di Giancarlo Mazzuca
Lavoro, Orlando: avviato confronto. Servono regole nuove
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Il Fondo monetario internazionale e la Banca d'Italia hanno appena rivisto al ribasso le stime di crescita dell'Italia ma il ministro Daniele Franco ha giustamente sottolineato che le previsioni di crescita economica per il 2022 superano adesso il 4%. Lo stesso titolare del dicastero dell'Economia ha però sottolineato il fatto che sul cammino dell'Azienda Italia si stanno facendo sempre più incombenti alcuni grossi ostacoli, quali il protrarsi della quarta ondata del Covid , le tensioni internazionali con il caso-Ucraina ed il caro-bollette.
Non c'è quindi da stare allegri, a cominciare proprio dalla stangata su gas, luce e benzina, Su questo punto, il Governo, dopo aver già varato aiuti per 5 miliardi, si è dichiarato pronto ad intervenire ulteriormente in tempi brevi ma tutti i provvedimenti in cantiere rischiano, a questo punto, di avere il fiato corto.
Oggi più di ieri non è quindi davvero il caso di camminare con il paraocchi per una ragione molto semplice: la situazione economica rischia di sfuggire definitivamente di mano e mai come oggi stanno sbagliando coloro che dicono «tutto va bene madama la marchesa».
Non è un caso che la Fed abbia già varato il primo rialzo dei tassi, una misura che sarà presto adottata anche dalla Bce. Se nel mondo della sanità tanti sostengono che il picco della pandemia è appena dietro l'angolo, quasi nessuno è oggi in grado di farci sapere quando l'emergenza economica potrà essere, in qualche modo, superata.
Al di là di tutti gli «ultras» dell'ottimismo, sono soprattutto le imprese che stanno soffrendo la situazione attuale e, con loro, le famiglie che debbono fronteggiare il calo sensibile del potere d'acquisto e anche il rischio di un ulteriore aumento dei licenziamenti.
Non possiamo, quindi, farci troppe illusioni: il governo Draghi, dopo la Waterloo incassata da tutta la casta politica nella lunga maratona per la corsa al Colle, dovrà dare, in particolare, assoluta priorità all'emergenza-lavoro che diventa determinante nel tentativo di voltare pagina.
A stretto giro di posta, senza ulteriori distrazioni, l'esecutivo è quindi chiamato a dare assoluta priorità al problema dell'occupazione prendendo tutti i provvedimenti del caso, al di là dei fondi del Pnrr che dovranno essere distribuiti in tempi molto rapidi sperando che, nel frattempo, l'Unione Europea non stringa quei cordoni della borsa che aveva allargato.
In questo 2022 pur così incerto, non possiamo proprio permetterci un altro 2020 quando il «Made in Italy» sprofondò in un pozzo di San Patrizio senza fine: un altro “Ko” ci farebbe, a questo punto, perdere definitivamente la partita. Cerchiamo di non dimenticarcelo in questo secondo tempo che è appena cominciato.
Giancarlo Mazzuca
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