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Amarone Opera Prima: cantine giovani e sostenibili rinnovano il successo della Valpolicella

di Giorgio dell'Orefice

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(Adobe Stock)

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Evento il 4 e 5 febbraio a Verona. In10 anni raddoppio delle cantine condotte da under 40. Fatturato a 600 milioni, per oltre il 50% legato all’export. Quota green salita al 33% condotte da under 40. Fatturato a 600 milioni, per oltre il 50% legato all’export

2 febbraio 2023
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2' di lettura

La tradizione nelle cose e l’innovazione nelle persone. È tra queste due frontiere il prossimo futuro dell’Amarone della Valpolicella i cui produttori si sono dati appuntamento per i prossimi 4 e 5 febbraio a Verona per Amarone Opera Prima. Da un lato c’è il percorso per vedere riconosciuta la tecnica dell’appassimento delle uve, il procedimento alla base della produzione dell’Amarone come patrimonio immateriale Unesco. E dall’altro l’innovazione delle persone con un distretto che negli ultimi dieci anni ha assistito al raddoppio nel numero di cantine condotte da under 40, secondo le cifre che l'Agenzia regionale Avepa e diffonderà a Opera Prima.

Una linea giovane che riflette una vitalità non banale per un’area che conta 2.400 aziende che operano su 8.600 ettari di vigneto in un territorio che abbraccia 19 comuni e registra un giro d’affari di oltre 600 milioni di euro e per più del 50% legato alle sole esportazioni di Amarone.

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«Non è un caso – ha commentato il presidente del Consorzio, Christian Marchesini – che la forte crescita delle imprese giovani stia andando di pari passo con la transizione green del nostro vino, altro aspetto strategico che le giovani generazioni sposano con maggior convinzione. Proprio per questo alla fine dello scorso anno abbiamo dato vita al primo Gruppo giovani di un consorzio vitivinicolo italiano: è giusto che le quasi 350 imprese under 40 della Valpolicella abbiano modo di far sentire la propria voce e soprattutto facciano squadra in ottica migliorativa della nostra economia».

L’altro elemento caratterizzante l'area vitivinicola della Valpolicella è la transizione verde che da queste parti è già una realtà soprattutto a guardare i dati Avepa relativi all’incidenza delle aziende biologiche o certificate Sqnpi (sistema di qualità nazionale di produzione integrata). La quota di aziende “green” dal 2012 a oggi è passata dal 3% al 33 per cento. Mentre i vigneti biologici o certificati Sqpni sono passati dai 212 ettari del 2012 agli odierni 2.873 ettari (su un totale di 8586).

Lo scorso anno, rileva il Consorzio, l’imbottigliato complessivo (quindi comprendendo Valpolicella, Ripasso, Amarone e Recioto della Valpolicella) ha superato quota 67,2 milioni pezzi (da 0,75/l). Di questi, 17,2 milioni di bottiglie hanno riguardato il solo Amarone con una crescita di, quasi il 7% rispetto alla media degli ultimi 5 anni.

«Infine altra novità di rilievo – ha concluso il presidente Marchesini– è la stabilizzazione della superficie vitata. Negli ultimi dieci, quindici anni siamo cresciuti in media di circa 150 ettari l’anno fino al blocco degli impianti totale nel 2019. E per la prima volta sia nel 2021 che nel 2022 non abbiamo registrato alcuna crescita delle superfici. Il nostro vigneto è di 8.600 ettari e per il momento tale resterà. E i risultati si sono visti sul fronte dei listini dove i prezzi medi sono cresciuti lo scorso anno del 10% su tutte le tipologie dalle vendite dalle sole uve, al vino sfuso all'imbottigliato».

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