di Giulia Crivelli
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Con anni - in alcuni casi decenni - di ritardo rispetto agli eterni rivali di Francia, è iniziato anche in Italia il ricambio generazionale ai vertici creativi e imprenditoriali delle grandi aziende della moda e in particolare dell’alta gamma. Per una volta si tratta, quasi sempre, di un ritardo incolpevole: è legato, banalmente, alle diverse età dei sistemi moda di Italia e Francia. Il nostro è più giovane e molti degli stilisti o imprenditori fondatori sono ancora in vita e, in alcuni casi, al comando delle aziende, in particolare nella parte a valle della filiera, quella dei marchi. Discorso a parte andrebbe fatto per la parte a monte: ci sono aziende tessili che di passaggi generazionali ne hanno già vissuti parecchi – un nome su tutti, il lanificio Vitale Barberis Canonico, nato nel 1663 e oggi guidato dalla tredicesima generazione della famiglia fondatrice.
Il caso più recente nel “valle” è il gruppo Prada, quotato a Hong Kong ma che – stando a rumor finanziari – starebbe pensando a un listing in Italia. Sono di dicembre due nomine importanti: il 6 quella di Andrea Guerra come ceo di gruppo (la proposta verrà formalmente fatta al cda del 23 gennaio), il 13 dicembre quella di Gianfranco D’Attis, con decorrenza dal 2 gennaio, come ceo del “solo” marchio Prada, il più importante del gruppo, del quale oggi fanno parte anche Miu Miu, Car Shoes, Church’s, Marchesi 1824 e Luna Rossa.
Il marchio Prada ha radici lontane: nacque a Milano come boutique di pelletteria nel 1913, ma sono stati Miuccia Prada, nipote del fondatore Mario, e il marito Patrizio Bertelli a inventarsi la multinazionale – decisamente non tascabile – del lusso che il gruppo Prada è oggi. Bertelli lascerà a Guerra il ruolo di ceo tenendo per sé quello di presidente e aprendo la strada a un ulteriore passaggio dallo stesso Guerra a Lorenzo Bertelli, classe 1988, primogenito della coppia fondatrice e dal 2020 Head of Corporate social responsibility del gruppo. È indicativo che il giovane Bertelli stia facendo esperienza proprio nel settore Csr ed Esg, vista l’attuale centralità dei temi della sostenibilità sociale e ambientale e della governance, che coinvolgono il numero maggiore di stakeholder, dagli azionisti ai clienti finali, con le nuove generazioni di consumatori globali di prodotti di lusso (e non solo) sempre più attenti alla trasparenza, coerenza e responsabilità dei comportamenti delle aziende sui temi sociali e ambientali.
I dati del primo semestre 2022 del gruppo Prada, annunciati il 27 luglio (al cda del 26 gennaio verranno presentati quelli dell’intero esercizio) indicano una forte crescita di redditività e ricavi, arrivati a 1,9 miliardi di euro(+22% sul 2021). A Guerra e Bertelli junior spetta il compito di creare un circolo virtuoso tra le competenze di un manager di lunga esperienza e la passione e dedizione di un ragazzo che, dopo una laurea in filosofia, sognava di fare il pilota di rally (e l’ha anche fatto, per qualche anno) ma che ha poi trovato la sua strada nel gruppo di famiglia e che negli ultimi tre anni ha accelerato la transizione digitale e guidato quella della Csr.
Giulia Crivelli
fashion editor
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