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EXPO CHICAGO una fiera ben radicata nell’ecosistema culturale della città

di Maria Adelaide Marchesoni

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Nancy Rubins - Slippie’s Lane, 2021- Rhona Hoffman Gallery, Chicago - Nancy Rubins ha trovato ispirazione in oggetti quotidiani come elettrodomestici, televisori, scaldabagni, parti di aeroplani, barche, rimorchi, materassi, canoe e attrezzature da parco giochi. Le opere di Rubins sono spesso costruite con sottili travi d’acciaio e cavi di tensione per creare installazioni monumentali. Nelle mani di Rubins le tecnologie obsolete di questi oggetti si trasformano in forme nuove e inaspettate, capaci di sfidare la gravità e progettare lo spazio.

Nancy Rubins - Slippie’s Lane, 2021- Rhona Hoffman Gallery, Chicago - Nancy Rubins ha trovato ispirazione in oggetti quotidiani come elettrodomestici, televisori, scaldabagni, parti di aeroplani, barche, rimorchi, materassi, canoe e attrezzature da parco giochi. Le opere di Rubins sono spesso costruite con sottili travi d’acciaio e cavi di tensione per creare installazioni monumentali. Nelle mani di Rubins le tecnologie obsolete di questi oggetti si trasformano in forme nuove e inaspettate, capaci di sfidare la gravità e progettare lo spazio.

Creare programmi, partnership curatoriali, incontri per la platea internazionale e coinvolgere le istituzioni locali determinano il successo dell’evento

11 aprile 2022
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4' di lettura

Schiacciata tra due piazze molto competitive come Los Angeles e New York, Chicago ha saputo sviluppare una scena artistica vivace e poco coinvolta nelle dinamiche che caratterizzano il mercato, pur con la presenza di una fiera d'arte contemporanea, EXPO CHICAGO, in calendario dal 7 al 10 aprile, la prima in presenza dal 2019. L'appuntamento con il mercato si inserisce in un contesto cittadino che coinvolge numerose istituzioni locali che sono parte integrante del successo di Expo Chicago come sottolinea il direttore Tony Karman.
«Misurare il successo di una fiera – spiega Karman ad Arteconomy24 – è possibile ed è la somma di diversi livelli e per Expo Chicago si perfeziona soprattutto nel momento in cui accogliamo in città una rete globale composta da curatori, direttori di musei, collezionisti, artisti e appassionati d’arte, il che significa essere riconosciuti non solo come appuntamento per il mercato dell'arte ma per la nostra abilità di creare programmi, partnership curatoriali e incontri per la platea internazionale».

