dal corrispondente Beda Romano
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Bruxelles - Dopo un lungo negoziato, segnato da veti e contro-veti, i Ventisette hanno approvato a livello diplomatico nella notte di lunedì 12 dicembre il progetto di direttiva che fa proprio l'accordo internazionale sulla tassazione minima delle imprese. L'intesa è stata bloccata per mesi dall'Ungheria che prima di dare il suo benestare voleva assicurarsi la luce verde dei suoi partner europei sul piano di rilancio e di resilienza, ottenuto durante la stessa riunione.
La direttiva prevede norme comuni nel calcolare l'aliquota minima effettiva del 15%, decisa da 137 paesi a livello OCSE. Le regole si applicheranno alle società multinazionali e ai grandi gruppi nazionali europee, con entrate finanziarie superiori a 750 milioni di euro all’anno. Le stesse regole si applicheranno altresì a qualsiasi gruppo di grandi dimensioni, sia nazionale che internazionale, che abbia una società madre o una controllata in uno Stato membro dell'Unione europea.
«Se il Paese in cui ha sede la società controllata non impone l’aliquota minima effettiva, è previsto che lo Stato membro della società madre applichi un'imposta complementare – spiega la Commissione europea in un comunicato -. La direttiva garantisce inoltre un’imposizione effettiva nei casi in cui la società madre sia situata al di fuori dell'Unione europea e in un Paese segnato da una tassazione limitata che non applica norme equivalenti».
«Questo accordo sulla tassazione minima delle imprese è una vittoria per l’equità, una vittoria per la diplomazia e una vittoria per il multilateralismo», ha detto il commissario agli affari economici Paolo Gentiloni. «Ora dobbiamo concentrare i nostri sforzi per portare a termine le discussioni sull'altro pilastro dell’accordo globale», ossia sulle regole per la tassazione degli utili, con una formula per calcolare la percentuale di utili tassabili in ciascuna giurisdizione di riferimento.
L'accordo raggiunto a livello diplomatico sarà confermato a livello politico attraverso una procedura scritta che terminerà domani, mercoledì 14 dicembre. Come detto, nel frattempo, i Ventisette hanno dato il loro benestare al piano di rilancio e resilienza ungherese. In cambio, Budapest ha dato il suo accordo ad aiuti per l'Ucraina pari a 18 miliardi di euro nel 2023. Il denaro dovrà ora essere raccolto dalla Commissione europea sui mercati finanziari.
Beda Romano
Corrispondente
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