di Giulia Crivelli
Al centro, Brunello Cucinelli e Giovanni Sgariboldi, ceo Euroitalia
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Le prime fragranze Brunello Cucinelli arrivano in un momento di grande fermento della cosmesi, in particolare di alta gamma, con i due principali gruppi del lusso al mondo, Kering e Lvmh, che hanno fortemente rafforzato le rispettive divisioni Beauté. Per Cucinelli la scelta del partner non poteva che cadere su un’eccellenza, EuroItalia della famiglia Sgariboldi: il nostro Paese è leader mondiale nella produzione cosmetica, come confermato dai dati presentati alla vigilia di Cosmoprof da Cosmetica Italia.
«Siamo da sempre focalizzati sull’abbigliamento e tali vogliamo restare – ha spiegato Brunello Cucinelli –. Ma in oltre 40 anni di storia siamo diventati una casa di moda e un marchio conosciuti nel mondo e ci siamo sentiti pronti per i profumi, come era accaduto con gli occhiali, che debuttarono due anni fa. Tecnicamente si tratterebbe di licenze, ma preferisco chiamarle partnership tra aziende che hanno molte affinità».
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Per le montature da sole e vista Cucinelli ha scelto Luxottica e mercoledì andrà in visita alla sede di Agordo, nel Bellunese, per parlare della prossima collezione e «per vedere la fabbrica-modello che Leonardo Del Vecchio definiva il suo orgoglio maggiore», ha spiegato.
Le prime due fragranze, una da uomo e una da donna, «sono il frutto di in un lavoro di tre anni che ha coinvolto tantissime persone di entrambe le aziende», ha sottolineato Carolina Cucinelli, una delle due figlie del fondatore della casa di moda. «Creare un profumo è un’arte, forse ancora più astratta di quella necessaria a creare maglieria in cashmere – ha aggiunto Cucinelli –. Ma abbiamo lavorato sugli elementi che ci rendono affini: materie prime di eccellenza, processi creativi altrettanto curati e soprattutto lenti, perché non si può mettere fretta all’arte o, nel nostro caso, ai due maestri profumieri, Daphné Bugey e Olivier Cresp, che hanno lavorato al mix di toni e note alla base dello spartito dei due profumi, poi magistralmente suonato da EuroItalia, potremmo dire, che oltre al know how creativo possiede quello produttivo».
Secondo la società di analisi Research&Markets, nel 2022 il mercato globale dei profumi ha sfiorato i 51 miliardi di dollari e da qui al 2030 il Cagr (crescita media annua) sarà del 5,9%, grazie a un maggior interesse, in tutto il mondo, per tutto quello che riguarda la cura estetica e a una crescente domanda di fragranze di lusso. Caratteristica che si ritrova nei profumi Brunello Cucinelli, in vendita da oggi nelle boutique monomarca al prezzo di 180 euro per 100 ml (una boccetta di Chanel n°5 della stessa grandezza ne costa 157).
Suggestivo, quasi magico, il luogo della presentazione, il museo della scienza di Milano. Specie perché Carolina Cucinelli ha voluto dedicare i profumi ai sognatori di ogni età: il museo è intitolato a Leonardo da Vinci, che seppe immaginare (sognare) e disegnare macchine che solo secoli dopo sarebbero diventate realtà. Mentre Cucinelli e Sgariboldi parlavano dei profumi, nelle sale del museo si muovevano allegre e vocianti comitive di liceali in gita. Tra loro ci sono sicuramente molti sognatori o, vista l’età, creatori di futuro. Qualcuno potrebbe diventare, perché no, maestro profumiere o artigiano. Cucinelli non ha rinunciato a fare il suo consueto e accorato appello a far riavvicinare i giovani al lavoro manuale, «che deve tornare ad avere dignità economica e sociale».
Giulia Crivelli
fashion editor
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