L’arte ad Expo Chicago

9 foto

Heather Dewey-Hagborg - Waltz of the Viruses, 2020 - Fridman Gallery, New York - Waltz of the Virus, 2020, è ambientato in un possibile futuro in cui, dopo la pandemia del Coronavirus, “l’ansia dominerà con un nuovo carattere biologico”. Immaginando un mondo in cui l’amore potrebbe diffondersi come un virus, l’opera è sia un video che un breve romanzo scritto dall’artista. 
Raphael Barontini - Mariane Ibrahim, Chicago, Paris - Capois la mort Cape, 2020 - Raphaël Barontini mette in discussione la storia e i modi in cui è stata manipolata e raccontata per escludere una parte, sulla base della violenza aggressiva di altri. Guardando indietro alle sue radici familiari nei Caraibi e alla sua educazione in Europa, l’artista rivisita le storie del colonialismo occidentale e della schiavitù. 
Guglielmo Castelli - Orphée aux Enfers, 2022 (Orpheus in the Underworld) - Galerie Rolando Anselmi, Berlin, Rome - Con una formazione in scenografia e una passione per la letteratura, Guglielmo Castelli è autore di disegni e dipinti spesso ambientati in potenti inferi notturni. Le opere sono abitate da personaggi seducenti che hanno solo vaghe somiglianze con gli esseri umani. Libere da costrizioni anatomiche, le sue figure queer si mettono in posa, danzano e fanno qualsiasi tipo di acrobazia, adattando costantemente le loro membra senza ossa per negoziare l’equilibrio nel loro ambiente liquido. 
Acrobazia 1 - Stunt - 1, 1972 - Richard Saltoun Gallery, London - Nata da madre africana e padre portoghese, Bertina Lopes ha partecipato alle attività anticoloniali a Maputo, in stretto contatto con i maggiori poeti e intellettuali africani. Processata e costretta a lasciare prima il Mozambico e poi il Portogallo, l’artista si trasferisce infine a Roma nel 1963, svolgendo un importante ruolo culturale sia in Italia che in Mozambico. Lopes può essere considerata una figura fondante di una genealogia femminile dell’arte moderna e contemporanea impegnata, con un corpus di opere che padroneggia liberamente diversi linguaggi e mantiene un profondo legame con l’identità africana. 
Liz Larner - hard bubble, 2021 - Galerie Max Hetzler, Berlin, Paris, London - Dal microscopico all’immenso, le opere di Liz Larner sono caratterizzate da ponderatezza e sperimentazione e fanno uso di una varietà di materiali, tra cui plastica, metallo, argilla, carta, cuoio, cenere vulcanica, garza chirurgica e batteri. Dai suoi primi lavori con le piastre di Petri, fino alle più recenti installazioni scultoree, Larner ha esaminato questioni legate alla trasformazione, all’imprevedibilità e all’agency, anticipando approcci multi-specifici per interpretare il presente. 
Cildo Meireles - Inmensa, 1982 - Almeida & Dale, São Paulo - Cildo Meireles è uno dei rappresentanti più influenti di una generazione di artisti emersi a Rio de Janeiro alla fine degli anni ’60. La censura imposta dal regime militare in Brasile durante gli anni ’70 era un tema ricorrente per l’artista. Invitando il pensiero critico, e spesso la partecipazione attiva dello spettatore, le sue opere trasmettono una dimensione multisensoriale e fortemente poetica. L’intera opera di Meireles nasce dalla comprensione dell’artista dello spazio come “geometrico, storico, psicologico, topologico e antropologico”. 
Nancy Rubins - Slippie’s Lane, 2021- Rhona Hoffman Gallery, Chicago - Nancy Rubins ha trovato ispirazione in oggetti quotidiani come elettrodomestici, televisori, scaldabagni, parti di aeroplani, barche, rimorchi, materassi, canoe e attrezzature da parco giochi. Le opere di Rubins sono spesso costruite con sottili travi d’acciaio e cavi di tensione per creare installazioni monumentali. Nelle mani di Rubins le tecnologie obsolete di questi oggetti si trasformano in forme nuove e inaspettate, capaci di sfidare la gravità e progettare lo spazio. 
Sarah Zapata - A Famine of Hearing, 2019 - Deli Gallery, New York - Sarah Zapata impiega tecniche artigianali tradizionali legate alle sue origini peruviane per produrre opere e installazioni a base di tessuti. Tutte fatte a mano e colorate con tinture vegetali naturali, le sue opere prendono ispirazione dalle antiche tradizioni quechua. Fanno anche riferimento ai tessuti di arpilleras (iuta) prodotti negli anni ’70 e ’80 in Cile, quando le donne prigioniere politiche detenute durante il regime di Pinochet avevano bisogno di camuffare i messaggi alle loro famiglie e amici. 
Heather Dewey-Hagborg - Watson’s Ghost, 2021- Fridman Gallery, New York - Artista informatico e bio-hacker, Heather Dewey-Hagborg esplora l’intersezione tra arte, scienza, tecnologia, filosofia e fiction - Watson’s Ghost, 2021, prende ispirazione dallo scienziato James Watson, co-scopritore della struttura del DNA e la prima persona a rendere pubblica la sua sequenza di DNA. Mettendo in discussione le preoccupanti visioni riduzioniste dello scienziato su questioni come razza, sesso, etnia e intelligenza, l'artista ha prodotto un trittico che mostra una moltitudine di volti umani, alludendo alle diverse interpretazioni di come James Watson potrebbe apparire basandosi solo sul DNA. 
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Un ecosistema culturale

«La fiera è profondamente radicata nell’ecosistema culturale di Chicago - prosegue - e ha catalizzato connessioni durature e significative che forniscono un sostegno agli artisti, alle gallerie e alle istituzioni della città. Inoltre abbiamo l'ambizione di avere un ruolo fondamentale che è quello di favorire lo sviluppo della prossima generazione di collezionisti e aiutare coloro che, spinti anche solo dalla curiosità, vogliono iniziare un percorso». Per il direttore, Expo Chicago non è una fiera regionale, ma piuttosto «una fiera internazionale che è fortemente sostenuta dalla regione».

