Referendum ammessi: dalla carcerazione preventiva alla separazione delle carriere dei magistrati
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Abrogazione delle disposizioni in materia di incandidabilità, limitazione delle misure cautelari, separazione delle funzioni dei magistrati, eliminazione delle liste di presentatori per l'elezione dei togati del Csm, riconoscimento nei Consigli giudiziari del diritto di voto degli avvocati sulle valutazioni di professionalità dei magistrati. Dalla Consulta è stato anticipato il nulla osta al pronunciamento dei cittadini sulle proposte ritenute ammissibili perché le rispettive richieste non rientrano in alcuna delle ipotesi per le quali l’ordinamento costituzionale esclude il ricorso all’istituto referendario. In attesa delle motivazioni che verranno rese note nei prossimi giorni, ecco in sintesi i cinque quesiti in questione.
Abolire l’intero Testo unico delle disposizioni in materia di incandidabilità, uno dei decreti attuativi della legge, è la richiesta di Lega e Radicali. Il che significa eliminare le norme che impediscono la partecipazione alle competizioni elettorali per il Parlamento europeo e italiano e alle elezioni regionali, provinciali e comunali di chi sia stato condannato in via definitiva per mafia, terrorismo, corruzione e altri gravi reati. E soprattutto l’articolo 11, che prevede per gli amministratori locali la sospensione, dopo la condanna di primo grado per alcuni reati.
Cancellando una parte dell’articolo 274 del Codice penale, si vuole ridurre l’ambito dei reati per i quali è consentita l’applicazione delle misure cautelari, e in particolare della carcerazione preventiva: via il finanziamento illecito ai partiti e via i reati puniti con la reclusione non inferiore nel massimo a cinque anni, a meno che non ricorra il pericolo di fuga dell’indagato o di inquinamento delle prove.
Non permettere più il cambio di funzioni tra giudici e Pubblici ministeri e viceversa nella carriera di un magistrato è lo scopo del referendum. Oggi sono possibili quattro passaggi, che diverranno due con la riforma.
Il quesito propone di cancellare la norma che stabilisce che ogni candidatura va sostenuta dalle firme di almeno 25 presentatori. L’obiettivo è arrivare a candidature individuali libere, già previste nella riforma Cartabia.
Si terrà infine anche il referendum che ha l’obiettivo di riconoscere nei Consigli giudiziari il diritto di voto degli avvocati sulle valutazioni di professionalità dei magistrati.
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