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Il grande rimbalzo di Twitter: +41% grazie a Trump

di Ma.l.C.

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26 luglio 2017
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2' di lettura

L’avevano dato per spacciato solo pochi mesi fa. Non che sia guarito del tutto, ma il rally di Borsa dal suo minimo dell’aprile scorso rappresenta un segnale di un’inattesa seconda primavera per Twitter. Il titolo ha chiuso ieri sera a Wall Street a un passo dai 20 dollari per azione, precisamente a 19,97, con un rialzo del 41,4% dal minimo del 17 aprile a 14,12 dollari per azione. Nello stesso periodo l’indice S&P 500 dei titoli dell’information technology è salito del 10,6 per cento. Il social media da 140 caratteri ha beneficiato in primavera di risultati che vedono in rialzo del 6% il numero di utilizzatori, a 328 milioni di utenti.

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«Per una società che molti sei mesi fa pensavano stesse per chiudere i battenti, come Myspace o Aol, il rialzo a doppia cifra e la continua accelerazione di utenti ha davvero sorpreso gli investitori», dice Richard Greenfield, analista di Btig research. Nel corso dell’ultimo anno Twitter ha patito la difficoltà di produrre utili oltre alla concorrenza degli altri social media, e in particolare Facebook, in particolare per quanto riguarda la capacità di attrarre investimenti pubblicitari e produrre utili. Molte sedi operative di diversi paesi al mondo, Italia compresa, sono state chiuse con conseguente abbandono dei progetti e delle prospettive di profitto in aree meno core per la società.

Secondo il consensus degli analisti, Twitter dovrebbe incassare nei prossimi trimestri entrate per 536,6 milioni di dollari, decisamente meno del 602 milioni dello scorso anno. Ciò che ha dato impulso al titolo e all’immagine della società, secondo gli analisti, è il consolidato utilizzo dei personaggi pubblici nell’utilizzo di Twitter per la propria comunicazione. In particolare il presidente Donald J. Trump, con i suoi quotidiani tweet, talvolta controversi ma ripresi e commentati negli Usa e in tutto il mondo. Con il suo account @realDonaldTrump, il 45esimo presidente Usa è diventato di fatto un testimonial della piattaforma di microbloggling. «Se Twitter comincia a crescere nuovamente, la gente è disposta a dare il beneficio del dubbio», dice Michael Pachter analista di Wedbush Securities.

Gli osservatori citano tra gli altri segnali positivi le mosse del co-fondatore e Ceo Jack Dorsey che ha acquistato ulteriori azioni della società, oltre all’annuncio del ritorno in azienda del co-fondatore Biz Stone. Novità anche nell’organigramma della società con l’ingresso operativo a partire da agosto dell'ex banchiere Ned Segal come direttore finanziario. Secondo l'analista di Pivotal Research Brian Wieser «Non c'è niente di sbagliato a valorizzare Twitter come piattaforma di nicchia» piuttosto che competitor della corazzata Facebook.

La dinamica che ha portato il titolo Twitter alla soglia dei 20 dollari conferma che, come spesso accade, i più rilevanti e consolidati rialzi borsistici si costruiscono in silenzio, in assenza di notizie straordinarie, grazie a tanto lavoro e con un briciolo di fortuna: chissà cosa sarebbe accaduto se Trump avesse avuto più dimestichezza con Facebook.

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