La fiera

L’edizione di quest’anno ha presentato oltre 140 gallerie provenienti da 25 paesi tra cui Azerbaijan, Canada, Giappone e Paesi Bassi. La lista degli espositori include gallerie leader come Kasmin, DC Moore, Luhring Augustine, tutte con sede a New York, Nara Roesler, Vielmetter Los Angeles, Jessica Silverman Gallery, così come diverse gallerie di Chicago tra cui Gray, Kavi Gupta, Rhona Hoffman, Mariane Ibrahim e Corbett vs Dempsey. Oltre alla sezione principale, due altre sezioni Exposure, dedicata a solo show o al massimo due artisti presentati da gallerie in attività da 10 anni o meno curata da Humberto Moro, recentemente nominato vice direttore della Dia Art Foundation e Profile con solo show e progetti con installazioni tematiche.

Gli italiani

Quattro le gallerie italiane presenti. Nella sezione principale Eduardo Secci (Firenze, Milano) che il 28 aprile prossimo inaugura un nuovo spazio a Milano, il secondo, in Via Olmetto, partecipa da almeno cinque a EXPO CHICAGO e considera la fiera molto importante per le relazioni internazionali anche se la definisce una “fiera meditativa”. Nello stand una selezione di artisti tra cui il giovane artista brasiliano Rafael Baron (1986), entrato da poco a far parte della galleria, e Joan Witek (1943) artista americana i cui lavori hanno sempre avuto a che fare con il colore nero: che si tratti di pittura a olio, acquerello o matita, le opere si concentrano su una materialità specifica e un contenuto formalista (prezzi a partire da 40.000 dollari). Prima volta per la Gallerie Rolando Anselmi (Roma, Berlino) presente nella sezione Exposure con opere di Guglielmo Castelli (prezzi a 5.000-35.000 euro), mentre da diversi anni partecipa la galleria torinese Luce Gallery che presentava le opere dell'artista norvegese Peter Mohall (i dipinti sui 6.000 dollari) e dell'americano Demarco Mosby con dipinti in vendita tra 11.000 e 15.000 dollari. Infine la new entry Dep Art Gallery presente nella sezione Profile con solo show dell'artista Wolfram Ullrich (Würzburg, 1961): le installazioni più semplici viaggiano sui 5.000 dollari mentre quelle più complesse possono superare 30.000 dollari.

In situ

All’interno dell’architettura del Navy Pier, in un percorso curatoriale, Rare Earths, erano presenti alcune installazioni su larga scala, tra cui film, video e sculture, come parte della sezione IN/SITU curata da Marcella Beccaria, chief curator e curatore delle collezioni al Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea che comprende le opere di 15 artisti tra cui Guglielmo Castelli, Liz Larner e Cildo Meireles cosi come opere digitali di aaajiao e Keiken + George Jasper Stone in collaborazione con Daata. L'arte è inserita anche nel contesto cittadino, con IN/SITU Outside, che presenta installazioni pubbliche tra cui due sculture di Nancy Rubins dalla serie ’Diversifolia’, in cui gli oggetti industriali sono resi come forme monumentali e fluide. Tra gli appuntamenti /Dialogues evento organizzato con la School of Art Institute per favorire il dialogo con i principali professionisti delle arti. Tra gli incontri in programma quello tra Hans Ulrich Obrist e i membri di AfriCOBRA (The African Commune of Bad Relevant Artists) per indagare sull'eredità del collettivo fondato a Chicago nel 1968 da Jeff Donaldson, Barbara Jones-Hogu, Wadsworth Jarrel e Gerald Willimas, che ha agito ai margini della comunità artistica tradizionale cercando di formulare un’estetica nera incentrata sul concetto di comunità.

Premi

Gli effetti della pandemia hanno portato a rivedere anche l'impegno della società di gestione patrimoniale Northern Trust, principale sponsor della fiera, che ha deciso di ampliare il Northern Trust Purchase Prize, istituito per la prima volta nel 2013. A selezionare un'opera da inserire nella collezione quest'anno non è come in passato una sola istituzione, ma tre musei hanno beneficiato del premio con sette opere: il Portland Art Museum aggiungerà un dipinto di Reginald Sylvester II che era in mostra alla Maximillian William Gallery di Londra, il Pérez Art Museum Miami riceverà tre dipinti di Nohemi Perez dall’Instituto de Visión, una galleria con spazi a Bogotá e New York e il Walker Art Center di Minneapolis aggiungerà alla sua collezione tre opere, di Adler Guerrier, mostrate da Marisa Newman Projects di New York. L'opera è stata selezionata tra quelle presenti nella sezione della fiera Exposure.

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