di Giulia Crivelli
(IMAGOECONOMICA)
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Il progetto di bilancio approvato ieri dal cda del gruppo Tod’s ha confermato l’ottimo andamento del 2022, non solo per la crescita dei ricavi (+13,9% a 1,007 miliardi), ma anche per la redditività. Ebitda ed ebit sono saliti a 207,2 e 58,2 milioni (valore più che doppio in confronto all’esercizio 2021), pari a, rispettivamente, il 20,6 e 5,8% del fatturato; l’utile netto del gruppo (che ha in portafoglio, oltre al marchio Tod’s, Fay, Hogan e Roger Vivier) è stato di 23,1 milioni, da confrontare con una perdita di 5,9 milioni registrata al 31 dicembre 2021.
Ma più delle somme dicono e dell’ultima riga del conto economico dicono i numeri segmentati per marchi, prodotti e regioni: le crescite sono state omogenee e a due cifre per ogni brand (a correre di più è stato Tod’s, +19,1% a 510 milioni), ogni categoria (il record è della pelletteria, +33,7% a 160 milioni) e ogni area geografica, con un autentico rimbalzo delle Americhe (+31,4%). Assente giustificata dalla corsa agli aumenti di vendite la Greater China (-8,4% a 287 milioni), per le conseguenze delle chiusure e limitazioni legate al Covid: è stato solo nel 2023 che Pechino ha archiviato – pare definitivamente – la politica “zero Covid”, in linea per altro con il resto del mondo: è di tre giorni fa la notizia che la Johns Hopkins University, ha smesso di contare morti e contagi giornalieri legati alla pandemia.
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Soddisfatto Diego Della Valle, presidente e ad del gruppo marchigiano: «Pur in una logica di controllo dei costi e miglioramento di efficienza, l’obiettivo principale resta la valorizzazione patrimoniale di ogni singolo marchio e continuiamo a investire in una crescita multicanale, tra e-commerce, negozi fisici e distribuzione wholesale, dedicando molte risorse allo sviluppo digitale in senso generale». La decisione di costruire nuovi siti produttivi (si veda ad esempio Il Sole 24 Ore del 19 gennaio per Tod’s in Toscana) e di potenziare quelli esistenti – anche dal punto di vista della sostenibilità ambientale e dell’autonomia energetica – conferma la volontà di «proteggere la filiera produttiva, che garantisce la migliore qualità possibile, è apprezzata dai nostri clienti in tutto il mondo e rafforza la desiderabilità dei nostri prodotti, all’insegna dell’Italian style», ha aggiunto Della Valle.
I marchi del gruppo sono stati tra i protagonisti delle ultime settimane della moda di Milano (dove Tod’s ha sfilato e Hogan ha presentato) e di Parigi, con l’evento legato a Roger Vivier, il brand col più alto posizionamento tra quelli del gruppo. Fay invece (che nel 2022 è cresciuto del 10,7% a 53,4 milioni, trainando i ricavi di gruppo dell’abbigliamento) sarà protagonista stasera al Pac di Milano, dove verrà inaugurata la mostra fotografica Testers-In viaggio con Fay Archive, un racconto per immagini delle avventure che il fotografo inglese James Mollison e il giornalista Michele Lupi hanno vissuto nei luoghi più inospitali del pianeta per il brand Fay.
Giulia Crivelli
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