Moda
Pubblicità

Moda

Hermès evoca sofisticati boschi, i big della creatività giapponese al loro meglio

di Angelo Flaccavento

Immagine non disponibile
Hermès AI 23-24

Hermès AI 23-24

I classici Junya Watanabe e Rei Kawakubo accanto all’interessante novità di Kei Ninomiya. Il ritorno scultoreo di Alexander McQueen, Ann Demeulemeester reinterpretata con successo

6 marzo 2023
Pubblicità

3' di lettura

Post-covid, Parigi ha affermato la propria forza propulsiva sullo scacchiere internazionale con raddoppiata intensità. New York e Londra sono diventate manifestazioni insulari, Milano ha una solida identità e traino, ma la varietà dell'offerta parigina è incomparabile. Tutti coloro che vogliono fare la moda con la M maiuscola, sperimentare, inventare, provocare, è qui che trovano il palcoscenico adatto, e anche il coraggio di mollare gli ormeggi.

I giapponesi guidano il mucchio selvaggio, e questa stagione sono particolarmente ispirati. Junya Watanabe immagina un viaggio nel deserto sulle note di Kashmir dei Led Zeppelin, ma laddove per Plant, Page e compagnia il trip era metafisico, o lisergico, per Watanabe è apocalittico o fantascientifico, sulla vena di Dune. Tutto è nero, sovrapposto, zippato, riconfigurabile, impacchattabile. Gli abiti, i parka, le gonne sono ricavati da borse aperte, schiacciate, allargate. All'occorrenza si chiude e riduce, e si viaggia nella tempesta di sabbia.

Pubblicità

Comme des Garcons, la collezione per l’AI 23-24

15 foto

(Afp/Emmanuel Dunand)
(Afp/Emmanuel Dunand)
(Afp/Emmanuel Dunand)
(Afp/Emmanuel Dunand)
(Afp/Emmanuel Dunand)
(Afp/Emmanuel Dunand)
(Afp/Emmanuel Dunand)
(Afp/Emmanuel Dunand)
(Afp/Emmanuel Dunand)
(Afp/Emmanuel Dunand)
(Afp/Emmanuel Dunand)
(Afp/Emmanuel Dunand)
(Afp/Emmanuel Dunand)
(Afp/Emmanuel Dunand)
(Afp/Emmanuel Dunand)

Rei Kawakubo di Comme des Garçons è impantanata ormai da tempo in un territorio fatto di forme bulbose, scultoree, assolutamente astratte e infinitamente concettuali che se agli inizi stimolavano, adesso sono diventate una formula. A questo giro la regia della sfilata, con le uscite in diversi tableau musicali, è fresca ed efficace, ma in tema di vestiti poco o nulla cambia. Quello di Noir - Kei Ninomiya è un trip lisergico di fioriture sintetiche. Come un novello Paco Rabanne, sotto acido però, Nonomiya usa plastica, glitter, rete, cristalli per comporre abiti come frattali, cute but psycho, dalla energia elettrizzante.

Hermès , la collezione per l’AI 23-24

25 foto

(Afp/Emmanuel Dunand)
(Afp/Emmanuel Dunand)
(Afp/Emmanuel Dunand)
(Afp/Emmanuel Dunand)
(Afp/Emmanuel Dunand)
(Afp/Emmanuel Dunand)
(Afp/Emmanuel Dunand)
(Afp/Emmanuel Dunand)
(Afp/Emmanuel Dunand)
(Afp/Emmanuel Dunand)
(Afp/Emmanuel Dunand)
(Afp/Emmanuel Dunand)
(Afp/Emmanuel Dunand)
(Afp/Emmanuel Dunand)
(Afp/Emmanuel Dunand)
(Afp/Emmanuel Dunand)
(Afp/Emmanuel Dunand)
(Afp/Emmanuel Dunand)
(Afp/Emmanuel Dunand)
(Afp/Emmanuel Dunand)
(Afp/Emmanuel Dunand)
(Afp/Emmanuel Dunand)
(Afp/Emmanuel Dunand)
(Afp/Emmanuel Dunand)
(Afp/Emmanuel Dunand)

In tema botanico, da Hermès Nadège Vanhee-Cybulski rivela quel che idealmente si nasconde sotto la corteccia, e immagina silhouette verticali che nei colori e nelle texture richiamano il fusto di un albero. La palette è calda e boschiva, mentre i look sono costruiti per strati che si aprono, velano e svelano. È un viaggio monocorde ma sicuro, nel quale la corteccia, alla fine, diventa seta plissettata alla maniera di Mariano Fortuny e i suoi delphos. Tra le prove di Vanhee, è la più riuscita.

Tra gli autori emergenti, Ester Manas e Balthazar Delepierre, in arte solo Ester Manas, meritano un posto d'onore per la maniera sottile di lavorare intorno alla varietà dei corpi, allargando il canone ben oltre lo standard. Il tema del matrimonio questa stagione ispira un seducente detour dai bianchi da sposa ai lustrini di damigelle e invitate - al matrimonio - che è pura gioia, per spirito e occhi.

Dopo lo iato londinese, Alexander McQueen torna a sfilare a Parigi. Nelle stagioni di assenza, il direttore creativo Sarah Burton ha progressivamente asciugato, e infine abbandonato, i romanticismi e anche gli esotismi, per esplorare una idea di sensualità tesa, statuaria, assertiva. Il percorso giunge adesso al culmine e deflagra con potenza. La collezione ruota tutta intorno al tailoring maschile, mai così scultoreo e femminile, e ad una sorta di anatomia floreale tradotta in astrazioni organiche che potenziano la silhouette. Il gioco continuo di tema e variazione è ipnotico, e sottolinea la ripetizione come essenza dell'atto creativo.

L'arrivo di Ludovic de Saint Sernin alla direzione creativa di Ann Demeulemeester, in fine, è una evoluzione nel segno della continuità che origina nell’archivio, visto attraverso la lente del sexy e di una forte androginia, per puntare verso nuovi lidi. Per essere una partenza è forse un po' monocorde, ma lo sguardo è sicuro, e davvero avvicina Ann ad un nuovo uditorio, mantenendo autorialità.

Riproduzione riservata ©
Pubblicità
Visualizza su ilsole24ore.com

P.I. 00777910159   Dati societari
© Copyright Il Sole 24 Ore Tutti i diritti riservati
Per la tua pubblicità sul sito: 24 Ore System
Informativa sui cookie  Privacy policy