di Giulia Crivelli
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Un esercizio da incorniciare, quello di Morellato Group , con un fatturato di 310 milioni e una crescita del 49% rispetto all’anno precedente. Non che il presidente Massimo Carraro (nella foto qui sopra), per sua natura, dorma sugli allori. Il bilancio consolidato appena chiuso e relativo al periodo 1 marzo 2021-28 febbraio 2022 è un traguardo importante, ma il gruppo è già proiettato nel futuro a breve e medio termine e negli ultimi tre mesi e mezzo molti nuovi progetti si sono aggiunti a quelli che hanno portato all’ottimo risultato dello scorso esercizio.
Un esercizio molto positivo anche guardando agli indicatori finanziari e di redditività: l’ebitda è arrivato a 87,3 milioni, pari al 28% del fatturato, con un incremento di quasi il 68% e la posizione finanziaria netta al 28 febbraio 2022 era di è 17,5 milioni, alla luce di investimenti per circa 23,5 milioni. I risultati confermano la leadership di Morellato Group in Italia (escludendo ovviamente player globali come Bulgari e Pomellato, di proprietà, rispettivamente, dei colossi francesi Lvmh e Kering) e il ruolo da protagonista in Europa. Morellato può orgogliosamente definirsi il più importante gruppo a capitale italiano di gioielli e orologi e gestisce un portafoglio di brand di proprietà di cui fanno parte Morellato, Sector No Limits, Philip Watch, Lucien Rochat, Live Diamond, Bluespirit, La Petite Story, Oui&Me, Cleor, Noelie, D'Amante e Arca, marchi ai quali si aggiungono brand per il quali il gruppo è licenziatario mondiale: Chiara Ferragni, Maserati e Trussardi (nelle foto in alto, anello Riviera del marchio Live Diamond, in oro bianco con diamanti, smeraldi, rubini o zaffiri ecologici e orologio Oui&Me della collezione Fleurette).
Un risultato frutto di un percorso di acquisizioni mirate avviato da anni. Nel 2017 Morellato acquisì Kronoshop.com, e-commerce italiano specializzato nella gioielleria e orologeria; nel 2018 fu la volta di Mister Watch, azienda francese proprietaria del brand Oui&Me, l’anno successivo di Cleor e Noelié, retailer francesi di gioiellerie “prêt-à-porter”, come lo sono le altre del portafoglio del gruppo. Last but not least, nel 2020 e “nonostante” la pandemia, Morellato ha acquisito D’Amante, catena italiana di gioiellerie. «L’obiettivo è proseguire nel percorso di crescita e nel ruolo di aggregatore nel mercato della gioielleria e orologeria in Europa, Asia e Middle East – spiega Massimo Carraro – attraverso attività di impresa sostenibili e che valorizzino la tradizione della manifattura italiana». Il gruppo Morellato, in Italia e all’estero, spicca per la sua natura integrata: tutto iniziò con i cinturini, che ancora oggi produce e fornisce anche a maison di alta gioielleria.
Non green washing o azioni di marketing e comunicazione di breve periodo, bensì autentica sostenibilità, per profonda convinzione dell’azienda, della proprietà e dei manager, e per essere in sintonia con lo “spirito del tempo” e le richieste dei clienti finali: «Insieme al bilancio “principale” quest'anno pubblichiamo il nostro primo Bilancio di sostenibilità, in accordo ai principi internazionali degli standard Gri (Global standars for sustainability reporting) – sottolinea Carraro –. Come prima attività è stata realizzata la “matrice di sostenibilità”: attraverso un'analisi di benchmark e il coinvolgimento degli stakeholder (in primis clienti e management) sono stati individuati gli argomenti Esg più rilevanti: i temi sono state analizzati e misurati e riportati nel Bilancio di sostenibilità».
Nel 2022 è stata inaugurata una nuova società del gruppo a Dubai, negli Emirati arabi uniti, centro nevralgico per l'espansione nei mercati di Middle East e Africa. La nuova sede si trova nel cuore del Dubai Design District, hub di riferimento internazionale della moda e del design. «I dati sul turismo indicano una forte ripresa dei viaggi e del traffico in aeroporti e stazioni, la ripresa dei viaggi per lavoro sembra invece più moderata – conclude Carraro –. Ma il travel retail resta un filone di investimento importante, insieme all’ampliamento della rete distributiva diretta online e offline. L’obiettivo è di arrivare a 500 negozi entro il 2024, rispetto ai 400 di oggi: 260 si trovano in Italia, 140 in Francia».
Giulia Crivelli
fashion editor
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