Norme e Tributi
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Norme e Tributi

Liti continue Stato-Regioni: alla Consulta 2.200 ricorsi

di Valentina Maglione e Valeria Uva

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(Imagoeconomica)

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In poco più di vent’anni una sentenza su due della Corte costituzionale ha riguardato il contenzioso centro-periferia. Scontri concentrati su fondi, salute e paesaggio

15 febbraio 2023
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3' di lettura

Il futuro, con il nuovo disegno di legge sull’Autonomia differenziata appena approvato dal Consiglio dei ministri, è tutto da scrivere. Il presente è il voto delle Regionali del 12 e 13 febbraio in Lombardia e Lazio. E al di là della sorte dell’autonomia differenziata e dell’esito delle urne un dato è certo: sul grado di autonomia già ora previsto dal Titolo V della Costituzione e sulle sue manifestazioni, Stato e Regioni hanno litigato parecchio di fronte alla Consulta.

E questo a partire dal 2001, anno dell’introduzione delle nuove norme costituzionali con gli elenchi delle materie nelle quali lo Stato ha competenza esclusiva a legiferare e di quelle in cui Stato e Regioni hanno invece competenza concorrente.

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I numeri dello scontro

In 22 anni sono stati 2.256 i ricorsi presentati di fronte alla Corte costituzionale: nella maggioranza dei casi, il 64%, è lo Stato ad aver chiamato in causa le Regioni, mentre il 36% dei ricorsi è partito dalle Autonomie contro il centro.

Si tratta di liti dai numeri altalenanti nel tempo, ma comunque consistenti: l’anno scorso alla Consulta sono arrivati 86 ricorsi, in aumento rispetto ai 74 del 2021 ma in calo rispetto ai 112 del 2020.

A muovere il contenzioso sono soprattutto i dubbi di legittimità costituzionale delle leggi regionali (la quasi totalità dei ricorsi dello Stato contro le Regioni è di questo tipo) o di quelle statali, per aver violato la ripartizione delle competenze contenuta nel Titolo V. Meno frequenti i giudizi per diretti conflitti di attribuzione tra gli enti: ad esempio nel 2022, su 86 ricorsi totali, appena quattro hanno riguardato un conflitto di attribuzione.

Una mole di ricorsi che si riflette sulle decisioni, tanto che quasi la metà (il 45%) delle sentenze emesse dalla Consulta dal 2001 a oggi (3.832) riguarda il contenzioso tra Stato e Regioni (1.726), con alcuni “picchi” negli anni scorsi: come nel 2021, quando le liti sul Titolo V sono state 111 su 206 totali, il 53,9%, o nel 2012, quando hanno raggiunto la quota del 65 per cento, occupando quindi buona parte del lavoro e del tempo del giudice delle leggi.

Ma non è solo di fronte alla Consulta che si consuma lo scontro sulle competenze tra Stato e Regioni. Numerose sono infatti le controversie relative ad atti amministrativi che centro e Autonomie portano di fronte a Tar e Consiglio di Stato. Un contenzioso molto vivace nel periodo della pandemia, quando di fronte ai giudici amministrativi le Regioni hanno impugnato le decisioni contenute nei Dpcm del Governo e la Presidenza del Consiglio ha fatto ricorso contro le ordinanze regionali.

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Le materie

Governo e Regioni litigano su tutto, ma un ruolo centrale lo giocano i temi di finanza pubblica, la salute e l’ambiente (quest’ultimo esteso anche all’edilizia e al governo del territorio).

Se guardiamo soltanto ai ricorsi promossi nel 2022, al primo posto troviamo, appunto, gli scontri sulla spesa pubblica: qui in particolare è il Governo ad aver impugnato diverse leggi regionali (Veneto, Molise, Calabria tra queste) lamentando sforamenti, ad esempio attraverso assunzioni di precari (forestali, ma anche infermieri e medici). Mentre alcune Regioni hanno impugnato la legge di Bilancio 2022. Emblematico il ricorso del Friuli Venezia Giulia, che ritiene la revisione delle aliquote Irpef e delle detrazioni fiscali della manovra lesiva degli accordi di finanza pubblica Stato-Regione.

Anche la sanità impegna la Consulta. Soprattutto per le scelte delle Regioni su assunzioni in deroga per far fronte all’emergenza Covid. Ma, senza attendere l'arrivo dell'autonomia, Regioni e Governo si stanno già scontrando sull’applicazione pratica dei Lea (livelli essenziali di assistenza). Con alcune Autonomie (ad esempio la Puglia) che provano a inserire in elenco nuovi screening.

Anche l’ambiente è terreno di scontro: Stato e Regioni litigano su vincoli e paletti ai parchi fotovoltaici e sul paesaggio. Ma è ancora fonte di scontro anche la declinazione regionale del Piano casa (di berlusconiana memoria): proprio venerdì scorso la Consulta ha bocciato una proroga concessa dalla Puglia e contestata dallo Stato.

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