, della manifattura meccatronica nonché prossima fucina di supercar elettriche (complice il mega investimento a Gavassa della joint venture industriale di Silk-FAW); la seconda è una proposta di formazione e lavoro, pianificata per il triennio 2022-24, rivolta ad almeno 3mila giovani di tutta Italia per incentivarli a scegliere l’industria e il territorio reggiano, come ambiti in cui lavorare e vivere.
«Per costruire il nostro futuro dobbiamo investire sulla scuola di ogni ordine e grado», rimarca il presidente ricordando gli ultimi progetti avviati: il Digital District, il grande e innovativo progetto strategico di Unindustria per accompagnare le imprese attraverso le sfide di Industria 4.0, con lo Human&Technology Training Center per formare i disoccupati e i lavoratori allo sviluppo delle nuove competenze digitali; il potenziamento degli ITS, grazie a Digital Makers per aumentare l’offerta di super-tecnici pronti ad operare nell’industria; i nuovi percorsi di laurea (Data analyst for business & finance e Digital Automation Engineering) dell’UniMore a Reggio Emilia, per ampliare la disponibilità di laureati sia in termini quantitativi, sia qualitativi; infine, il Tech Up Accelerator per favorire l’open innovation mettendo a sistema start-up e imprese consolidate del territorio.
Ilaria Vesentini
corrispondente Emilia-Romagna
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