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Russia e Singapore «salvano» la bilancia commerciale di Pechino

di Rita Fatiguso

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Positivo, scendendo più in dettaglio dei singoli Paesi, l’interscambio di febbraio-marzo con Canada, Australia e America Latina, fornitori di preziose materie prime.

7 marzo 2023
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2' di lettura

Cambia la mappa dell’import-export cinese in questo primo scorcio del 2023. Dalle economie avanzate a quelle in via di sviluppo o collegate al conflitto in corso in Ucraina l’import-export cinese offre a una lettura più accurata della frenata di inizio anno, con una serie di sorprese. Come dimostrano i dati più analitici dell’Agenzia delle dogane cinesi, a gennaio-febbraio alcune aree del mondo tra cui l’Europa e gli Stati Uniti hanno fatto registrare variazioni dell’import export negative, talvolta a doppia cifra e mentre i Paesi Asean nel complesso hanno retto grazie alla performance straordinaria di Singapore.

La forza delle materie prime

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A inizio anno vanno bene Canada (-21,5% l’export, ma addirittura +61% l’import), Australia (rispettivamente + 3,6 e +8,6%) e l’America Latina che registra +10% nelle importazioni), mentre la bilancia commerciale con la Russia solleva il velo sull’entità delle relazioni economiche di Pechino con Mosca. Il focus dei primi due mesi del 2023 dimostra che Mosca (+19,8 l’export, +31,3% le importazioni in prevalenza di gas) è ormai un partner strutturalmente forte. Singapore, dal canto suo, ha registrato un aumento monstre pari a +83,9 dell’export (contro un +24,1 ma l’export verso la città stato ha compensato le performance deludenti delle altre realtà Asean), presumibilmente a causa anche in questo caso del commercio di energia, dato che è un crocevia importante con i sui porti transhipment.

Colpisce, in ogni caso l’elevato traffico con l’Australia, in netta ripresa. A Canberra, se si considerano i problemi politici con Pechino che hanno contrassegnato tutto il periodo della pandemia, sembra tornata la quiete.

Il consolidamento della Russia

Nei rapporti con le aree del mondo, da un lato è diminuito l’interscambio verso le economie avanzate, mentre sono aumentati i rapporti con le Regioni emergenti: Sud Est Asiatico, Sud America e Russia.

Pechino ha aumentato l'export verso Singapore, Filippine, Thailandia, Sud Africa e Brasile nonostante abbia ridotto l’export globale.

Lorenzo Riccardi, di RsA Asia suggerisce una lettura depurata dalla valuta estera. «Credo che sia utile analizzare i dati in termini di valori in yuan, ovviamente, perché depurati dal tasso di cambio, ma anche in dollari. Guardando alle cifre in termini di valore, il surplus commerciale della Cina è salito a 116 miliardi di dollari nel periodo gennaio-febbraio 2023 rispetto ai 109 miliardi dello stesso periodo dell’anno precedente».

E aggiunge: «La composizione però è cambiata. In cifre assolute I primi partner commerciali della Cina si conferma l’Asean con scambi pari a 138 miliardi di dollari, l’Unione Europea con 123 miliardi e gli Usa con 101 miliardi di dollari. Il surplus commerciale con gli Stati Uniti ha raggiunto i 41 miliardi di dollari nei primi due mesi dell’anno. Infine, la Cina registra un aumento delle importazioni dall’Italia, a fronte di un decremento dell'import aggregato verso il resto del mondo».


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