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Patuanelli: dalla guerra in Ucraina problemi di costi per il settore vitivinicolo

di Giorgio dell'Orefice

Patuanelli al Vinitaly: "Vino eccellenza italiana, crescere ancora di più e superare competitor"

All'inaugurazione della 54ma edizione del Vinitaly di Verona ( tornata in presenza dopo due anni di stop causa Covid), il ministro delle Politiche agricole non nega le difficoltà del momento per il settore

10 aprile 2022
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3' di lettura

«La vera emergenza sono gli extracosti per i produttori di vino innescati dall'aumento dei costi energetici e delle materie prime. Il Governo è già intervenuto e continuerà a farlo finché ce ne sarà bisogno. Ma il punto è che va individuata in Europa una risposta unitaria alla crisi legata al conflitto in Ucraina. Se invece a livello europeo prevarrà l'egoismo dei Paesi, con alcuni che sono in grado di fronteggiare meglio l'escalation dei costi energetici di altri, allora faremo fatica».

Le difficoltà dopo un 2021 eccellente

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Nel suo discorso all'inaugurazione della 54ma edizione del Vinitaly di Verona (manifestazione tornata in presenza dopo due anni di stop causa Covid), il ministro delle Politiche agricole, Stefano Patuanelli - non nega le difficoltà del momento. Difficoltà che il vino italiano affronta dopo un anno straordinario, il 2021, nel quale ha registrato il nuovo record di esportazioni, superando la soglia dei 7 miliardi di euro. «Un anno – ha aggiunto Patuanelli – nel quale non c'è stato solo un rimbalzo sul 2020, l'anno del lockdown, ma si sono registrati anche dei progressi strutturali. Il vino ha dimostrato di riuscire a resistere alla pandemia ed è ora subito chiamato a una nuova sfida, quella del conflitto in Ucraina».

Aiuti per le aziende esposte con i mercati in guerra

Il ministro ha ribadito (lo aveva accennato in precedenza anche il presidente di Ice Agenzia, Carlo Ferro) che ci sarà uno stanziamento dedicato a sostenere la diversificazione dei mercati per quelle aziende particolarmente esposte con i mercati di Russia, Bielorussia e Ucraina («la quota di mercato del vino made in Italy – ha spiegato Ferro – in quei Paesi è di meno del 3% del totale, ma ci sono imprese e singole denominazioni che sono maggiormente esposte di altre), ma ha sottolineato anche che le principali conseguenze del conflitto per il settore vitivinicolo sono legate ancora alla variabile costi. «In questo momento – ha detto ancora Patuanelli – non ci risultano problemi di scarsità di prodotto. Il punto è che sia l'industria del vetro che quella della carta sono settori particolarmente energivori. Pertanto in parte hanno rallentato la produzione, mentre d'altro canto ci sono imprese che stanno facendo scorte di questi materiali e questo sta creando fenomeni isolati di scarsità. Per il resto si tratta di semplice speculazione ed è su questo fronte che serve una risposta forte europea».

Il ritorno in presenza di Vinitaly

Le difficoltà congiunturali, tuttavia, non hanno fatto passare in secondo piano l'entusiasmo per il ritorno in presenza di Vinitaly, la principale manifestazione del vino italiano, come testimoniato da una partecipata cerimonia di apertura e dai tanti visitatori che hanno cominciato ad affollare i padiglioni di Veronafiere già dalle prime ore del mattino. «Una manifestazione – ha spiegato il presidente di Veronafiere, Maurizio Danese – che in realtà non si è mai fermata in questi anni e che ha progettato il proprio futuro lungo tre direttrici: potenziamento del business in fiera, selezione dei visitatori e maggiore presenta internazionale. Aspetto, quest'ultimo, sul quale abbiamo investito 4 milioni di euro».

«Ma la presenza internazionale non sarà solo quella dei buyer esteri nei giorni di Vinitaly- ha aggiunto il direttore di Veronafiere, Giovanni Mantovani - ma anche quella legata alle nostre iniziative sui mercati esteri. Iniziative che consentono a piccole e medie imprese di accedere a nuove fette di consumatori ma anche a noi di monitorare da vicino i nuovi trend di consumo che si affermano su sbocchi storici del made in Italy come Stati Uniti e Canada». «Il Veneto – ha aggiunto il presidente della Regione, Luca Zaia – è la prima regione italiana per produzione di vino e anche per export. Non è un caso che la manifestazione clou del vino si tenga qui. Il vino italiano va difeso dalle speculazioni sui prezzi come dallo shopping di multinazionali che vogliono rilevare e cannibalizzare i brand simbolo del vino made in Italy. Per evitare questo occorrerebbe esercitare una sorta di golden power».«La golden power nel settore agroalimentare già esiste – gli ha risposto il ministro Patuanelli -. L'abbiamo attivata qualche tempo fa nel comparto delle sementi e se ce ne sarà bisogno lo faremo anche per il vino».


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